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Dopo una prima seduta negativa di Dicembre, come andranno le Borse, Bitcoin e oro oggi luned 2 dicembre 2025?

di Marcello Tansini pubblicato il
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Dopo una partenza negativa a dicembre, i mercati affrontano una settimana cruciale tra volatilit, decisioni delle banche centrali e dati macroeconomici. Analisi su borse, Bitcoin, oro e titoli di Stato in un contesto incerto.

Inizio settimana segna una fase di profonda incertezza sulle piazze finanziarie mondiali, alimentata dalla combinazione tra dati macroeconomici attesi e la persistente volatilità su titoli azionari, obbligazionari e cripto-attività. Le principali borse internazionali reagiscono alle ultime letture di settore, con attenzioni puntate sulle decisioni imminenti delle banche centrali e sui dati PMI, che costituiscono un termometro della salute economica. In questo contesto, temi come il sell-off sulle criptovalute, l'andamento divergente di Wall Street e delle borse asiatiche, il nuovo focus su materie prime e titoli di Stato italiani, sottolineano la necessità di approcci analitici fondati su competenza ed esperienza. I mercati appaiono polarizzati tra rischi di correzioni ulteriori e spunti per rimbalzi tecnici, in un'agenda che fotografa le priorità degli operatori finanziari, mantenendo vigile l’interesse sugli sviluppi che orienteranno la settimana.

Le borse europee e Piazza Affari dopo la prima seduta negativa: analisi e prospettive

L’apertura dell’ultimo mese dell’anno si caratterizza per una rinnovata cautela sui listini continentali. Dopo una seduta di avvio in lieve calo, Piazza Affari si è mantenuta sopra quota 43.000 punti, chiudendo con un modesto ribasso (-0,22%) e segnando una generalizzata flessione anche su Parigi e Francoforte. Al contrario, Madrid (+0,1%) e Amsterdam (+0,4%) terminano la giornata in lieve progresso. Il clima, tuttavia, resta dominato dal timore legato all'imminente meeting della Federal Reserve e dalle tensioni geopolitiche – fattori che continuano a influenzare il sentiment generale.

Sul listino milanese, Banca Mps è risultata la peggiore tra le blue chip, con una perdita superiore al 2,8%, pesantemente condizionato dalle indagini giudiziarie in corso relative all’Ops su Mediobanca, mentre il comparto energia ha beneficiato della ripresa del prezzo del petrolio: Tenaris (+1,32%) e Saipem (+1,28%) hanno guidato i rialzi. Deboli Leonardo (-2,62%) e Prysmian (-1,7%), penalizzate dalle tensioni su vari settori ciclici.

L’attenzione degli investitori è concentrata su alcuni snodi chiave della agenda mercati finanziari oggi lunedì 2 dicembre 2025: in particolare, la seconda convocazione dell’assemblea Netweek e il debutto di Kaleon all’Euronext, insieme con nuove operazioni straordinarie sul mercato dei capitali. In parallelo si segnalano le assemblee per l’approvazione dei bilanci e l’aumento di capitale in corso da parte di Smart Capital.

Il quadro macroeconomico contribuisce a rafforzare la prudenza, con dati sull’occupazione e trend inflattivi nell’Eurozona sotto la lente: la stabilità del tasso di disoccupazione (6,1%) e i prezzi al consumo al 2,1% accentuano la sensazione di uno scenario sospeso tra moderazione delle aspettative e rischi ancora presenti, soprattutto per settori ciclici e finanziari.

Le incertezze sulle strategie delle principali banche centrali e il monitoraggio dei dati PMI caratterizzeranno il prosieguo della settimana e potrebbero tradursi in nuove oscillazioni anche a breve termine, confermando un quadro meno favorevole ai rischi e più attento alla selettività settoriale e alla valorizzazione di aziende resilienti.

Wall Street e mercati asiatici tra sell-off, tecnologia e politica monetaria

Il panorama internazionale resta segnato da deboli segnali provenienti da Wall Street e dalle borse asiatiche. La chiusura negativa degli indici statunitensi – Dow Jones (-0,89%), S&P 500 (-0,53%), Nasdaq (-0,38%) – evidenzia ancora una volta la pressione sui titoli tecnologici, con particolare riferimento al comparto legato all’intelligenza artificiale e ai semiconduttori. Nvidia, protagonista di una recente maxi-operazione su Synopsys (acquisto di 2 miliardi di dollari di azioni in partnership strategica), ha raccolto l’attenzione generale, mentre Advanced Micro Devices e Oracle restano in area negativa. L'opinione di esperti come Mark Newton (Fundstrat), citata recentemente, offre un messaggio misto di cauto ottimismo per dicembre, legato al rally della settimana scorsa, ma condizionato dal rischio di nuove correzioni.

Le borse asiatiche riflettono una situazione altrettanto complessa: il mercato giapponese è sotto pressione per le dichiarazioni della Bank of Japan circa un possibile innalzamento dei tassi già nella riunione del mese di dicembre. Lo yen si rafforza e la volatilità si trasmette ai Treasuries. Intanto, in Cina, il settore minerario da solo ha sostenuto le quotazioni nonostante i dati macro, con una manifattura in contrazione a novembre. Il rally di alcuni titoli minerari, la crescita dei prezzi di rame e argento, e le variazioni sui prezzi del petrolio sono stati i driver orientali della seduta.

I futures sui principali listini statunitensi appaiono deboli all’apertura, consolidando le comprensibili paure degli operatori per una futura revisione del ciclo monetario della Fed e per il rischio di ulteriori ribassi sul tech. Gli occhi restano puntati sia sul vertice Fed del 10 dicembre, che potrebbe tradursi in un taglio dei tassi, sia sulle prossime rivelazioni macro sull’occupazione e sui consumi, elementi cruciali per valutare nuovi equilibri globali tra volatilità e occasioni selettive.

Bitcoin e criptovalute: cause del crollo e impatto sugli investitori

La capitalizzazione delle criptovalute apre la settimana in accentuata controtendenza. Bitcoin crolla sotto gli 85.000 dollari, registrando una perdita giornaliera superiore al 7%. Il ribasso si inserisce in una fase di tensioni generalizzate che coinvolge tutto il comparto: anche Ethereum e Solana cedono rispettivamente il 3,5% e il 5%.

Le ragioni del crollo sono molteplici e intrecciano fattori di ordine macroeconomico, regolamentare e psicologico:

  • Volatilità endemica dell’asset class, che amplifica i movimenti a fronte dell’incertezza globale
  • Timori legati alla politica monetaria restrittiva in USA e ai continui segnali provenienti dalla Federal Reserve
  • Sell-off avviati dopo settimane di vendite con leva finanziaria, che hanno spazzato via più di 19 miliardi di dollari in posizioni speculative
  • Interrogativi sulle strategie delle autorità regolatorie, con particolare attenzione ai temi della trasparenza e delle riserve
Sul piano operativo, la performance negativa di Bitcoin e principali token continua a riflettersi sulle scelte degli investitori istituzionali e retail, innescando una ciclo di presa di profitti e ricollocamento verso asset meno rischiosi. Le dichiarazioni di alcune figure di vertice di società come Strategy rafforzano la percezione di un comparto esposto a rapide correzioni laddove le riserve aziendali e le metriche fondamentali mostrano segnali di debolezza.

L’alta correlazione attuale fra asset digitali e cicli di politica monetaria sottolinea un cambio di paradigma rispetto alla narrazione degli scorsi anni: la capacità di resilienza del comparto dipenderà dall’attendibilità delle strutture di controllo e dalla reale efficacia degli interventi normativi che saranno implementati nei mesi a venire.

Petrolio, oro e materie prime: dinamiche di prezzo e fattori influenti

Il comparto delle commodities offre importanti elementi di riflessione sia per quanto riguarda le materie prime energetiche che i metalli preziosi. Il prezzo del petrolio è tornato a salire dopo la decisione dell’Opec+ di sospendere ogni aumento produttivo per il primo trimestre 2026. Brent e Wti registrano una crescita superiore all’1%, beneficiando di un contesto di minore offerta e di aspettative su possibili tensioni nell’inizio del nuovo anno.

L’Opec+ – che raggruppa, tra gli altri, le principali economie produttrici di greggio – ha confermato il congelamento dei livelli produttivi varato nell’ultima sessione, motivando la scelta con la stagionalità e il bilanciamento tra domanda globale e utilizzo delle scorte. Questo indirizzo si riflette immediatamente sulle quotazioni, a beneficio dei titoli afferenti al settore energetico in Borsa, con particolare risalto per Tenaris e Saipem nel contesto italiano.

Oltre al petrolio, persistono i segnali di forza su argento e rame, che hanno raggiunto nuovi massimi nel corso della settimana precedente, supportando il rimbalzo di alcuni comparti minerari sui mercati asiatici. L’analisi delle dinamiche sui metalli preziosi evidenzia la ricerca di beni rifugio nelle fasi di maggiore incertezza o correzione degli asset rischiosi, mentre il dollaro debole favorisce la risalita dei prezzi denominati in altre valute.

I movimenti sulle materie prime continuano a fungere da termometro per gli scenari globali, influendo su inflazione attesa e margini industriali, con impatti trasversali sui portafogli di investimento e sulla redditività delle grandi energy companies.

Aggiornamenti sui dati macroeconomici e PMI: inflazione, occupazione e tendenze globali

Le cronache economiche della giornata mettono in primo piano una fitta agenda di pubblicazioni macroeconomiche e indici PMI su scala globale. Tra i principali indicatori oggi monitorati figurano: la rilevazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona (con una stima annualizzata del 2,1%), la componente core in lieve accelerazione al 2,5% e la stabilità del tasso di disoccupazione sia in Italia (6,1%) che nel resto dell’area UE. Questi dati confermano il persistere di una fase di rallentamento, con tendenze inflattive contenute ma persistenti e segnali divergenti fra paesi diversi.

Particolarmente rilevanti per l’orientamento delle strategie di trading settimanali sono le letture degli indici PMI manifatturieri in Italia e nelle principali economie avanzate: ad esempio, il valore italiano si attesta attorno a quota 49,9, appena sotto il livello di espansione. La Francia e la Germania rimangono sotto la soglia 50, evidenziando un comparto manifatturiero in raffreddamento. Negli Stati Uniti, tra gli elementi osservati si segnalano i risultati dell’ISM manifatturiero e della spesa in costruzioni, oltre ai dati attesi sul mercato del lavoro, essenziali per valutare la solidità della congiuntura.

Il consenso tra operatori e analisti resta improntato a un atteggiamento di prudenza active: la volatilità dei numeri PMI, le oscillazioni inflattive e le dinamiche sugli occupati suggeriscono una lettura attenta degli scenari macro, da modulare sulle politiche monetarie in atto e sulle attese di ulteriori stimuli o strette nel corso dei prossimi confronti istituzionali e governativi.

Focus su BTP e titoli di Stato italiani: emissioni, rendimenti e nuovi scenari

Il comparto obbligazionario tricolore resta al centro dell’interesse degli operatori, con nuove emissioni e rendimenti ai minimi storici da oltre quindici anni. L’ultima asta del Ministero dell’Economia ha visto richieste forti sulle scadenze fino al 2027, con il relativo BTP short term che offre un rendimento intorno al 2,2%, mentre i titoli a sette anni scendono sotto il 3%.

Sullo sfondo si registra l’emissione di nuove tranche con scadenza a marzo e settembre 2026, per un plafond complessivo di 6 miliardi. L’appeal dei titoli di Stato italiani resiste grazie alla combinazione tra maggiore stabilità fiscale, differenziale di rendimento (lo spread Btp/Bund si attesta a 72 punti base, sui livelli più bassi dal 2010) e le prospettive su ulteriori collocamenti previsti in agenda, anche in relazione alle politiche della Banca d’Italia e alle azioni coordinate dal Tesoro.

Il debito pubblico nazionale resta su livelli elevati (oltre 3.080 miliardi), ma la tenuta delle aste conferma la fiducia del mercato su una gestione prudente e proattiva delle emissioni e sulla capacità delle autorità di garantire liquidità senza pressioni estreme sui rendimenti.

Ruolo e decisioni delle banche centrali: Federal Reserve, Bce, Bank of Japan

Il posizionamento delle principali autorità monetarie mondiali costituisce il perno delle strategie di gestione di portafoglio. La Federal Reserve si trova a una svolta significativa: il mercato prezza un possibile taglio dei tassi nella prossima riunione del 10 dicembre, con una probabilità vicino al 25%. Questa ipotesi trova riscontri nelle recenti performance del dollaro, che ha segnato la peggiore settimana degli ultimi quattro mesi.

In parallelo, la BCE resta in una fase di attenta osservazione, con i membri che continuano a segnalare la necessità di monitorare ulteriormente l’inflazione core e le potenziali derive del rischio Paese in alcuni Stati dell’area euro. Christine Lagarde è attesa in Parlamento europeo per un confronto sulle politiche future, mentre la Bank of Japan – come anticipato dal governatore Ueda – valuta l’ipotesi di un aggiustamento al rialzo dei tassi, ipotesi che avrebbe riflessi immediati sulla valuta nipponica e sui flussi di capitale globale.

Il quadro complessivo conferma un marcato orientamento prudenziale e una propensione a valutare caso per caso gli effetti delle misure sui mercati di riferimento. Rimane prioritaria la reazione dei mercati finanziari agli stimoli e alle strette monetarie, insieme alla credibilità delle istituzioni chiamate a difendere stabilità, liquidità e competitività nell’attuale scenario internazionale.