Cosa cambia per il pagamento dell'indennità di accompagnamento dopo la morte dell'invalido o il disabile: i chiarimenti per gli eredi
L'indennità di accompagnamento spetta agli eredi dopo la morte dell'invalido o del disabile? L’indennità di accompagnamento è una prestazione riconosciuta dall’Inps che spetta ai cittadini in possesso di specifici requisiti sanitari residenti stabilmente in Italia, indipendentemente da età e reddito personale annuo.
La domanda perusufruirne deve essere presentata direttamente all’Inps e solo in modalità online o rivolgendosi ad un Caf o Patronati. Vediamo cosa accade al decesso del beneficiario e per gli eredi.
L'indennità di accompagnamento dopo la morte dell'invalido o del disabile spetta agli eredi?
L'indennità di accompagnamento spetta solo alle persone invalide o disabili.
Ciò significa che non spetta agli eredi del disabile dopo la sua morte.
Non si tratta, infatti, di un trattamento reversibile.
Può tuttavia capitare che in caso di morte del disabile o dell'invalido successiva al riconoscimento dell'invalidità, l'indennità può essere percepita dagli eredi limitatamente alle quote già maturate alla data della morte.
In tal caso, per capire se l'indennità deve essere restituita o liquidata bisogna considerare la normativa sulla successione in base alle quote ereditarie.
Se, infatti, la morte della persona invalida è avvenuta dopo la visita per l'indennità di accompagnamento e prima della liquidazione della prestazione la pensione, i ratei maturati, siano essi completi o parziale,vengono comunque pagati agli eredi sulla base leggi sulla successione.