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Direttiva casa green 2024, le novità approvate ufficialmente. Ecco cosa cambia grazie UE

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Direttiva green novità

Con l'approvazione della Direttiva Casa Green 2024 da parte dell'Unione Europea, si apre una nuova era per l'edilizia sostenibile in Europa. La direttiva introduce importanti aggiornamenti normativi destinati a promuovere l'efficienza energetica e l'utilizzo di materiali rinnovabili nelle abitazioni.

L'Unione Europea ha approvato ufficialmente la tanto attesa direttiva sull'Efficienza Energetica degli Edifici (Epbd), conosciuta anche come direttiva sulle "Case Green”, un pacchetto di misure volte a promuovere un'edilizia residenziale più rispettosa dell'ambiente.

Impatto ambientale e benefici economici in base alla Direttiva casa green 2024

Attualmente, il 35% degli edifici nell'Unione Europea ha più di 50 anni, e circa il 75% di essi presenta inefficienze energetiche. Il tasso medio annuo di rinnovamento energetico si attesta solo all'1%, un livello estremamente basso.

La Direttiva casa green 2024 mira a rendere il settore delle costruzioni più sostenibile, riducendo l'impatto ambientale delle abitazioni durante tutto il loro ciclo di vita. L'obiettivo finale è un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Questo porterà a una diminuzione significativa delle emissioni di gas serra, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico. Inoltre, l'adozione di soluzioni energetiche efficienti consentirà ai proprietari di case di risparmiare sulle bollette energetiche e di aumentare il valore delle loro proprietà.

Le novità introdotte dalla Direttiva Case Green. Cosa cambia?

Le principali novità introdotte dalla normativa riguardano:

  • Obiettivi di riduzione del consumo energetico nel settore residenziale: ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda una riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali, con l'obiettivo di un taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
  • Zero emissioni per il parco residenziale entro il 2050: la normativa stabilisce che entro il 2050 il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni, al fine di raggiungere la neutralità climatica nel settore edilizio.
  • Priorità per la ristrutturazione degli edifici più energivori: almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria dovrà essere ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche, ovvero quelli più energivori.
  • Efficienza energetica obbligatoria per le nuove costruzioni: tutte le nuove abitazioni dovranno soddisfare rigorosi standard di efficienza energetica, garantendo un consumo energetico minimo e riducendo le emissioni di gas serra.
  • Obbligo di installazione di impianti fotovoltaici: tutte le nuove costruzioni residenziali dovranno essere dotate di impianti fotovoltaici per la produzione di energia rinnovabile, contribuendo alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. L'obbligo di installare i pannelli solari riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Gli Stati membri dovranno garantire che i nuovi edifici siano “solar-ready”, ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti.
  • Eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento: entro il 2040, i Paesi dell'Unione Europea dovranno eliminare le caldaie a gas, e già dal 2025 le agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali saranno escluse, favorendo invece gli impianti ibridi, che combinano una caldaia a gas con una pompa di calore.
  • Piani nazionali: i 27 paesi dell'Unione Europea avranno due anni di tempo per conformarsi, presentando a Bruxelles i loro piani nazionali che delineeranno le strategie per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica.

Costi e investimenti

La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare, ovvero 152 miliardi di euro di investimenti all'anno in più rispetto alle risorse attuali. Non sono previsti finanziamenti dedicati, ma i Paesi potranno attingere ai fondi UE per sostenere la svolta, tra cui il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.
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