Il primo fattore da considerare consiste nell'intensificazione dei controlli e nel miglioramento delle tecniche di accertamento fiscale.
L'Italia sembra vivere un paradosso fiscale: da un lato Ministero dell’Economia e Agenzia delle entrate celebrano incassi record derivanti dalla lotta all'evasione, segno di un sistema di controllo sempre più efficiente. Dall'altro, i dati sull'economia sommersa mostrano che il nero resta a livelli elevati,con un valore che in alcuni casi continua addirittura a crescere. Per comprendere come possano convivere due tendenze apparentemente opposte bisogna guardare più a fondo.
Il primo fattore da considerare consiste nell'intensificazione dei controlli e nel miglioramento delle tecniche di accertamento fiscale. Negli ultimi anni l'adozione della fatturazione elettronica, l'interconnessione delle banche dati fiscali e contributive, e l'ampliamento degli strumenti di analisi del rischio interno all'Agenzia delle entrate hanno permesso di intercettare con maggiore efficacia posizioni precedentemente difficili da raggiungere. Il risultato è visibile nei flussi di gettito recuperati: ad esempio, per il 2024 sono stati annunciati incassi da accertamento e controllo che segnano un massimo storico per l'ente preposto. Questo miglioramento operativo fa capire che, sebbene l'evasione fiscale complessiva resti elevata, lo Stato è diventato più abile nel riscattare crediti non versati o dichiarati in difetto.
Un secondo aspetto è la cosiddetta pipeline dei controlli: accertamenti avviati in anni precedenti spesso diventano esigibili solo oggi, e spiega perché si registrino entrate elevate nonostante lo stock dell'evasione abbia origini pluriennali. Si stanno moltiplicando le lettere di compliance, gli inviti all'adempimento spontaneo e le definizioni agevolate: elementi che pur non azzerando l'evasione strutturale, contribuiscono a ridurre il gap tra gettito potenziale e gettito effettivo in modo più rapido.
Infine il miglioramento è tanto quantitativo quanto qualitativo: non si tratta solo di fare più controlli, ma di selezionarli con criteri di rischio affinati e di utilizzare tecnologie digitali che prima erano impensabili. Questo spiega perché paradossalmente si possa annunciare una migliore lotta all'evasione anche se i numeri del sommerso o del “nero” sembrano restare elevati: perché la parte “recuperabile” dell'evasione è ora recuperata in misura maggiore.
Il secondo elemento da considerare è che la misurazione dello sommerso e del lavoro in nero segue logiche e tempi ben diversi da quelli dei recuperi. L'Istat, nella sua Relazione sull'economia non osservata, segnala che nel 2022 il valore aggiunto generato dalla sotto-dichiarazione e dal lavoro irregolare ha raggiunto circa 201,6 miliardi di euro, in aumento del 9,6% rispetto all'anno precedente, e che la sua incidenza sul PIL a prezzi correnti si è mantenuta sostanzialmente stabile intorno al 10,1% (dal 10,0% nel 2021). Nel 2023 la cifra è salita a 217,5 miliardi di euro, con incidenza sul PIL al 10,2%.
Pur non aumentando in termini percentuali rispetto all'economia totale, il valore nominale dello sommerso cresce se l'economia e i prezzi salgono. L'inflazione e la crescita del Pil nominale spingono verso l'alto il valore in euro delle attività non osservate pur a tassi di incidenza stabile. Inoltre, alcune componenti dell'evasione risultano più difficili da intercettare: si pensi agli affitti in nero, al lavoro occasionale non registrato, alle piccole prestazioni di servizi in contante.
Il terzo punto riguarda la distinzione tra flussi di recupero e stock di evasione e il modo in cui gli indicatori ufficiali misurano fenomeni diversi in momenti diversi. Il gettito da controlli è una misura annuale, immediata, che rileva quanto è stato recuperato in un dato anno. In contrapposizione, il Tax Gap rappresenta la differenza tra il gettito teorico e quello effettivo su una base di anni e ha natura più strutturale. La Relazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze rileva che il tax gap 2022 resta oltre 100 miliardi di euro, con una quota stimata del 17% circa del gettito potenziale.
In pratica si registrano efficacia nei recuperi e dell'azione di accertamento, mentre le stime del tax gap e dell'economia non osservata fotografano una massa residua che non è ancora stata eliminata e che richiede tempo per essere ridotta. L'economia non osservata cresce con l'economia legale nominale, e ciò può far apparire il fenomeno del nero come immutabile o in crescita, anche se la quota percentuale è stabile o in lieve diminuzione.
A cui si aggiunge che le definizioni e le metodologie cambiano, che vi è ritardo temporale nelle rilevazioni e che le norme emergenti (ad esempio sulla compliance digitale) mostrano i propri effetti solo nel medio-termine. Per tutti questi motivi la percezione pubblica può risultare di contraddizione: da una parte i numeri migliorano, dall'altra il fenomeno sembra “in piedi”.