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Ddl Corte dei Conti: le nuove normative per la PA approvate. Cosa cambia e quando entrerà in vigore

di Marianna Quatraro pubblicato il
ddl decreto fiscale

La recente approvazione del Ddl sulla Corte dei Conti introduce cambiamenti nelle responsabilità dei dirigenti, nuovi controlli sugli atti e una riorganizzazione delle funzioni, tra innovazioni normative e opinioni contrastanti.

Il nuovo disegno di legge relativo alla Corte dei Conti è stato recentemente approvato dal Senato, dopo aver ottenuto il via libera dalla Camera qualche mese fa. L’approvazione definitiva porta significativi cambiamenti nella gestione della giurisdizione e dei controlli esercitati dalla magistratura contabile. Al centro della riforma troviamo misure innovative sulla responsabilità amministrativa dei dipendenti pubblici, l’introduzione di un nuovo tetto per i risarcimenti e la stabilizzazione di strumenti già sperimentati, quali lo scudo erariale. Questa iniziativa normativa nasce dalla necessità di ridurre sia la burocrazia difensiva sia la "paura della firma" che negli anni ha caratterizzato l’azione di molti amministratori e dirigenti pubblici, e prelude a una profonda riorganizzazione interna dell’organo stesso.

Contesto e motivazioni della riforma: dalla 'paura della firma' ai nuovi obiettivi

La riforma si inserisce in un contesto storico segnato da numerose difficoltà operative all’interno della pubblica amministrazione. Per lungo tempo, i funzionari hanno sofferto la cosiddetta "paura della firma": una ritrosia ad assumersi responsabilità decisionali per timore di indagini e conseguenti responsabilità contabili. Questa situazione ha generato fenomeni di burocrazia difensiva, rallentando procedure amministrative e, di fatto, ostacolando l’attuazione di opere pubbliche e progetti essenziali, anche quelli strategici come i cantieri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Alla base delle nuove misure legislative si trova l’intenzione di incentivare l’azione amministrativa, rendendo più semplice e meno rischiosa la firma di atti e decisioni per i pubblici dirigenti. Il legislatore ha voluto sottolineare la presunzione di buona fede nelle decisioni politiche e amministrative, intervenendo in modo sistemico non solo sulla responsabilità, ma anche sulle modalità di controllo che d’ora in avanti saranno in parte ridisegnate. Resta centrale l’obiettivo di garantire efficienza, legalità e trasparenza nell’azione della pubblica amministrazione, adattando gli strumenti di controllo alla nuova realtà operativa caratterizzata da standard europei e vincoli temporali stringenti.

Le principali novità: tetto alla responsabilità, scudo erariale e controllo sugli atti

La legge introduce cambiamenti profondi che ridefiniscono il rapporto tra Corte dei Conti e amministrazioni pubbliche. In particolare, si segnalano tre pilastri fondamentali:

  • Introduzione di un tetto alla responsabilità erariale, fissato al 30% del pregiudizio accertato e comunque non oltre due annualità di retribuzione lorda, salvo i casi di dolo e illecito arricchimento.
  • Permanenza dello scudo erariale, che limita la perseguibilità della colpa grave ai soli casi di dolo, estendendo una misura sperimentata durante l’emergenza Covid-19.
  • Riformulazione dei controlli preventivi sugli atti: vengono introdotte procedure di preconsulto, parere preventivo e regole specifiche per progetti PNRR, con risposte di legittimità della Corte entro tempi certi.
Ogni novità è stata studiata per offrire una maggiore libertà operativa ai funzionari, riducendo i rischi personali e cercando di velocizzare le attività amministrative, senza rinunciare al presidio della corretta gestione delle risorse pubbliche.

Tetto e limiti alla responsabilità erariale dei dirigenti pubblici

La principale innovazione del testo riguarda la responsabilità amministrativa per danno erariale. Viene introdotto un limite quantitativo determinato: la Corte può imporre al responsabile pubblico un risarcimento non superiore al 30% del danno accertato, e comunque mai oltre il valore corrispondente a due annualità di retribuzione lorda percepita dal soggetto nel ruolo.

Questa regola si applica a tutte le condotte che portano a danni erariali, salvi i casi in cui sia dimostrato il dolo oppure l’ingiusto arricchimento. In tali situazioni, non viene posto alcun limite specifico. Per tutti gli altri casi, il giudice contabile deve applicare obbligatoriamente il cosiddetto “potere riduttivo” che precedentemente era solo discrezionale. In aggiunta, si prevede una nuova disciplina della prescrizione: il diritto al risarcimento per danno erariale si prescrive in cinque anni dalla data dell’evento, salva la circostanza di occultamento doloso del danno stesso.

Gli intendimenti del legislatore sono chiari: contenere e rendere prevedibile il rischio personale per i vertici della PA, per contrastare una paralisi decisionale che si era fatta sempre più diffusa negli ultimi anni, soprattutto in relazione a progetti di spesa e investimenti connessi al PNRR.

Scudo erariale e modifiche alla disciplina sulla colpa grave

Un altro tassello fondamentale riguarda l’introduzione di uno scudo erariale permanente, misura nata in via sperimentale e temporanea durante l’emergenza pandemica da Covid-19. Con la legge appena approvata questa protezione viene resa strutturale e stabilità nel tempo.

Da ora in avanti, il personale delle pubbliche amministrazioni risponderà finanziariamente solo per i danni cagionati con dolo o per omissioni di atti dovuti. La colpa grave non sarà perseguibile per le condotte attive, come la firma di atti autorizzativi, mentre continuerà ad avere rilievo per i casi di omissione rilevante. La giurisprudenza di riferimento e i pareri delle autorità competenti rimangono fattori che escludono la sussistenza della colpa grave, salvo travisamenti o violazioni manifeste delle norme.

Questo assetto normativo è destinato a incidere sul comportamento manageriale, espandendo l’azione autorizzativa senza far venire meno il presidio sui casi più gravi, in particolare per fatti dolosi o omissivi di particolare evidenza.

Nuove modalità di controllo: dal preconsulto alle regole sul PNRR

Il provvedimento reinterpreta profondamente le modalità e i tempi del controllo preventivo sugli atti amministrativi. Tra le innovazioni più rilevanti vi è la possibilità per i dirigenti di richiedere un parere preventivo (preconsulto) alla Corte dei Conti, che dovrà essere rilasciato in tempi certi (30 giorni), pena l’attivazione del meccanismo del silenzio-assenso, con esenzione di responsabilità per il dirigente.

In assenza di riscontro entro tale termine, l’atto sarà considerato approvato, esonerando il funzionario da ogni responsabilità amministrativa legata alla decisione presa. Per i progetti finanziati con risorse PNRR, la riforma riduce le occasioni di controllo “in corso d’opera” della Corte, limitando il rischio di sovrapposizioni e ritardi nei cantieri, ma lasciando spazio a sanzioni per ritardi procedurali superiori al 10% rispetto alle tempistiche programmate.

Impatto organizzativo e riorganizzazione delle funzioni della Corte dei Conti

L’approvazione della delega legislativa attribuisce al Governo il compito di adottare uno o più decreti attuativi per la riorganizzazione interna dell’organo contabile. Fra i punti previsti nel processo di riordino vi sono:

  • L’accorpamento delle sezioni centrali regionali in funzione di ottimizzazione delle risorse;
  • L’attribuzione a ogni magistrato di funzioni multiprodotto: controllo, giurisdizione e consulenze;
  • Separazione tra funzioni inquirenti e giudicanti, sulla scorta del modello già adottato nella giustizia ordinaria, con rafforzamento dei poteri del Procuratore Generale, anche agli effetti del coordinamento sul territorio.
L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare l’efficienza operativa e assicurarne la capacità di rispondere alle sfide future della spesa pubblica, in particolare nell’attuazione dei fondi europei e nell’attività consultiva verso le amministrazioni.

Opinioni a confronto: critiche, apprezzamenti e possibili rischi

Le reazioni alla legge sono state polarizzate. I sostenitori ritengono che sia una risposta necessaria per superare la burocrazia difensiva e per consentire una gestione più flessibile delle risorse pubbliche. Tra questi, l’attuale maggioranza parlamentare e molte associazioni di categoria che vedono positivo l’allentamento dei controlli a favore della rapidità decisionale.

I critici, tra cui rappresentanti delle opposizioni e del sindacato dei magistrati contabili, segnalano un rischio di indebolimento della tutela dell’erario e della legalità, temendo che la riduzione dei controlli preventivi e l’abbassamento dei livelli di responsabilità producano una maggiore esposizione a sprechi e fenomeni di corruzione meno facilmente intercettabili. È diffuso il timore che il nuovo equilibrio tra efficienza e controllo possa tradursi in "liberi tutti" e in una minore attenzione sulla gestione dei fondi pubblici.

Prossime fasi e scenari futuri dopo l’approvazione della legge

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la legge entrerà immediatamente in vigore. Il sistema della pubblica amministrazione sarà chiamato ad adeguarsi ai nuovi standard operativi, in attesa dei decreti attuativi che definiranno le modalità di riorganizzazione della Corte dei Conti. Gli osservatori aspettano con interesse di valutare se la nuova libertà accordata ai dirigenti si tradurrà realmente in una maggiore efficienza nei servizi offerti ai cittadini o se, come temono alcuni, comporterà nuove criticità nella gestione delle risorse pubbliche.

Il confronto tra le varie forze politiche e sociali proseguirà anche nei prossimi mesi, mentre resta centrale il tema della ricerca di un equilibrio tra semplificazione amministrativa e garanzia di trasparenza ed efficacia nel controllo della spesa pubblica, secondo i parametri di affidabilità e sicurezza richiesti a livello europeo.