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E' vero che da ora il pignoramento può avvenire direttamente dall'avvocato del creditore senza giudice? Facciamo chiarezza

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Affidare direttamente all'avvocato del creditore la possibilità di avviare il pignoramento sui beni del debitore: cosa prevede la nuova proposta di legge

Negli ultimi mesi si discute di un’importante novità legislativa in tema di esecuzione forzata: la possibilità di attribuire agli avvocati dei creditori il potere di avviare direttamente il pignoramento, senza la preventiva verifica da parte di un giudice. Il disegno di legge 978, approvato dalla Commissione Giustizia del Senato, promette di rivoluzionare l’attuale equilibrio tra le parti, segnando un passaggio notevole nella disciplina del recupero crediti e suscitando numerose riflessioni anche in relazione alle garanzie per i debitori.

Come funziona oggi il pignoramento: la tutela del giudice

Attualmente, la procedura per il pignoramento prevede una tutela specifica per il debitore grazie all’intervento del giudice. Il creditore, per poter agire, deve presentare un ricorso. Tale richiesta deve essere documentata e fondata su prove scritte del credito. Il giudice verifica la regolarità e la fondatezza delle pretese prima di emettere un decreto ingiuntivo. Questo passaggio non è puramente formale:

  • il giudice garantisce un controllo imparziale sull’esistenza e sulla validità del diritto di credito;
  • l’atto che ne deriva è un provvedimento ufficiale che ordina il pagamento al debitore, notificato mediante canali istituzionali;
  • il debitore ha la possibilità di opporsi entro i termini previsti dalla legge, instaurando un vero e proprio processo ordinario in contraddittorio.
Questa struttura garantisce trasparenza, terzietà e tutela del diritto di difesa.

La nuova procedura proposta: il pignoramento diretto dall’avvocato del creditore

La proposta contenuta nel disegno di legge 978 introdurrebbe la possibilità per l’avvocato del creditore di inviare direttamente al debitore un atto formale di intimazione al pagamento, tendenzialmente senza bisogno del decreto ingiuntivo del giudice. Allegando le prove scritte del credito (come fatture o bollette non pagate), l’avvocato notificherebbe questa comunicazione ufficiale.

Al debitore verrebbero concessi 40 giorni per opporsi presentando ricorso davanti al giudice di pace. Se, allo scadere di tale termine, non fosse depositata alcuna opposizione, l’intimazione acquisirebbe valore di titolo esecutivo e permetterebbe al creditore di avviare immediatamente le azioni esecutive, incluso il pignoramento di beni o somme di denaro, come stipendi o pensioni.

Questo strumento riguarderebbe prevalentemente i crediti civili di modesta entità (fino a 10.000 euro), tra cui rientrano le utenze domestiche, i prestiti e i contratti al consumo; restano esclusi i mutui bancari. 

La riforma elimina, dunque, il passaggio attraverso il giudice e attribuisce direttamente al legale del creditore la facoltà di notificare un atto di intimazione ad adempiere al debitore, avviando azioni di esecuzione forzata inclusi pignoramenti su beni immobili, mobili o stipendi, senza alcun provvedimento del giudice.

Tuttavia, si tratta di una legge che, pur essendo data per ufficiale da tanti, non è stata in realtà ancora approvata realmente, per cui non è in vigore né tanto meno può attualmente produrre alcun effetto sui debitori.  Il disegno di legge 978 è stato approvato, infatti, in Commissione Giustizia del Senato. 

Le criticità e i rischi del pignoramento senza controllo giudiziale

L’assenza del controllo giudiziale solleva numerosi dubbi sulla tutela effettiva dei cittadini, in particolare di quelli meno esperti o in condizioni di difficoltà economica. Occorre considerare:

  • Perdita della garanzia di imparzialità: l’avvocato agisce nell’interesse esclusivo del creditore, senza la mediazione di un soggetto terzo come il giudice;
  • Effetto intimidatorio: la ricezione di atti formali, simili a provvedimenti giudiziari, può indurre il debitore a pagare anche in presenza di contestazioni legittime;
  • Rischi di truffe o abusi: l’eliminazione di filtri oggettivi potrebbe favorire iniziative arbitrarie o malintenzionate, soprattutto in un contesto dove le frodi digitali sono frequenti;
  • Accesso limitato all’assistenza: soggetti vulnerabili rischiano di non comprendere pienamente la procedura e perdere i termini di opposizione.

Le proposte di modifica e le possibili tutele per i debitori

Per bilanciare le esigenze di efficienza con la protezione dei diritti, sono state avanzate numerose proposte:
  • introduzione di un frontespizio obbligatorio chiaro e comprensibile, che specifichi la natura dell’atto e i diritti del destinatario;
  • indicazione del foro competente legato al luogo di residenza del debitore, per facilitare eventuali opposizioni;
  • allegazione di un pacchetto informativo con spiegazione dei rimedi difensivi e dei servizi pubblici di assistenza legale;
  • possibilità di opposizione tardiva in presenza di circostanze eccezionali, come clausole vessatorie nei contratti;
  • sospensione automatica delle procedure esecutive in caso di opposizione, fino alla decisione del giudice competente.