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Perch nessuno vuole fare pi il medico, infermiere e Oss? I motivi e le analisi dei pro e contro

di Marianna Quatraro pubblicato il
motivi mancanza medici

Quali sono i motivi per cui nessuno vuol pi fare il medico, linfermiere o lOss tra bassi stipendi e rischi crescenti: i chiarimenti

Quali sono i motivi per cui nessuno vuol più fare il medico, l’infermiere o l’Oss (operatore socio-sanitario)? Gli ospedali si svuotano e sono sempre meno i medici, gli infermieri e gli Oss. Si tratta di una mancanza fondamentale che mette a rischio l’efficienza e la tenuta del nostro sistema ospedaliero. 

E proprio per questo motivo, in molte regioni sono ripartiti i concorsi per le assunzioni, soprattutto dopo l'abolizione del tetto di spesa sulle assunzioni del personale sanitario. Ma si riuscirà nell’intento?

  • Perché nessuno vuol più fare il medico, o l’infermiere o l’Oss?
  • Pochissimi anche coloro che scelgono di fare il medico di base
  • I recenti dati

Perché nessuno vuol più fare il medico, o l’infermiere o l’Oss?

Sono diversi e anche decisamente importanti e concreti i motivi per cui nessuno più vuole fare il medico, o l’infermiere, o l’Oss.

Le cause principali sono le seguenti:

  • un percorso di studio lungo e complesso, che quasi nessuno più vuole affrontare;
  • stipendi insufficienti, perché in Italia la retribuzione di medici e infermieri, pur non essendo troppo bassa, non è assolutamente adeguata al carico di lavoro, alla responsabilità e allo stress a cui si è continuamente sottoposti;
  • carenza di incentivi e benefit, soprattutto per infermieri e Oss;
  • condizioni di lavoro difficili, tra turni massacranti, mancanza di personale e poche opportunità di carriera;
  • rischi a cui ormai il personale sanitario, comprendendo sia i medici, che gli infermieri, che gli Oss, è continuamente soggetto, tra aggressioni sempre più frequenti e poca tutela. 

Pochissimi anche coloro che scelgono di fare il medico di base

Non va meglio per i medici di base: anche questa professione è diventata decisamente poco attrattiva e sono sempre meno coloro che la scelgono.

I motivi in questo caso sono soprattutto la troppa mole di lavoro, diventato anche molto burocratico tra ricette e certificati da compilare, e una borsa di studio molto bassa per chi frequenta il corso triennale in medicina generale rispetto a chi decide di seguire una scuola di specializzazione per esempio in chirurgia generale o in pediatria.

Restano, invece, fissi gli stipendi dei medici di base e comunque relativamente buoni, considerando che cambiano in base a diversi fattori e quanti pazienti un medico ha.

I recenti dati

A conferma della situazione decisamente poco attrattiva del lavorare in ospedale ci sono i dati recenti sugli ultimi concorsi banditi e andati a vuoto.

Per esempio, in Campania qualche mese è stato bandito un concorso unico regionale per i pronto soccorso, per la copertura di 363 posti a tempo pieno ed indeterminato di dirigente medico nella disciplina medicina d'emergenza urgenza. 

La graduatoria definitiva ha visto solo 19 gli specialisti ammessi e 43 gli specializzandi per un totale di 62 medici, ma ad accettare l'incarico sono stati solo 51 medici, tra specializzandi e specialisti. 

Risultati peggiori per i concorsi dell'Asl dell'Alto Adige andati deserti in Chirurgia pediatrica, Farmacologia, Geriatria. Psichiatria, Anatomia patologica, Neurochirurgia, Genetica medica. 

Inoltre, a pesare sulla mancanza di medici, secondo analisi recenti, ci sono anche le diverse specializzazioni, alcune più attrattive, altre meno e considerate rischiose.

Si registra, infatti, un forte boom per le specializzazioni in chirurgia plastica o per diventare ginecologo, dermatologo, oftalmologo, o in malattia cardiovascolari, mentre quasi nessuno vuole fare il chirurgo generale o quello toracico.

Sono rimasti in pochissimi a scegliere anestesia o a voler lavorare in pronto soccorso. A pesare in questi casi, secondo le indagini, sono le prospettive di guadagno più basse rispetto a quelle di altre specializzazioni mediche e la mancanza di possibilità di poter esercitare anche l’attività privata. 


 

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