Le gestioni separate offerte attraverso le agenzie tradizionali si sono dimostrate le più redditizie, con una media di rendimento lordo del 3%.
A fornire il quadro più completo sull'andamento delle polizze vita è, come ogni anno, Prometeia, che attraverso i dati raccolti dalla banca dati Mia, ha pubblicato la sua consueta analisi delle gestioni separate associate alle polizze vita.
Nonostante le flessioni sui rendimenti obbligazionari governativi, che nel corso dell'anno sono diminuiti rispetto al 2023, le gestioni separate hanno confermato la loro capacità di ammortizzare gli scossoni di mercato, offrendo rendimenti in linea o superiori rispetto a 12 mesi prima. La fotografia scattata da Prometeia mostra infatti un rendimento medio lordo del 2,79% per le polizze in commercio, in netto miglioramento rispetto al 2,59% registrato nel 2023. In un contesto ancora influenzato da inflazione, rialzi dei tassi e oscillazioni nei prezzi degli attivi finanziari, questo dato è un segnale positivo per un comparto spesso sottovalutato. Vediamo nel dettaglio:
Particolarmente positiva è stata anche la performance delle gestioni separate collegate ai Piani individuali pensionistici. In questo segmento, che ha visto crescere l'attenzione soprattutto da parte dei lavoratori autonomi e dei giovani, il rendimento medio lordo si è attestato al 2,93%, segnando un incremento rispetto al già buono 2,76% del 2023. Anche in questo caso si conferma la solidità dello strumento Pip, che, sebbene più vincolante sotto il profilo temporale, offre in cambio una stabilità di rendimento superiore alla media dei fondi aperti o dei comparti più aggressivi del secondo pilastro.
Una parte del merito di questi risultati è legata alla gestione oculata dei portafogli e alla capacità delle compagnie di realizzare plusvalenze nei momenti opportuni. L'uso di plusvalenze già maturate possa comportare un sacrificio delle performance future, poiché si attinge a margini accumulati nel passato per sostenere il rendimento presente. Questo trade-off tra rendimenti attuali e sostenibilità futura deve essere valutato con attenzione sia da parte delle compagnie sia dagli assicurati.
Se il rendimento medio si aggira intorno al 2,8% lordo, alcune gestioni separate hanno però brillato per performance, riuscendo a superare la soglia simbolica del 4%, e in alcuni casi anche con ampio margine. Il caso più emblematico è quello del fondo Capitalbank di HDI Assicurazioni, che ha realizzato un rendimento del 7% lordo. Si tratta di una gestione separata di piccole dimensioni (circa 7 milioni di patrimonio), rimasta per anni dormiente, ma riattivata nel 2024 in concomitanza con il lancio di una nuova polizza chiamata Hdi Doppio Valore. Quest'ultima ha la particolarità di essere collegata a due gestioni separate contemporaneamente, un unicum nel mercato italiano. Il risultato sopra la media è stato in larga parte determinato dalla buona resa dei titoli in portafoglio, selezionati in anni in cui i rendimenti obbligazionari erano elevati.
Non è stata un'eccezione isolata. Secondo i dati Prometeia, almeno una quindicina di gestioni separate ha superato la soglia del 4%. Tra queste spiccano Vittoria Obiettivo Valore (4,58%), Previr di Gamalife (4,56%), Crédit Agricole Vita Equilibrio (4,54%), Athora Risparmio Protetto (4,53%), Fondivita di Unipolsai (4,43%). Queste gestioni sono la fascia alta dell'offerta assicurativa italiana e spesso si distinguono anche per una politica di investimento più attiva, una diversificazione ampia e una maggiore quota di attivi illiquidi (come immobili o private debt) che contribuiscono alla tenuta dei rendimenti nel medio periodo.
Uno degli elementi tecnici che hanno inciso sul risultato 2024 è l'accantonamento nei fondi utili. Come già avvenuto in passato, molte compagnie - 21 secondo i dati Prometeia - hanno scelto di non distribuire immediatamente tutto il rendimento ottenuto, ma di destinarne una parte a un fondo di riserva, destinato a garantire rendimenti più stabili negli anni a venire. Questo meccanismo, noto come fondo utili, consente di lisciare le performance tra un anno e l'altro, evitando picchi e cali eccessivi.
Un impulso ulteriore a questo tipo di gestione è arrivato anche dal nuovo provvedimento Ivass 151 del 2024, che ha ampliato la possibilità per le imprese di accantonare plusvalenze nette in fondi utili e di applicarne le regole anche ai contratti già in essere. Lo scopo è duplice: da un lato offrire agli assicurati rendimenti più prevedibili e meno volatili, dall'altro aumentare la flessibilità gestionale delle compagnie, che possono così operare con maggiore lungimiranza in un contesto di mercato complesso e a volte imprevedibile.