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Guadagni su case in affitto potrebbero calare fortemente nel giro di 1-2 anni (e in parte subito)

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cresce il mercato immobiliare degli affitti di casa ma la tendenza potrebbe presto invertirsi: situazione attuale e cosa e perché potrebbe cambiare

Perché i guadagni su case in affitto potrebbero calare fortemente nel giro di 1-2 anni (e in parte subito)? Cresce il mercato immobiliare delle case e non solo per le compravendite, pur se negli ultimissimi mesi sono calate rispetto all’ottimo andamento precedente a causa dell’improvviso e importante rialzo dei tassi sui mutui, ma anche per gli affitti.

Crescono, infatti, coloro che per il momento decidono di rimanere a vivere in affitto piuttosto che avventurarsi con l’acquisto delle case in un momento decisamente poco conveniente per i tassi applicati, troppo alti e che implicano rate di mutuo più alte e importi da restituire che possono anche raddoppiare.

Il mercato degli affitti di case sta crescendo, generando molti guadagni, e non solo per la costante domanda in aumento (pur a fronte di prezzi di canoni di locazione aumentati) ma anche perché in molti decidono di investire nelle seconde case magari trasformandole in b&b o simili, o optando per gli affitti brevi, considerando la tassazione più bassa. Ma qualcosa si prepara a cambiare.

  • Perché i guadagni su case in affitto potrebbero calare già da subito
  • Cosa potrebbe far calare i guadagni su case in affitto nel giro di 1-2 anni  

Perché i guadagni su case in affitto potrebbero calare già da subito

I guadagni sulle case in affitto potrebbero cambiare, calando, sin da subito con una revisione della tassazione sulle stesse, con particolare riferimento alle case per affitti brevi. 

La crescita di case trasformate in b&b e per affitti brevi ha causato una forte distorsione sul mercato nonché grande concorrenza alle attività specificatamente per la ricezione turistica, ma si tratta di un andamento che a breve potrebbe cambiare, rendendo decisamente meno vantaggiosi gli affitti brevi rispetto ad ora.

Il punto di svolta potrebbe essere l’approvazione del nuovo Decreto Santanchè (dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè che lo ha proposto) che dovrebbe prevede una revisione du tasse e obblighi relativi agli affitti brevi che potrebbero portare alla perdita delle attuali agevolazioni.

Il governo sarebbe, infatti, a lavoro sulla definizione di nuove regole e norme per la regolarizzazione degli affitti brevi, che permettono di affittare case per un periodo massimo di 30 giorni e senza obbligo di registrazione dei relativi contratti. 

La ministra del Turismo Santanchè ha, infatti, parlato della necessità di intervenire con nuove strette sugli affitti brevi e soprattutto per chi gestisce decine di appartamenti che potrebbero prevedere:

  • la decisione di un minimo di notti per affittare case; 
  • la compilazione obbligatoria di un registro per chi ospita; 
  • nuove misure di tutela per le famiglie numerose che scelgono una casa piuttosto che un albergo;
  • nuovi incentivi per gli affitti brevi nei piccoli borghi di Italia dove non sono presenti strutture alberghiere.

Cosa potrebbe far calare i guadagni su case in affitto nel giro di 1-2 anni  

I guadagni su case in affitto potrebbe poi calare nel giro di 1-2 anni se dovessero diventare realtà gli obblighi imposti dall’Ue sulle case per renderle più green e si tratterebbe di condizioni che dovrebbero essere soddisfatte anche dalle case da affittare, il che si tradurrebbe per i proprietari in costi (anche elevati in alcuni casi) da sostenere per rendere le case da affittare assolutamente conformi agli obblighi Ue, riducendo così i vantaggi derivanti dagli affitti.

L’Ue ha, infatti, già imposto l’obbligo di ristrutturazione green delle case vecchie, insieme allo stop alle caldaie a gas, all’installazione di cucine a induzione al posto delle cucine a gas. Si tratta di obblighi per cui bisognerà pagare, e non poco, per adeguarsi.

Partendo dalla nuova legge Ue (già approvata) sulla ristrutturazione obbligatoria delle case, punta a rendere più efficienti le case ‘più vecchie’ e inquinanti di classe energetica F o anche G in molti casi. 

L’entrata in vigore della nuova legge europea dovrebbe seguire i seguenti passaggi:

  • entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E;
  • entro il 2033 la classe energetica da raggiungere dovrà essere la D;
  • entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello tale da garantire un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.
Secondo quanto previsto dalla nuova legge europea, l’obbligo di ristrutturazione varrà per tutte le case e gli edifici di classe inferiore a E ed entro il 2023 tutti gli edifici e le case di classe energetica inferiore a E, cioè F e G, dovranno essere ristrutturati per migliorare la propria classe energetica e ridurre, quindi, le proprie emissioni inquinanti. Sono, però, esenti da tale obblighi, tra altri immobili, le seconde case.

Accanto al nuovo obbligo di ristrutturazione green delle case, l’Ue ha anche imposto anche l’obbligo di sostituzione delle caldaie a gas: sarebbe, infatti, previsto lo stop all’acquisto e alla installazione di caldaie a gas, considerati impianti inquinanti, che dovrebbero del tutto scomparire in maniera graduale entro il 2029. 

Con il primo step tra il 2025 e il 2026, non saranno più disponibili i relativi incentivi che si potranno invece avere solo per l’installazione di tecnologie alternative e a sostituzione dei vecchi impianti, mentre il secondo step che si dovrebbe concludere entro il 2029, con lo stop totale alla vendita sul mercato delle caldaie a gas.

Ulteriore imposizione dall’Ue sulle case riguarda, infine, l’obbligo di sostituzione delle cucine a gas con cucine a induzione, passaggio che anche in tal caso potrebbe essere graduale, ma che implicherebbe lavori in casa da fare per chi decide di affittare casa. 

Le cucine a induzione non sono, infatti, inquinanti come le cucine a gas che usano combustibile per generare una fiamma che riscalda pentole e padelle, permettono di cucinare più velocemente, riducendo i tempi di cottura e, di conseguenza, il consumo di energia.


 

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