Ben il 62% degli italiani ritiene che la pensione non basterà a mantenere il proprio tenore di vita, ma sono ancora pochi coloro che ricorrono alla previdenza complementare. Le prospettive e cosa fare
L’Italia si trova di fronte a una trasformazione epocale del proprio sistema previdenziale. Con il progressivo invecchiamento della popolazione e una natalità ai minimi storici, la prospettiva di vivere una vecchiaia serena, mantenendo standard di vita adeguati solo grazie alla pensione pubblica, appare sempre più lontana.
Le ultime analisi, svolte da enti di ricerca e organismi di controllo, segnalano che il valore reale delle pensioni continuerà a ridursi nei prossimi anni. Il rischio concreto è che la maggior parte dei futuri pensionati debba fare i conti con assegni insufficienti a coprire le esigenze di una quotidianità dignitosa.
I fattori che rendono incerta la sostenibilità delle pensioni pubbliche sono molteplici e documentati dalle più recenti indagini demografiche. L’Italia, infatti, presenta uno dei tassi di fertilità più bassi in Europa e una delle speranze di vita più alte: un quadro che genera un inevitabile squilibrio fra il numero dei pensionati e quello dei lavoratori attivi. Secondo le previsioni ISTAT, entro il 2050 la fascia degli over 65 potrebbe rappresentare oltre un terzo della popolazione complessiva, mentre la popolazione in età lavorativa continuerà a calare rapidamente. Ne risulta:
Di conseguenza, la pensione pubblica dovrà essere distribuita lungo un lasso temporale più lungo e con minor potere di acquisto, in un contesto di progressiva erosione del potere d’acquisto dovuto all’inflazione e a una pressione fiscale sempre elevata.
A preoccupare sono l'incertezza economica, l'instabilità dei mercati e l'aumento del costo della vita: il 49% teme di non poter far fronte a spese impreviste, mentre il 39% teme di non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita una volta in pensione.
Secondo i dati, il 37% degli italiani sta valutando di prolungare la vita lavorativa e le motivazioni sono chiare: il 48% lo farebbe per continuare a percepire uno stipendio, mentre il 46% spera di ottenere così una pensione più elevata.
Ad oggi, ben il 62% degli italiani ritiene che la pensione statale non basterà a mantenere il proprio tenore di vita, ma solo il 38% ha sottoscritto o intende sottoscrivere una forma di previdenza complementare.
La sostenibilità del sistema pensionistico italiano è da anni al centro di un vivace dibattito, reso più stringente da dinamiche macroeconomiche e cambiamenti legislativi. Alla base della crisi si trovano diversi elementi:
| Anno | Percentuale over 65 | Rapporto lavoratori/pensionati |
| 2025 | 24% | ~2,3 |
| 2045 | 34% | <1,5 |
Confrontata con le difficoltà della previdenza obbligatoria, cresce la consapevolezza della necessità di costruire una pensione integrativa. Strumenti come fondi pensione e Piani Individuali Pensionistici (PIP) sono concepiti per integrare l’assegno pubblico e garantire un tenore di vita adeguato una volta terminata la vita lavorativa.
Le principali soluzioni di integrazione previdenziale includono:
La terza edizione dell’Osservatorio “Look to the Future”, elaborata da Athora Italia con Nomisma, offre dati indicativi sul percepito della popolazione in riferimento al domani previdenziale. Il 62% degli intervistati dichiara di temere che l’assegno INPS risulterà inadeguato, mentre solo una minoranza nutre fiducia che la pensione pubblica possa sostenere il tenore di vita raggiunto durante gli anni di attività.
Ulteriori risultati evidenziano: