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Decreto di riordino carriere e promozioni per dipendenti pubblici dopo il rinnovo Contratto Statali 2024-2025

di Marianna Quatraro pubblicato il
decreto riordino carriere

Come cambiano i sistemi di avanzamento di carriera nella pubblica amministrazione con le nuove modifiche: i chiarimenti

Cosa prevede il nuovo Decreto di riordino delle carriere e per le promozioni dei dipendenti pubblici? Dopo il rinnovo del Contratto degli Statali, che finalmente ha aperto a diverse modifiche per i dipendenti pubblici, è arrivato anche il nuovo Decreto di riordino carriere e promozioni per i dipendenti pubblici che rivoluziona il sistema di avanzamento di carriera. 

La novità sta nel fatto che le promozioni dei dipendenti pubblici non si baseranno più sull’anzianità di servizio o i concorsi interni. Vediamo nel dettaglio cosa prevede il nuovo provvedimento.

  • Come funziona il nuovo meccanismo di promozioni per i dipendenti pubblici
  • Gli effetti del nuovo decreto sulle carriere pubbliche

Come funziona il nuovo meccanismo di promozioni per i dipendenti pubblici

Le promozioni dei dipendenti pubblici dipenderanno, d’ora in poi, da una valutazione basata sul merito e sulle performance dei singoli lavoratori.

I dirigenti e capi ufficio avranno la piena facoltà di premiare i dipendenti in base ai seguenti criteri:

  • valutazione delle capacità;
  • contributo individuale agli obiettivi lavorativi e di organizzazione;
  • conoscenze tecniche e abilità specifiche in possesso del dipendente.
L’obiettivo delle nuove misure è incentivare l’efficienza della Pubblica Amministrazione e la produttività, premiando i dipendenti più meritevoli e riducendo l’importanza dell’anzianità di servizio come unico criterio per l’avanzamento di carriera.

Resta comunque confermato l’accesso alla Pubblica Amministrazione solo tramite superamento di specifico concorso.

Gli effetti sulle carriere 

La riforma del riordino delle carriere inciderà molto sull’avanzamento professionale dei dipendenti pubblici rendendo il sistema più orientato al merito. 

Saranno premiati, e quindi avanzeranno di carriera, i dipendenti che dimostrano maggiore merito e capacità, a prescindere dall’anzianità di servizio maturata a lavoro.

Ciò significa, per esempio, che se un dipendente è assunto da 6 anni ma rappresenta una risorsa importante per l’amministrazione o l’ente di competenza sia per le sue conoscenze che per l’impegno profuso a lavoro, potrà avere maggiori possibilità di fare carriere rispetto a chi ha un’anzianità di lavoro maggiore, di 12 anni, ma non dimostra la stessa dinamicità lavorativa e lo stesso valore. 

Questo punto rappresenta una importante modifiche rispetto alla riforma Brunetta che aveva sì introdotto elementi di valutazione basati su merito e competenze, mantenendo però sempre il ruolo centrale per l’anzianità maturata e i titoli di studio conseguiti.