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La soluzione alternativa per fare medicina se Governo non fa entrare tutti in graduatoria e si è bocciati al semestre filtro

di Marianna Quatraro pubblicato il
Bocciati al semestre filtro

L'accesso a Medicina si fa sempre più selettivo: graduatorie limitate e semestre filtro creano nuovi ostacoli. Le alternative reali, dagli atenei privati ai corsi affini, tra opportunità, costi e prospettive.

La tanto annunciata abolizione del test ingresso ai corsi di laurea in Medicina non ha eliminato la competizione per l'ammissione, ma ha spostato il momento cruciale dopo l'inizio degli studi universitari. Questo modello, noto come semestre filtro, si propone di ampliare inizialmente le opportunità, per poi restringere l'accesso attraverso una graduatoria nazionale basata sulle performance degli studenti.

Di conseguenza, migliaia di aspiranti, dopo avere frequentato alcune settimane di lezioni ed essersi sottoposti a esami standardizzati, attendono di conoscere il proprio destino accademico. La pubblicazione della graduatoria diventa per molti lo spartiacque tra il proseguimento del sogno di una carriera medica e l'obbligo di trovare percorsi alternativi, sollevando interrogativi sulla reale equità e sulle conseguenze psicologiche di questa nuova modalità.

Il semestre filtro: come funziona, criticità e rischi di esclusione

Con l'avvio dell'anno accademico 2025/2026, il tradizionale test d'ingresso è stato sostituito da un meccanismo articolato in due fasi. All'inizio, tutti gli studenti interessati possono iscriversi liberamente a Medicina, senza alcuna prova selettiva. L'accesso aperto, però, è solo temporaneo: il cosiddetto semestre filtro prevede la frequenza obbligatoria di corsi standardizzati di Biologia, Chimica e Fisica - ciascuno da 6 CFU - identici in tutta Italia. Al termine di questo periodo, ogni studente affronta tre esami, ciascuno strutturato in 31 quesiti misti tra risposta multipla e completamento, da svolgere in un tempo definito.

Il sistema appare, almeno in teoria, più meritocratico, ma mette a dura prova studenti con background differenti. La possibilità di sostenere due appelli per ciascun esame non elimina del tutto l'ansia; la regola stringente, secondo cui è necessario ottenere almeno 18/30 per ogni materia, taglia fuori gran parte dei partecipanti. Negli ultimi dati disponibili, i promossi rappresentano appena il 20%, con Fisica che registra i risultati più bassi.

La vera selezione si gioca poi con la graduatoria nazionale, basata sulla somma dei punteggi. La posizione in graduatoria è determinante: solo i migliori ottengono il passaggio al secondo semestre di Medicina, mentre gli altri vengono dirottati verso percorsi alternativi oppure si trovano costretti a mettere in pausa il proprio obiettivo. Nonostante l'intento di democratizzazione, molti studenti percepiscono il filtro più come un limbo che come una reale opportunità, innescando senso di incertezza e il rischio di vedere tradite le proprie aspettative dopo mesi di studio intenso.

Le criticità più discusse riguardano:

  • La difficoltà delle prove standardizzate rispetto alle effettive competenze degli studenti
  • Il breve arco temporale degli insegnamenti e la complessità dei programmi
  • L'assenza di una reale valutazione delle soft skills richieste poi nella professione
  • Le differenze tra scuole superiori di provenienza, che generano disuguaglianze di partenza
Questi elementi alimentano il dibattito sulla qualità e sull'equità della selezione, oltre che sul benessere degli studenti coinvolti.

Le alternative dopo la bocciatura al semestre filtro

Non superare la soglia richiesta dal semestre filtro è per molti una battuta d'arresto non semplice da accettare. Tuttavia, il decreto ministeriale prevede un meccanismo di doppia iscrizione: all'atto dell'immatricolazione a Medicina, ogni candidato indica anche un corso affine dell'area biomedica, sanitaria, veterinaria o farmaceutica.

Chi fallisce gli esami o rimane escluso dalla graduatoria nazionale, può proseguire senza interruzioni in uno di questi percorsi. Tra le opzioni offerte figurano:

  • Biotecnologie
  • Farmacia
  • Chimica e tecnologie farmaceutiche
  • Veterinaria
  • Professioni sanitarie con basso rapporto tra iscritti e posti (ad esempio Infermieristica, Podologia, Ortottica)
I crediti universitari maturati vengono, almeno in parte, riconosciuti, evitando buchi nel curriculum.

Per molti, però, la delusione non si compensa con la continuità accademica: chi ha sempre aspirato al camice bianco, spesso percepisce le discipline affini come un ripiego non scelto. Il rischio che gli studenti abbandonino gli studi o si trovino a vivere una condizione di demotivazione è concreto. Il sistema concederebbe la possibilità di ripetere il semestre filtro fino a tre volte, ma la pressione psicologica, assieme all'incertezza di dover cambiare città o ateneo, rende la prosecuzione una scelta non scontata. In questo scenario emergono così alternative parallele, su tutte la valutazione dell'opzione offerta dagli atenei privati, visti da molti come l'unica via percorribile per non rinunciare al sogno medico.

Gli atenei privati che offrono Medicina: una soluzione alternativa

In Italia, sono otto gli atenei privati autorizzati dal Ministero dell'Università a erogare corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia in lingua italiana. Quando l'accesso nelle università statali si fa sempre più selettivo o la graduatoria nazionale lascia molti candidati fuori, le università private diventano una soluzione concreta per chi ha disponibilità economica e rimane determinato.

Il vantaggio principale di queste istituzioni risiede nelle sessioni aggiuntive di test di ammissione, spesso svolte anche dopo i risultati delle valutazioni statali. Questa caratteristica consente agli esclusi dalla graduatoria pubblica una seconda chance, senza dover attendere un nuovo anno accademico. Parallelamente, l'ampiezza territoriale e la varietà dei percorsi offerti dalle private rappresentano un ulteriore incentivo all'immatricolazione, soprattutto alla luce della possibile crisi di vocazioni in ambito sanitario a seguito del nuovo sistema di accesso pubblico.

Non tutte le università private, però, mantengono le iscrizioni aperte fino a tarda stagione. Due atenei in particolare, Link Campus e UniCamillus, si distinguono per offrire una nuova sessione di test nel mese di dicembre, aspetto che permette agli esclusi dell'anno accademico di tentare nuovamente la fortuna con tempistiche vantaggiose.

Le modalità di ammissione, posti disponibili e costi nelle università private

I criteri di ammissione in questi atenei si basano generalmente su un test scritto, organizzato secondo la tradizione pre-riforma. Ogni università definisce le proprie modalità operative: durata dell'esame, tipologia di domande e punteggio minimo richiesto differiscono da sede a sede, pur mantenendo uno standard di omogeneità negli argomenti trattati, che sono in linea con il syllabus nazionale:

Ateneo

Posti disponibili restanti

Tariffa test

Costo iscrizione annua (ca.)

Link Campus

Roma (123), Ascoli (55+5 extra UE), Fano (53), Novedrate (33)

€200

€20.000

UniCamillus

Venezia Lido (123), Cefalù (23), Roma (60)

€180

€15.000

Per entrambe, è previsto un numero limitato di posti che viene assegnato tramite graduatoria interna. La scadenza per l'iscrizione alle prove è fissata generalmente a pochi giorni prima dello svolgimento del test stesso (15 dicembre per Link Campus, 12 dicembre per UniCamillus).

Gli altri atenei privati, come il San Raffaele di Milano, la Cattolica, il Campus Biomedico e la Lum di Bari, non mettono invece a disposizione nuove sessioni di test in questo periodo, limitando di fatto la possibilità di ulteriore accesso per chi non si era candidato in precedenza.

Focus: Link Campus e UniCamillus, opportunità e caratteristiche dei test

Le nuove sessioni di dicembre offerte da Link Campus University e UniCamillus rappresentano una finestra di salvataggio per chi è rimasto fuori dalla graduatoria nazionale o è stato bocciato al semestre filtro. Questi atenei adottano prove di selezione in vecchio stile, basate su quesiti a risposta multipla o su prove di completamento, calibrate sui programmi standard di Biologia, Chimica e Fisica.

Per la Link Campus, il test si terrà il 18 dicembre in più sedi (Roma, Ascoli, Fano, Novedrate); i candidati concorreranno per i posti residui distribuiti nelle quattro città, per un totale di circa 264 slot ancora disponibili. Il costo per tentare la selezione è di 200 euro, mentre l'iscrizione annuale supera i 20.000 euro. Soddisfatto il requisito linguistico (italiano), non servono altre certificazioni particolari, ma occorre rispettare le stringenti scadenze di iscrizione.

La UniCamillus fissa il proprio test al 17 dicembre, con possibilità di conquistare 206 posti tra le sedi di Venezia Lido, Cefalù e Roma. Il contributo per la prova è leggermente inferiore rispetto a Link Campus - 180 euro - e la tassa di iscrizione annuale si attesta intorno ai 15.000 euro. Anche in questo caso, le scadenze sono ravvicinate e la richiesta è sempre superiore all'offerta.

Entrambi gli atenei progettano le proprie prove in modo rigoroso, mantenendo standard di trasparenza in linea con la normativa vigente. Questa opportunità, per quanto esosa sotto il profilo economico, permette di evitare ritardi e di colmare subito il vuoto lasciato da una selezione pubblica estremamente stringente.