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Milioni di poveri in Italia senza nessun sostegno statale. A chi rivolgersi e quali sono gli aiuti reali alternativi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Milioni poveri Italia senza sostegno sta

Sono oltre 5,7 milioni le persone che vivono in condizioni di povert assoluta in Italia: quali aiuti non statali possono ricevere da enti locali, regioni o associazioni

Secondo i dati ISTAT, nel 2025 oltre 5,7 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta in Italia, coinvolgendo circa l’8,4% delle famiglie italiane. Il fenomeno non si limita esclusivamente alle fasce estreme di popolazione ma interessa trasversalmente bambini, giovani, lavoratori e, in misura crescente, anziani soli.

Le cause sono molteplici: dalla persistenza di bassi salari alla precarietà lavorativa, passando per l’aumento dei costi dell’abitare e dei beni di prima necessità. Il rischio di esclusione sociale resta particolarmente elevato per le famiglie numerose, i nuclei monogenitoriali, gli immigrati e chi vive nelle regioni meridionali, aggravando il divario territoriale.

Milioni di poveri esclusi dai sostegni statali: cause e limiti del sistema di welfare

Sebbene l’Italia disponga di un articolato sistema di welfare, una larga parte della popolazione povera resta esclusa dalle principali misure di sostegno statale. Le ragioni di questa esclusione sono diverse e possono essere ricondotte sia ai requisiti normativi che alle carenze strutturali dell’attuale modello di welfare.

Una prima causa risiede nell’impostazione categoriale dei principali aiuti, come l’Assegno di Inclusione o il Supporto per la Formazione e il Lavoro, che spesso limitano l’accesso a chi non rientra in precise categorie (presenza di minori, disabili, over 60, condizioni di svantaggio sociale certificate). Per chi vive solo e non appartiene a tali gruppi, o non soddisfa i rigidi requisiti economici e patrimoniali (come limiti ISEE, reddito familiare e patrimonio immobiliare), il sostegno non è assicurato.

Un secondo limite riguarda la complessità delle procedure, l’obbligo di presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica per il calcolo dell’ISEE e il rischio di mancata informazione tra i soggetti più marginalizzati, come anziani e immigrati. Inoltre, l’ISEE stesso, pur essendo un indicatore di riferimento, non sempre riflette con precisione le reali condizioni di povertà, rischiando di escludere chi si trova a pochi euro sopra la soglia prevista.

I principali aiuti statali disponibili e requisiti per l'accesso

Nel 2025 le misure nazionali a contrasto della povertà sono articolate e indirizzate a specifiche condizioni sociali ed economiche e comprendono, per esempio:

  • Assegno di Inclusione (ADI): Sostituisce il Reddito di Cittadinanza ed è rivolto a nuclei familiari con almeno un minore, un disabile, un over 60 o persone in condizioni di svantaggio. Erogato per 18 mesi, rinnovabili, a chi ha ISEE fino a 10.140 euro e reddito familiare annuo inferiore a 6.500 euro (o 8.190 per nuclei con over 67 o disabili gravi).
  • Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL): Rivolto a soggetti tra i 18 e i 59 anni in grado di lavorare, con ISEE fino a 10.140 euro; prevede un’indennità di 500 euro mensili previa adesione a percorsi formativi.
  • Assegno Sociale: Prestazione assistenziale per over 67 con forti difficoltà economiche, importo fino a 538,69 euro/mese per chi ha reddito inferiore a 7.002,97 euro (singoli) o 14.005,94 euro (coniugati).
  • Carta Dedicata a Te: Carta prepagata di 500 euro per nuclei con ISEE sotto 15.000 euro, per acquisti di beni di prima necessità; è incompatibile con altri sostegni statali simili.
  • Carta Acquisti: Contributo di 40 euro mensili riservato agli over 65 o a famiglie con bimbi sotto i 3 anni e ISEE inferiore a 8.117,17 euro.
Oltre a questi, sono previsti bonus per affitto, asilo nido, bollette, libri scolastici, psicologo, animali domestici e detrazioni dedicate, con fasce ISEE variabili. Per ogni prestazione sono richiesti requisiti specifici: presenza di soggetti tutelati in famiglia, limiti patrimoniali, residenza, regolarità contributiva. Le domande si presentano generalmente sul sito Inps o rivolgendosi a Caf o Patronati locali.

Gli aiuti alternativi: quali supporti da regioni, enti locali, associazioni e come richiederli

Al welfare statale, a cui milioni di poveri non accedono come testimoniato dai dati, si affianca una rete diffusa di aiuti non statali per i poveri in Italia, basata sul supporto di regioni, comuni, associazioni laiche e religiose, fondazioni e organizzazioni del Terzo Settore, che offrono misure come:

  • Reddito alimentare: Distribuzione gratuita di pacchi alimentari recuperando prodotti invenduti della GDO, promossa ed erogata dai Comuni capoluogo coinvolgendo enti del Terzo Settore aderenti ai progetti FEAD. Occorre rivolgersi ai servizi sociali comunali o alle associazioni partner per l’accesso.
  • Empori solidali: Supermercati sociali in cui persone con ISEE basso (in media tra 3.000 e 10.000 euro) possono fare la spesa grazie a tessere rilasciate dai servizi sociali. Presenza in molte città e comuni, spesso gestiti da reti di volontari in collaborazione con i Comuni.
  • Contributi regionali e comunali: Aiuti per soggiorni estivi, microcredito e prestiti d’onore, bandi per rette asili, contributi per morosità incolpevole, borse di studio, sussidi mirati a bisogni emergenziali (malattia, disabilità, disagio abitativo, lavoro).
  • Caritas, Croce Rossa, Banco Alimentare e associazioni laiche: Distribuzione di pasti, sportelli di ascolto, sostegno psicologico e domiciliare, raccolta e redistribuzione di beni di prima necessità. Accesso prevalentemente tramite centri di ascolto parrocchiali o tramite i servizi sociali.
  • Bonus affitti e libri per famiglie svantaggiate con almeno un figlio.
Per ottenere questi aiuti, bisogna generalmente rivolgersi al proprio Comune di residenza o ai centri delle principali associazioni. La documentazione richiesta può comprendere la certificazione ISEE, dichiarazioni di disagio o la residenza. Ogni territorio dispone di propri regolamenti e canali di accesso, rendendo necessario informarsi presso le sedi locali.

 

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