Forze dell'Ordine contro il governo: nessun aumento previsto e confermato l'innalzamento dell'età pensionabile in Manovra
La Manovra Finanziaria 2026 ha previsto nuove disposizioni per le Forze di Polizia e i militari in Italia, generando una diffusa insoddisfazione tra gli addetti ai lavori, rappresentati da numerose sigle sindacali, in particolare dopo la mancata previsione di risorse economiche per aumenti salariali e nuove assunzioni. In aggiunta al malcontento, l’innalzamento graduale dei requisiti anagrafici per il pensionamento ha inasprito ulteriormente il confronto.
Le modifiche previdenziali introdotte dalla più recente Manovra prevedono un progressivo innalzamento dell’età per il collocamento a riposo del personale delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate. Dal 2027, il personale in uniforme subirà un incremento di 3 mesi dei requisiti anagrafici per andare in pensione, a cui si aggiungerà un mese legato all’aumento della speranza di vita.
Nel 2028 è previsto un ulteriore incremento di due mesi, raggiungendo così un totale di sei mesi in più rispetto ai criteri attuali. Cambiano, dunque, i requisiti per la pensione delle Forze dell'Ordine.
Il governo ha motivato la decisione con la necessità di adeguamento dell'uscita alle tendenze demografiche, ma sono numerose le voci critiche che sottolineano la scelta di non escludere il settore sicurezza e difesa dall’incremento dei requisiti, contrariamente a quanto disposto per categorie ritenute "usuranti" in altri ambiti. Il timore diffuso riguarda un possibile blocco del turnover, poiché il personale prossimo ai sessant'anni rimarrebbe in servizio più a lungo, rallentando l’ingresso di nuove generazioni.
Ma i malumori non finiscono qui: stando a quanto approvato, la Manovra 2026 non prevede alcuna risorsa aggiuntiva per l’incremento delle retribuzioni del personale in divisa né prevede interventi per il potenziamento degli organici.
Le opportunità di carriera, di rinnovo degli strumenti contrattuali e di assunzioni straordinarie rimangono ferme, con effetti evidenti sul turn over e sull’età media degli operatori. Sotto il profilo economico, i benefici fiscali introdotti, come la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per certe fasce di reddito e la detassazione parziale di alcuni elementi accessori della retribuzione, sono percepiti come misure marginali e temporanee, non idonee a risolvere il tema del riconoscimento della specificità.
I punti chiave della mancanza di risorse:
Secondo queste sigle, l’incremento dei criteri pensionistici appare particolarmente penalizzante, considerando il già elevato livello di logoramento psicofisico cui sono soggetti questi lavoratori e i vuoti di organico ormai strutturali. “Un paradosso se pensiamo al logoramento psicofisico che il nostro lavoro comporta. Nessuna traccia, poi, di assunzioni straordinarie; nessuna misura concreta per colmare il vuoto di oltre 10 mila agenti” sottolineano le rappresentanze, preoccupate per le future ripercussioni sulla sicurezza cittadina.
Le principali criticità sollevate dalle organizzazioni sindacali riguardano:
Non sono mancate risposte pubbliche da parte di alcuni esponenti dell’esecutivo. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha riconosciuto come vi siano temi che “giustamente hanno allarmato il personale in divisa”, rilanciando però la fiducia nell’impegno del ministro dell’Economia e dei colleghi di governo.
Anche il vicepremier Antonio Tajani ha sottolineato la centralità della questione, annunciando un confronto con il ministro Giorgetti: “Per noi casa e forze dell’ordine sono la priorità”, dichiarando pubblicamente di voler difendere la categoria nelle prossime interlocuzioni di governo.
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