Quali sono i casi in cui i pensionati pubblici possono essere reimpiegati sempre nella P.A.: ecco cosa prevede la nuova sentenza della Corte dei Conti del Molise
Cosa ha stabilito la nuova sentenza 2025 della Corte dei Conti del Molise per il reimpiego di pensionati statali nella Pubblica Amministrazione? Quando ci si colloca a riposo, si ha la possibilità di tornare a lavorare, subito o anche dopo un po' di tempo, a discrezione di quanto decide di fare ogni singolo pensionato.
E, contrariamente a quanto accadeva in passato, non è più previsto alcun limite più alla cumulabilità dei redditi da pensione con quelli da lavoro. E ora arriva una ulteriore novità: i pensionati che erano impiegati nella pubblica amministrazione possono tornare a lavorare per ricoprire ancora incarichi pubblici: a stabilirlo è stata una recente sentenza 2025 della Corte dei Conti del Molise. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la sentenza.
E', infatti, possibile il ritorno a lavoro alle dipendenze pubbliche per chi è già in pensione solo per attività di formazione, affiancamento e assistenza ai neoassunti.
Secondo la Corte dei Conti del Molise, si possono conferire incarichi retribuiti a personale in quiescenza per attività di formazione e affiancamento ai più giovani ma solo a condizione che gli incarichi siano caratterizzati dalla mera condivisione dell'esperienza maturata dal pensionato, in favore del personale neoassunto, per un periodo di tempo determinato e che vengano rispettati i limiti imposti dalla legge.
I giudici hanno sottolineato che l'attività del pensionato deve consistere esclusivamente nella trasmissione di conoscenze e competenze acquisite durante il servizio attivo, senza assumere ruoli direttivi o di responsabilità gestionale.
Inoltre, il rapporto di lavoro deve essere temporaneo e finalizzato al supporto del personale neoassunto e non può trasformarsi in una forma di sostituzione o prolungamento dell'attività lavorativa precedente.
La legge in vigore non permette, infatti, agli enti pubblici di conferire incarichi di studio e consulenza a soggetti già lavoratori pubblici ma in pensione.
Non è, inoltre, possibile riassumerli in incarichi dirigenziali, direttivi o che comportino poteri gestionali.
La stessa legge stabilisce, però, che le pubbliche amministrazioni possano conferire incarichi individuali se sussistono particolari esigenze per cui siano richieste competenze altamente specialistiche.
In questi casi, è possibile rivolgersi al personale pubblico già in pensione ma in possesso di particolari conoscenze tali da poter essere messe al servizio di chi ha necessità di imparare.
Il reimpiego dei pensionati statali deve avvenire tramite procedure selettive pubbliche e trasparenti, deve essere sempre adeguatamente motivato e deve essere un’eccezione e non la regola per garantire un efficiente ricambio generazionale.