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Iniziativa di legge popolare al via per aumentare di 5 euro prezzo sigarette come sta già chiedendo l'Ue

di Marcello Tansini pubblicato il
Prezzo delle sigarette

Il tabagismo resta una delle principali cause di morte prevenibile e di malattie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari. In Italia si contano circa 93.000 decessi all'anno.

Gli oncologi dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) insieme alla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, alla Fondazione Umberto Veronesi e alla seconda Fondazione Aiom, hanno proposto una misura che mira a generare nuove risorse per il Servizio sanitario nazionale (Ssn) e a ridurre in modo marcato il tabagismo. La proposta consiste nell'introdurre un'accisa fissa di 5 euro su ogni pacchetto di sigarette e sui prodotti da inalazione di nicotina, incluse le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato. L'obiettivo è raccogliere 50.000 firme autenticate entro la primavera del 2026, per presentare al Parlamento una legge di iniziativa popolare.

Il tabagismo resta una delle principali cause di morte prevenibile e di malattie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari. In Italia si contano circa 93.000 decessi all'anno per patologie correlate al fumo e costi diretti e indiretti che raggiungono i 24 miliardi di euro. L'idea è che rendere più onerosa la scelta di fumare generi un forte deterrente, favorisca la cessazione e liberi risorse per investimenti in prevenzione e cura. Il consorzio promotore ricorda inoltre che un aumento di questo ordine potrebbe ridurre i consumi fino al 37 %, sulla base dei modelli applicati in Francia e Irlanda.

Il contesto europeo appare meno indulgente: la Direttiva sulle accise del tabacco (2011/64/UE) fissa un minimo fiscale che molti Stati membri superano abbondantemente, mentre l'Italia presenta accise per pacchetto inferiori rispetto ad altri paesi. Mentre in Francia e Irlanda l'accisa per pacchetto è nell'ordine di 7,45 euro e 9,92 euro rispettivamente, in Italia era intorno ai 3,19 euro al momento della proposta. In questo senso la misura non è solo una risposta interna, ma un tentativo di riallinearsi alla traiettoria europea che punta verso un'Europa senza tabacco entro il 2040, cioè con meno del 5 % della popolazione fumatrice. A livello comunitario la revisione della direttiva è già in atto e includerà anche le sigarette elettroniche e i prodotti da riscaldamento del tabacco, cosa che rafforza il senso strategico dell'iniziativa italiana.

Contenuti e meccanismi proposti dalla legge popolare

La proposta prevede di introdurre un'accisa fissa di 5 euro su ogni pacchetto tradizionale di sigarette e, in coerenza con l'evoluzione del mercato della nicotina, di estenderla a tutti i prodotti da inalazione di nicotina, incluse e-cig e tabacco riscaldato, già oggetto di una revisione dei prezzi. L'idea è che le risorse generate siano destinate al finanziamento del Ssn, in particolare per la prevenzione oncologica, i servizi territoriali e le campagne di cessazione. In questo modo la misura assume una doppia valenza: fiscale e sanitaria.

Sul versante dei comportamenti la logica è che un aumento così marcato del prezzo abbia un effetto deterrente, specialmente tra i giovani e tra i fumatori occasionali che potrebbero essere indotti a non iniziare o a smettere. Secondo i promotori un incremento di 5 euro per pacchetto potrebbe comportare una riduzione del consumo fino al 37 %. Si tratta di un effetto stimato sulla base di politiche analoghe in Francia e in Irlanda. Va considerato che la domanda di tabacco è soggetta a elasticità relativamente bassa e che potrebbero emergere fenomeni di sostituzione illegale o contrabbando.

Un fattore della proposta è l'inclusione esplicita nella base imponibile anche dei prodotti da inalazione di nicotina - e-sigarette, tabacco riscaldato - che fino a oggi in molti Paesi sono stati tassati in modo molto inferiore o addirittura non tassati in modo coerente. Questa scelta è funzionale sia da un punto di vista sanitario, per evitare che tali prodotti diventino una porta d'ingresso alla dipendenza, sia da un punto di vista fiscale, per evitare segmenti di mercato che eludono la tassazione e generano un vortice di concorrenza illecita.

Prospettive economiche, rischi e sfide politiche

Sul piano economico la proposta presenta un doppio beneficio: da una parte la generazione di un gettito fiscale dedicato alla sanità pubblica, dall'altra la prospettiva di risparmio sul lungo termine grazie alla riduzione dei malati e delle spese correlate al fumo. Le malattie fumo-correlate comportano sia costi diretti elevati sia costi indiretti (produttività persa, giorni di lavoro mancati, assistenza familiare) che ammontano a decine di miliardi di euro ogni anno.

Nonostante le potenzialità, la proposta comporta rischi che vanno affrontati con cura. In primo luogo l'elasticità della domanda: se l'aumento di prezzo scoraggia una parte dei fumatori, una quota potrebbe spostarsi verso il mercato illecito o verso prodotti non tassati. In Italia il contrabbando di tabacco è un fenomeno noto e attivo. In secondo luogo c'è la questione della regressività: i fumatori appartengono spesso a fasce di reddito medio-basse e l'aumento del prezzo li penalizzerebbe di più. I promotori ribattono che è proprio a queste fasce che serve una barriera economica per uscire dalla dipendenza e che l'investimento in prevenzione rappresenta un sostegno sociale. Terzo, la sostenibilità politica: un aumento così brusco richiede coraggio e coesione parlamentare perché impatta su settori economici forti e su interessi consolidati.

Dal punto di vista politco la proposta s'inserisce in un momento favorevole: a livello europeo la revisione della direttiva sulle accise del tabacco è in corso e punta ad aumenti minimum rate vincolanti, all'estensione della tassazione ai nuovi prodotti e al rafforzamento del controllo sul mercato illecito. La Commissione europea stima che la modernizzazione della disciplina genererà oltre 15 miliardi di euro di entrate aggiuntive e risparmi per circa 6 miliardi di costi sanitari. L'Italia, che ha finora mantenuto accise inferiori rispetto alla media europea, si trova quindi davanti a una scelta: restare nella fascia tranquilla o cogliere l'opportunità di allinearsi a una visione comune europea. Il fatto che la raccolta firme stia per partire e che l'iniziativa sia sostenuta da un forte network di medici e ricercatori offre un'ulteriore spinta verso l'azione concreta.