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Cosa puň succedere ora dopo la procedura Ue contro l'Italia sugli stipendi docenti scuola e abuso contratti precari a tempo determ

di Marianna Quatraro pubblicato il
procedura ue scuola

L’Ue ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per discriminazioni nel trattamento dei precari della scuola: quali sono gli scenari che potrebbero aprirsi ora

Cosa succede dopo la procedura di deferimento da parte dell’Ue nei confronti dell’Italia a causa degli abusi nella scuola? La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver posto fine all'uso abusivo di contratti nella scuola a tempo determinato e alle condizioni di lavoro discriminatorie. Vediamo nel dettaglio cosa viene contestato al nostro Paese.

  • L’Ue contro l’Italia su stipendi e abusi dei contratti per i precari della scuola a tempo determinato
  • Quali sono gli scenari possibili dopo il deferimento dell’Ue nei confronti dell’Italia per le condizioni discriminatorie nella scuola

L’Ue contro l’Italia su stipendi e abusi dei contratti per i precari della scuola a tempo determinato

La Commissione Ue ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia per non aver adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione delle condizioni di lavoro e l'uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato nella scuola.

Secondo la Commissione, la normativa italiana che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio e si tratta certamente di una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che godono degli aumenti retributivi.

Ma non solo: l'Italia non ha neppure adottato misure efficaci per impedire l'uso abusivo di contratti di lavoro a tempo determinato di personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole statali. E si tratta di una violazione del diritto dell’Ue sul lavoro a tempo determinato.

Quali sono gli scenari possibili dopo il deferimento dell’Ue nei confronti dell’Italia per le condizioni discriminatorie nella scuola

In risposta al deferimento dell’Ue, il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ha risposto di esser già impegnato nella revisione del sistema di reclutamento dei docenti italiani e per evitare discriminazioni a danno dei docenti precari.

Due potrebbero essere ora gli scenari che si potrebbero aprire: o l’Italia paga la sanzione prevista senza, però, lavorare su particolari interventi per evitare i docenti precari della scuola siano ancora discriminati rispetto ai colleghi in ruolo a tempo indeterminato, sia per quanto riguarda le assunzioni contrattuali e sia per quanto riguarda gli importi degli stipendi; o, in alternativa, si paga la sanzione e si lavora su una profonda revisione della legge vigente.

Quest’ultima, però, non sarà certamente retroattiva, perché implicherebbe costi esorbitanti, ma non sarà neppure semplice e rapida da definire.