I disturbi della tiroide sono condizioni cliniche che possono incidere in modo rilevante sulla qualità di vita e sulla capacità lavorativa, sociale e personale della persona affetta. Se riconosciuti come invalidanti, secondo la normativa italiana, determinati quadri patologici tiroidei permettono di accedere a una serie di agevolazioni e prestazioni economiche riconosciute dall’INPS nel 2025. Tuttavia, per il riconoscimento dell’invalidità è fondamentale distinguere tra le diverse patologie e i gradi di compromissione funzionale valutati attraverso una procedura medico-legale ben definita e aggiornata ai criteri EEAT e alle tabelle ufficiali.
Panoramica sulle patologie della tiroide con rilevanza invalidante
La tiroide è una ghiandola endocrina fondamentale per il corretto funzionamento del metabolismo, della crescita e della regolazione di molteplici processi vitali. Le patologie che ne alterano l’attività – tra cui ipotiroidismo, ipertiroidismo, carcinoma tiroideo, ipoparatiroidismo e iperparatiroidismo – si manifestano con sintomi e conseguenze di ampia rilevanza clinica: dalla stanchezza cronica, depressione, alterazioni della memoria e del peso corporeo, fino a disturbi cardiovascolari, neurologici e, nei casi più gravi, deficit funzionali permanenti. La legge italiana riconosce il diritto all’invalidità solo se la patologia tiroidea produce un danno permanente certificato, che riduce in modo significativo la capacità lavorativa o, nei minori, l’autonomia nelle attività proprie dell’età.
Tabella punti invalidità tiroide 2025: criteri e percentuali assegnate
L’accertamento e l’attribuzione della percentuale di invalidità per patologie tiroidee si basa sulle tabelle ministeriali (D.M. 05/02/1992 e aggiornamenti, oltre alle Linee guida INPS) che individuano lo specifico punteggio a seconda del quadro clinico e delle eventuali complicanze. Ecco alcune patologie correlate e relative percentuali di riferimento:
- Ipotiroidismo grave con ritardo mentale: 100% (invalidità totale)
- Ipoparatiroidismo non suscettibile di trattamento: dal 91% al 100%
- Iperparatiroidismo primario: 50%
- Ipotiroidismo compensato con terapia: 10%
- Ipertiroidismo in compenso farmacologico: 10%
- Gozzo endocrino, carcinoma della tiroide e tiroiditi croniche: valutazione caso per caso, con possibilità di riconoscere un’invalidità più elevata in caso di severa compromissione funzionale, trattamenti demolitivi, recidive o necessità di terapie croniche.
La valutazione, tuttavia, tiene conto anche delle
complicanze sistemiche causate dalle disfunzioni tiroidee: ad esempio, la presenza di ritardo mentale, deficit cardiaci, gravi disturbi metabolici o l’associazione con altre patologie possono aumentare notevolmente la percentuale riconosciuta. In caso di più patologie coesistenti, il punteggio complessivo viene ottenuto con il cosiddetto
calcolo riduzionistico e non mediante somma aritmetica, come chiarito nelle linee guida medico-legali.
Invalidità tiroide: benefici economici, esenzioni e diritti correlati alle percentuali
Le prestazioni economiche accessibili variano in base alla percentuale di invalidità riconosciuta:
- 100%: diritto a pensione di inabilità e, in caso di impossibilità di compiere autonomamente gli atti quotidiani, all’indennità di accompagnamento (senza limiti di reddito nel caso di non autosufficienza totale).
- Dal 74% al 99%: diritto all’assegno mensile di assistenza, soggetto a limiti reddituali personali e alla verifica dell’incapacità al lavoro. Nel 2025, l’importo mensile può arrivare a circa 313 euro per le fasce comprese tra 74% e 99%, con eventuali maggiorazioni in presenza di minori o di specifici status familiari.
- Dal 33% al 73%: diritto ad agevolazioni e benefici non economici, tra cui l’esenzione dal ticket sanitario per le prestazioni correlate alla patologia, accesso alle categorie protette nel lavoro, permessi per cure prolungate e, in alcuni casi, contributi per protesi e ausili.
Specifici benefici sono previsti, inoltre, per coloro che rientrano nelle categorie di lavoratore dipendente e per i loro familiari, quali i permessi retribuiti ai sensi della
Legge 104/92 e il
congedo straordinario previsto dal D.Lgs. 151/2001, anch’essi soggetti a precisi requisiti di gravità dell’invalidità civile. Si sottolinea che non esiste nessun “bonus tiroide” automatico né altri incentivi diretti, ma una serie di prestazioni riconducibili all’invalidità civile ordinaria.
Esempio pratico: simulazione del calcolo percentuale in caso di patologie multiple
Supponiamo il caso di un soggetto con ipotiroidismo grave non compensato (valutato al 15%) e ulteriori complicanze, come un disturbo cardiovascolare (valutato al 30%). In questo scenario, il calcolo corretto della percentuale totale non prevede la semplice somma, ma si applica la formula riduzionistica:
- Si sommano le due percentuali in forma decimale: 0,15 + 0,30 = 0,45
- Si sottrae il prodotto delle stesse: 0,15 × 0,30 = 0,045
- La percentuale finale è: 0,45 – 0,045 = 0,405, ovvero 40,5%
Questo metodo evita la sopravvalutazione dell’invalidità globale, come indicato dalle normative in vigore.
Procedura e documentazione: come presentare la domanda INPS per invalidità tiroide
Per ottenere il riconoscimento di invalidità presso l’INPS nel 2025, la procedura si articola nelle seguenti fasi:
- Certificazione medica: il medico di famiglia (o specialista) redige il certificato introduttivo telematico inserendo dettagli clinici su diagnosi, prognosi e grado di compromissione funzionale.
- Domanda online: il richiedente (o un suo rappresentante/patronato) presenta la domanda attraverso il servizio InvCiv2025 dal portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS.
- Visita di accertamento: convocazione presso la commissione medica dell’ente (in presenza o, in casi particolari, in modalità domiciliare o videoconferenza). La commissione redige il verbale specificando il grado di invalidità, le patologie riscontrate, l’eventuale revisione, la spettanza delle varie forme di sostegno.
La documentazione necessaria comprende esami diagnostici (ecografie, TSH, referti specialistici endocrinologici), cartelle cliniche, accertamenti terapeutici, elenco dei farmaci utilizzati. È consigliabile allegare anche relazioni dettagliate per eventuali complicanze o co-morbilità rilevanti.
Se la domanda viene respinta o la percentuale riconosciuta è inferiore alle attese, è ammesso ricorso amministrativo o giudiziale secondo le regole fissate dalla legge.
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