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Gli stipendi netti degli statali con rinnovo contratto CCNL P.A. sono minori del previsto per modifiche Irpef e cuneo fiscale?

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Non ci sarŕ alcuna riduzione degli aumenti per gli stipendi statali per effetto delle misure fiscali in vigore nel 2025: cosa cambia e i calcoli e gli esempi

Saranno minori gli aumenti degli stipendi della Pubblica Amministrazione dopo il rinnovo del contratto Ccnl per le misure fiscali del 2025? Le modifiche dell’Irpef e la rimodulazione del taglio del cuneo fiscale nel 2025 incideranno sul calcolo netto degli stipendi dei dipendenti e diverse saranno le modifiche per i dipendenti della Pubblica amministrazione, per cui è stato rinnovato il Ccnl. 

  • Quali sono le modifiche Irpef 2025 e come incidono sugli stipendi netti degli statali
  • Come cambia il taglio del cuneo fiscale nel 2025 e i calcoli sugli stipendi della P.A.
  • Calcoli ed esempi degli stipendi degli statali con il rinnovo Ccnl e le misure fiscali 2025 


Quali sono le modifiche Irpef 2025 e come incidono sugli stipendi netti degli statali

Le modifiche che si prospettano per l’Irpef nel 2025 interessano la revisione dell’aliquota di tassazione relativa al secondo scaglione di reddito. 

Con la nuova Manovra Finanziaria, il governo ha, infatti, confermato lo schema Irpef a tre aliquote, con l’obiettivo, però, di ridurre la seconda, portandola dal 35% al 33% ed estendendola ai redditi fino a 60mila euro e non più fino a 50mila. 

Ciò significa che per chi ha uno stipendio di 1.100 euro al mese, per esempio, per 13 mensilità, per un reddito complessivo annuo di 14.300 euro, non cambierà nulla a livello di tassazione, perché resta invariata l’aliquota del primo scaglione al 23%, e ci sarà un aumento dovuto al taglio del cuneo fiscale, ma cambierà lo stipendio netto di uno statale con un reddito annuo di 52mila euro, per circa 4mila euro lordi al mese. 

In questo caso, infatti, l’Irpef da pagare sarà di 17.160 euro invece di 18.200, con un risparmio di 1.040 euro, per cui è chiaro che per queste fasce di reddito, nonostante gli aumenti contrattuali stabiliti non ci sarà alcuna riduzione. Al contrario.

Come cambia il taglio del cuneo fiscale nel 2025 e i calcoli sugli stipendi della P.A.

Anche il nuovo taglio del cuneo fiscale inciderà sugli stipendi dei dipendenti statali il prossimo anno.

Cambia la sua modulazione, perché rispetto all’attuale sgravio contributivo del 7% per i redditi lordi annui fino a 25mila euro e del 6% per chi ha redditi tra 25mila e 25mila euro, il prossimo anno resterà così come attualmente previsto per i redditi fino a 20mila euro ma si tradurrà in un aumento della detrazione fiscale per chi ha redditi annui fino a 35mila euro e in una graduale riduzione delle tasse per gli statali con redditi superiori ai 35mila euro ed entro i 40mila euro. 

Calcoli ed esempi degli stipendi degli statali con il rinnovo Ccnl e le misure fiscali 2025 

E’ chiaro che queste novità incideranno sul calcolo degli stipendi netti dei dipendenti statali ma non con riduzioni.

Non ci saranno, infatti, importi minori del previsto per effetto delle modifiche dell’Irpef e del taglio del cuneo fiscale. Anzi, in alcuni casi, ci saranno anche ulteriori aumenti.

Il rinnovo contrattuale chiuso prevede aumenti medi a regime di circa 165,85 euro lordi al mese. In particolare, gli incrementi variano in base all’inquadramento del personale e sono, nello specifico, di:

  • 121,40 euro lordi al mese per gli operatori;
  • 127,10 euro al mese per gli assistenti;
  • 155,10 euro per i funzionari;
  • 193,90 euro per le elevate professionalità.
Considerando gli aumenti riportati e anche il fatto che in virtù di questi molti statali potrebbero salire di fascia reddituale, il taglio del cuneo fiscale applicato sotto forma di detrazione, che può arrivare fino a mille euro l’anno, è vantaggioso. E il motivo è presto spiegato.

Con il vecchio taglio del cuneo basato, se si superava la soglia dei 35 mila euro lordi di stipendio annuo, si arrivavano a perdere oltre mille euro all’anno.

Con il nuovo taglio riconosciuto come detrazione, nonostante l’aumento, si può comunque ottenere lo sconto fiscale, rimodulato proprio sul maggiore reddito.

Secondo alcuni calcoli elaborati dalla Fondazione nazionale dei Commercialisti, su un reddito imponibile di 32 mila euro circa, il nuovo taglio del cuneo fiscale si traduce in un aumento netto dello stipendio di mille euro l’anno. Sono circa 83 euro netti per 12 mensilità. 

A questi importo si aggiungono i 165 euro lordi medi mensili previsti dall’aumento del contratto. Cioè significa che non ci saranno importi minori degli aumenti ma questi ultimi di aggiungeranno ai vantaggi derivanti dal taglio del cuneo fiscale rivisto.

Stesso discorso vale per le modifiche Irpef. Sempre tramite le simulazioni della Fondazione nazionale dei Commercialisti, per un reddito imponibile di 36.000 euro circa, la riduzione di due punti della seconda aliquota Irpef, si tradurrebbe in un aumento di 627 euro l’anno, che diventerebbero 340 per redditi di circa 39 mila euro e 440 euro per chi supera i 50 mila euro.