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I dati che Amazon conosce di noi e come condizionano la nostra vita incluso la possibilità di avere mutui e prestiti

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Quali dati raccoglie Amazon

Amazon conserva una mole di dati personali che vanno ben oltre la semplice cronologia degli acquisti.

Pochi sanno davvero quanto Amazon conosca dei propri utenti e come queste informazioni possano influenzare vari aspetti della nostra vita, inclusa la possibilità di ottenere mutui e prestiti. Facciamo il punto:

  • Una raccolta impressionante
  • Come Amazon utilizza i nostri dati
  • Il rischio di perdere mutui e prestiti

Quali dati raccoglie Amazon? Una raccolta impressionante

Amazon conserva una mole di dati personali che vanno ben oltre la semplice cronologia degli acquisti. Una nuova indagine - di cui ha dato notizia Milena Gabanelli nel suo Dataroom sul Corriere della Sera - ha mostrato come, su richiesta di un giornalista, Amazon abbia inviato 114 cartelle contenenti oltre 1.200 file con decine di migliaia di dati accumulati a partire dal 2014. Questi file comprendono l'elenco dei prodotti acquistati e una vera e propria radiografia digitale dell'utente: modelli di dispositivi utilizzati, prodotti cercati o anche solo visualizzati, fatture, foto, chat con il servizio clienti, brani musicali ascoltati su Amazon Music, film visti su Prime Video, estremi delle carte di credito e persino la posizione geografica al momento dell'utilizzo delle carte.

Questa raccolta di informazioni si suddivide in due categorie: le informazioni certe, ovvero quelle fornite dall'utente come nome, età, indirizzi di casa e lavoro, numeri di cellulare e posizione geolocalizzata, e le informazioni presunte, elaborate tramite algoritmi e intelligenza artificiale. Quest'ultima categoria permette ad Amazon di dedurre aspetti molto personali della nostra vita, come il reddito familiare, la presenza di figli, le abitudini di consumo e persino i cambiamenti nella nostra vita, come un trasloco o una nuova vacanza.

Come Amazon utilizza i nostri dati

Il patrimonio informativo accumulato da Amazon non rimane archiviato nei suoi server. Viene utilizzato per personalizzare i servizi offerti e soprattutto per la pubblicità mirata. Quando navighiamo su Amazon, ogni nostro click contribuisce a costruire un profilo dettagliato delle nostre preferenze, che viene poi utilizzato per proporci i prodotti più affini ai nostri gusti. Il meccanismo è semplice ma potentissimo: più un annuncio è tarato sulle esigenze dell'utente, maggiori sono le possibilità che venga cliccato, con vantaggi economici per Amazon, che dal business pubblicitario ha generato oltre 50 miliardi di dollari.

Nonostante l'azienda dichiari di non vendere i nostri dati personali a terzi, autorizza comunque 96 società esterne, inclusi colossi come Google e Facebook, a utilizzare dei cookie per raccogliere informazioni sull'utente, soprattutto per misurare le prestazioni pubblicitarie. Sebbene queste informazioni non possano essere usate per identificarci personalmente, resta il fatto che Amazon accumula un vero e proprio tesoro digitale che le consente di profilare gli utenti in modo estremamente dettagliato, incasellandoli in target specifici che spaziano dai fashionisti agli amanti del jazz, fino a profili ancora più specifici come i genitori attenti all'educazione degli adolescenti.

Il rischio di perdere mutui e prestiti

Uno degli aspetti più preoccupanti dell'enorme mole di dati raccolti da Amazon riguarda il potenziale impatto sulla nostra affidabilità creditizia. Attraverso il suo servizio CreditLine, offerto in collaborazione con la finanziaria francese Cofidis, Amazon permette ai suoi clienti di acquistare a rate i prodotti presenti sulla piattaforma. Ma ogni volta che un finanziamento viene aperto, Cofidis comunica le informazioni a società che gestiscono le banche dati di informazioni creditizie, come Experian Italia, Crif e Ctc. Questi database, a loro volta, sono consultati da banche e finanziarie per decidere se concedere prestiti, mutui o persino forniture di servizi come energia e gas.

Se da un lato questo sistema garantisce una maggiore sicurezza contro le frodi, dall'altro introduce un meccanismo pericoloso: chi non paga puntualmente le rate di Amazon o accumula debiti sproporzionati rispetto al proprio reddito può essere classificato come pagatore a rischio. Un punteggio basso nel credit score limita la possibilità di ottenere finanziamenti o accedere a servizi.

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