Il colosso dell’e-commerce ha annunciato l’avvio di un massiccio piano di riduzione del personale: da oggi, martedì 28 ottobre, circa 30mila dipendenti si vedranno recapitare via mail la comunicazione di interruzione del rapporto di lavoro. Si tratta del più ampio taglio della forza lavoro aziendale mai registrato nella storia del gigante digitale. La notizia giunge alcune settimane dopo le prime indiscrezioni che preannunciavano una possibile ristrutturazione su larga scala, motivata dalle strategie adottate durante la pandemia e da nuovi scenari tecnologici. L’interesse globale per questo evento è elevato, data la portata internazionale e le possibili ripercussioni anche in altri mercati. La scelta di ridurre il personale rappresenta un cambiamento significativo per l’azienda di Seattle e riflette una tendenza che interessa l’intero settore tecnologico mondiale.
Le ragioni dietro i 30mila licenziamenti: costi, pandemia e automazione
Le cause che hanno portato all’eliminazione di circa 30mila posizioni sono diverse e stratificate. Tra le più rilevanti rientrano la necessità di ridurre i costi operativi e bilanciare le assunzioni effettuate durante il periodo pandemico. Tra il 2020 e il 2021, la domanda straordinaria di shopping online portò Amazon e altre big tech ad avviare campagne massicce di reclutamento, per rispondere all’incremento di ordini e alle nuove esigenze logistiche. Tuttavia, con il progressivo ritorno a una normalità pre-pandemica, i volumi si sono assestati su livelli più prevedibili, rendendo insostenibile il mantenimento di una forza lavoro tanto numerosa.
I 3 motivi principali, schematicamente, che hanno portato a questa drastica decisione:
- Razionalizzazione dei costi: L’obiettivo è snellire la struttura organizzativa riducendo le spese, anche in vista di investimenti in settori ad alta tecnologia.
- Effetto post-pandemia: La fine dell’emergenza sanitaria ha ridotto la necessità di personale extra, portando le aziende a correggere la propria dimensione interna.
- Puntare sull’efficienza: La crescita rapida della burocrazia interna e dei livelli manageriali ha suggerito la necessità di semplificare i processi, eliminando duplicazioni e ruoli considerati non più essenziali.
Un quarto ulteriore e decisivo elemento che spinge verso questa riduzione è rappresentato dall’accelerazione tecnologica. L’azienda, infatti, ha già annunciato l’adozione di processi di automazione e l’integrazione crescente di intelligenza artificiale per gestire molte mansioni prima affidate a operatori umani. Dal punto di vista quantitativo, i tagli colpiscono intorno al 10% del personale impiegatizio, lasciando pressoché invariata la forza lavoro impiegata nei magazzini, che resta numericamente predominante.
Chi sono i lavoratori a rischio: settori e mansioni coinvolti
I licenziamenti non interessano un singolo ambito operativo, ma si estendono a diversi settori chiave dell’azienda. Le comunicazioni interne hanno evidenziato che tra le prime aree colpite ci sono:
- Corporate: Personale impiegato negli uffici direzionali e amministrativi, incluso chi si occupa di risorse umane, advertising, pagamenti e gestione finanziaria.
- Settore logistica di livello superiore: Funzioni legate al coordinamento delle attività di magazzino, di gestione ordini e delle piattaforme logistiche centrali.
- Reparto dispositivi e servizi: Risorse coinvolte nello sviluppo di soluzioni tecnologiche e servizi digitali accessori.
- Altri dipartimenti: Tra cui divisioni che si occupano di gaming, cloud computing e comunicazioni.
Analizzando il profilo dei lavoratori maggiormente coinvolti, emerge che l’impatto sarà più marcato sulle mansioni caratterizzate da processi ripetitivi o facilmente automatizzabili. Secondo alcuni report, la divisione delle risorse umane potrebbe vedere un taglio fino al 15% del personale. Una parte dei dipendenti potrà essere chiamata a trasferirsi in altre città sede di centri decisionali come Seattle, Arlington o Washington DC, elemento che aggiunge ulteriore incertezza lavorativa.
| Settore/Mansione |
Probabilità d’impatto |
| Corporate & Risorse Umane |
Alta |
| Gestione logistica centrale |
Moderata |
| Sviluppo dispositivi & servizi digitali |
Moderata |
| Lavoratori di magazzino |
Bassa-moderata (impatto futuro possibile) |
Il ruolo dell'intelligenza artificiale e della robotica nella riduzione del personale
L’annuncio della sostituzione di parte della forza lavoro con sistemi di intelligenza artificiale non è una novità per il settore tecnologico, ma rappresenta un punto di svolta per Amazon. Il CEO Andy Jassy aveva già anticipato che la crescita degli strumenti di automazione avrebbe portato a una diminuzione delle risorse impiegate nelle attività di routine. Sono in fase di implementazione nuove piattaforme robotiche e software avanzati in grado di automatizzare il 75 per cento delle attività tradizionalmente affidate a operatori umani.
Le applicazioni dell’IA riguardano principalmente:
- Processi amministrativi: Analisi dei dati, gestione ordini e fatturazione automatizzata.
- Logistica e magazzino: Utilizzo di robot per il trasporto e la movimentazione di merci, selezione automatizzata degli articoli, controllo qualità informatizzato.
- Customer service e supporto: Introduzione di chatbot intelligenti e sistemi di assistenza automatica in grado di gestire elevati volumi di richieste.
La spinta verso l’automazione consente di ottenere risparmi consistenti, con stime che prevedono miliardi di dollari di efficienza ogni anno. Gli investimenti su robotica e tecnologia, tuttavia, pongono il tema della ricollocazione di quanti svolgono mansioni oggi sempre più esposte all’avanzare delle macchine. L’impatto positivo, in termini di efficienza aziendale, viene quindi controbilanciato dal rischio sociale derivante dalla progressiva sostituzione tra persone e processi automatizzati.
Le prospettive future: possibili impatti in Italia e reazioni dei sindacati
L’ondata di licenziamenti prevista negli Stati Uniti potrebbe influenzare, almeno indirettamente, il mercato occupazionale europeo. Al momento non sono state comunicate riduzioni immediate del personale in Italia, ma l’esperienza degli ultimi tagli avvenuti tra il 2022 e il 2023 suggerisce che simili ristrutturazioni possano avere ripercussioni anche nelle branch locali di Amazon nel medio termine.
Le sigle sindacali seguono con attenzione l’evolversi della vicenda, sottolineando la necessità di una gestione trasparente e condivisa dei processi di riorganizzazione. Preoccupazioni maggiori vengono espresse per:
- Impatto sui diritti dei lavoratori: Maggiore richiesta di tutele contro licenziamenti improvvisi e supporto alla ricollocazione professionale.
- Effetti sociali e occupazionali: Preoccupazione per la perdita dei redditi familiari in un contesto di forte inflazione e rincari generali.
- Diffusione delle pratiche automatizzate: Rischio che l’adozione massiccia di IA e robot in altri Paesi europei possa portare a un progressivo depotenziamento occupazionale anche in Italia.
La richiesta di confronto tra aziende, istituzioni e parti sociali si fa sempre più pressante, con la necessità di aggiornare le normative in materia di licenziamento collettivo e riconversione professionale. In questo senso, l’osservazione della regolamentazione ai sensi della legge n. 223/1991 sul licenziamento collettivo e delle direttive europee sulla protezione dei lavoratori resta centrale per garantire percorsi di uscita meno traumatici.
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