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Il debito globale cresce sempre di più: 346 trilioni tra Stati e aziende. I rischi e soluzioni possibili

di Marcello Tansini pubblicato il
Rischi e soluzioni

Il debito globale supera i 346 trilioni tra Stati e aziende, con cause diverse, nuovi rischi e opportunità. Analisi di trend, settori chiave, impatti economici e strategie.

Secondo l'analisi dell'Institute of International Finance, nei primi tre trimestri del 2025 si è assistito a un aumento superiore a 26 trilioni di dollari, portando l'ammontare totale a quasi 346 trilioni di dollari, pari al 310% del PIL globale.

I motori di questa escalation sono stati Stati Uniti, Cina e l'insieme dei mercati maturi, a cui si aggiunge una ripresa del debito nei paesi emergenti. Queste dinamiche sono accompagnate da un contesto di cambiamenti geopolitici, nuove politiche fiscali e forti investimenti tecnologici che alimentano l'espansione finanziaria delle imprese.

L'esplosione del debito pubblico: cause, paesi chiave e impatti

La crescita del debito pubblico è il fenomeno che desta maggiore preoccupazione fra gli osservatori e gli investitori globali. I governi di Stati Uniti e Cina si confermano al vertice per incremento degli indebitamenti, seguiti da economie europee avanzate quali Francia, Italia e Germania. L'istituto di ricerca sottolinea che 17 trilioni di aumento riguardano più direttamente i cosiddetti mercati maturi, la cui esposizione complessiva ha superato i 230 trilioni.

Fra le cause principali si segnalano:

  • Deficit di bilancio strutturali ancora elevati, con disavanzi pubblici che perdurano da anni
  • Effetti persistenti dei pacchetti di stimolo lanciati durante e dopo la crisi pandemica
  • Lancio di nuovi piani di stimolo previsti nel 2026, in particolare in Giappone, Stati Uniti, Germania e Cina
L'impatto sul sistema economico appare duplice. Da un lato, gli oneri finanziari per interessi aumentano mettendo sotto pressione i bilanci statali; dall'altro, la capacità di intervento fiscale resta limitata, soprattutto in Europa, dove il rapporto fra entrate e PIL è tra i più alti a livello globale. L'attenzione degli investitori si sposta di conseguenza sulle aste di titoli di Stato e sui programmi di finanziamento futuro, soprattutto in previsione di potenziali sentenze della Corte Suprema statunitense che potrebbero incidere sui meccanismi di gestione dei dazi e sulle capacità di spesa dei governi. Crescono inoltre i rischi sovrani, mentre le tensioni sul prezzo dell'oro riflettono strategie di copertura contro scenari d'incertezza legati a un aumento degli interessi.

Il debito delle imprese non finanziarie: focus su AI, clean tech e difesa

L'esposizione delle società non finanziarie si trova oggi in forte crescita, avvicinandosi a quota 100 trilioni di dollari. Nel dettaglio, l'allocazione dei nuovi debiti ha favorito comparti ad alta innovazione come l'intelligenza artificiale, il settore delle tecnologie pulite e la difesa:

  • AI: le aziende attive nello sviluppo dell'intelligenza artificiale hanno registrato ritmi senza precedenti nell'emissione di obbligazioni e nell'accumulazione di leva finanziaria, supportate dalla domanda globale di infrastrutture, software e servizi legati a questa tecnologia.
  • Clean tech: il segmento delle tecnologie sostenibili - in particolare in Cina, Brasile e Corea - ha visto nuovi importanti investimenti finanziati attraverso debito, puntando su energie rinnovabili, elettrificazione e riduzione delle emissioni.
  • Difesa: anche se l'accesso delle aziende della difesa ai mercati finanziari resta limitato rispetto ad altri comparti, la necessità di modernizzazione delle capacità militari spinta dalle istituzioni pubbliche europee e statunitensi comporta una crescente attenzione sulle dinamiche di credito di queste aziende.
In prospettiva, la maggiore leva di questi settori sta cambiando l'assetto dei mercati del credito, orientandoli verso un mix di rischio e opportunità più pronunciato rispetto al passato. Le aziende che riusciranno a mantenere sostenibilità finanziaria e flussi di cassa stabili potranno meglio affrontare la volatilità prevista nei prossimi anni.

Mercati emergenti e finanziamento internazionale: rischi sovrani e dipendenza dal dollaro

Per le economie emergenti, la corsa all'indebitamento mostra nuove criticità legate sia al rischio sovrano sia alla persistente dipendenza dal dollaro statunitense. Il debito nei mercati emergenti ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando 115 trilioni di dollari, con Brasile, Russia, Corea, Polonia e Messico tra i principali protagonisti di questo incremento.

Nonostante vari dibattiti sulla cosiddetta de-dollarizzazione, il 2025 ha visto rafforzarsi la propensione a ricorrere a emissioni in valuta statunitense, con le emissioni di eurobond ai massimi di sempre. L'accesso ai mercati internazionali resta tuttavia selettivo: alcuni paesi sono ostacolati da recenti ristrutturazioni del debito, e la partecipazione del settore privato a tavoli di rinegoziazione - come previsto dal Global Sovereign Debt Roundtable - è oggi più che mai necessaria per ridurre i rischi sistemici.

L'indebolimento relativo del dollaro nel corso dell'anno ha favorito l'incremento del valore nominale dei debiti denominati in altre valute, accentuando la vulnerabilità degli emittenti meno solidi in caso di variazioni improvvise dei tassi di cambio e di nuove tensioni internazionali.

Rifinanziamento e scadenze: i rimborsi per Stati e aziende nel 2026

Il prossimo anno si profila particolarmente complesso per gli Stati e le imprese chiamati a rifinanziare debiti in scadenza. Secondo i dati più recenti, i mercati avanzati dovranno affrontare oltre 16 trilioni di dollari di rimborsi, mentre gli emergenti sono attesi al confronto con quasi 8 trilioni.

Il quadro è reso più complesso da:

  • Livelli di rendimento elevati rispetto al periodo pre-pandemico
  • Maggior selettività da parte degli investitori, con particolare attenzione ai fondamentali di bilancio e alla sostenibilità dei flussi futuri
  • Percorso incerto della politica monetaria, che potrà incidere sulla facilità o meno di accesso al credito
Nella tabella seguente sono riassunti i principali dati sulle scadenze di rimborso:

Area

Rimborsi previsti 2026 (trilioni $)

Mercati maturi

16+

Mercati emergenti

~8

L'esigenza di gestire simultaneamente rifinanziamenti e nuovi investimenti rischia di accentuare le tensioni sui mercati del credito, con possibili ripercussioni in particolare su economie maggiormente indebitate o con minore credibilità sui mercati.

Le nuove frontiere del debito: private credit e debito green

Fra le tendenze più osservate del decennio spiccano la crescita del private credit e l'evoluzione del debito green. Il private credit, categoria ancora poco definita a livello regolamentare, ha visto passare il proprio mercato globale da 500 miliardi di dollari a quasi 1.800 miliardi nel giro di poco più di un decennio. Tuttavia, si conferma tuttora marginale rispetto alla dimensione complessiva della finanza globale.

La riduzione dei tassi nei mercati avanzati potrebbe conferire nuovo slancio a questa asset class, attraendo investitori in cerca di rendimenti non correlati ai tradizionali strumenti bancari o obbligazionari.

Per quanto riguarda i titoli sostenibili, l'universo del debito green ha raggiunto 7,8 trilioni di dollari. Dopo un periodo di fortissima espansione, la dinamica delle nuove emissioni si è però attenuata. L'attenzione crescente verso investimenti in AI, difesa e infrastrutture digitali sta mettendo temporaneamente in secondo piano le priorità della finanza sostenibile, specie nei paesi avanzati ed emergenti impegnati nella riconversione industriale.