Indennità di accompagnamento 2025: cosa succede in caso di ricovero in casa di riposo o RSA. Regole, limiti e requisiti per non perdere il diritto al contributo
L'indennità di accompagnamento 2025 è un sostegno economico essenziale per le persone con disabilità grave. Questo contributo assistenziale si distingue da altre misure di supporto sociale per la relativa semplicità della procedura burocratica. I requisiti necessari per ottenere il beneficio economico, erogato per 12 mensilità e soggetto a rivalutazione annuale, sono chiaramente definiti e presentano poche ambiguità.
Lo stesso vale per le condizioni che possono determinare la sospensione o la perdita del diritto all'indennità di accompagnamento. Un caso particolarmente rilevante riguarda il ricovero in strutture sanitarie, case di riposo o RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali). Quali sono le regole che si applicano in queste situazioni? Il beneficiario continua a percepire l'indennità o questa viene temporaneamente sospesa
Prima di esaminare la questione specifica del ricovero, è utile ricordare quali sono i requisiti fondamentali per avere diritto all'indennità di accompagnamento nel 2025. Questo contributo assistenziale viene riconosciuto a persone che presentano:
Per quanto riguarda i requisiti di cittadinanza e residenza, il beneficio è accessibile a:
La normativa stabilisce regole precise riguardo al mantenimento dell'indennità di accompagnamento durante i periodi di ricovero in strutture sanitarie o assistenziali. Il criterio discriminante è rappresentato dall'onere economico del ricovero stesso.
L'indennità di accompagnamento viene temporaneamente sospesa quando:
Questo principio si applica ai ricoveri in reparti ospedalieri di lungodegenza o riabilitativi, dove il mantenimento del paziente è completamente a carico dell'ente pubblico. In questi casi, si presume che l'assistenza fornita dalla struttura sanitaria sostituisca quella che verrebbe normalmente garantita dall'accompagnatore.
Il beneficiario dell'indennità di accompagnamento o chi lo rappresenta legalmente ha l'obbligo di comunicare all'INPS l'avvenuto ricovero in una struttura pubblica entro 30 giorni dall'inizio della degenza. La mancata comunicazione può comportare la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite durante il periodo di ricovero gratuito.
Tale comunicazione può essere effettuata attraverso i canali ufficiali dell'INPS:
Su questo specifico argomento, l'INPS ha fornito importanti chiarimenti. Le RSA sono caratterizzate da una particolare modalità di finanziamento che prevede:
Di conseguenza, il beneficiario dell'indennità di accompagnamento ricoverato in una RSA continua a percepire regolarmente il sussidio anche durante il periodo di permanenza nella struttura. Questo principio è stato ribadito in diverse occasioni dall'INPS e costituisce un'interpretazione consolidata della normativa vigente.
È importante sottolineare che, in molti casi, l'indennità di accompagnamento percepita dal beneficiario ricoverato in RSA viene utilizzata proprio per contribuire al pagamento della quota alberghiera/assistenziale a suo carico. Questo rappresenta una delle finalità implicite della prestazione, che è quella di fornire un supporto economico per far fronte alle spese assistenziali determinate dalla condizione di non autosufficienza.
Alcune RSA possono richiedere che l'indennità di accompagnamento venga almeno in parte destinata al pagamento della retta, ma questa richiesta non ha fondamento legale vincolante, poiché l'indennità è un beneficio personale del titolare che ne può disporre liberamente.
Per evitare confusione, è utile chiarire la differenza tra un ricovero ospedaliero (che può comportare la sospensione dell'indennità) e un ricovero in struttura residenziale come una RSA (che generalmente non comporta la sospensione):
Nel caso in cui l'indennità di accompagnamento sia stata sospesa a causa di un ricovero con spese interamente a carico dello Stato, è necessario seguire una specifica procedura per ripristinare l'erogazione al termine della degenza: