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L'argento, è il metallo del futuro sui cui investire nel 2026 non solo un bene rifugio: i motivi e previsioni di prezzo

di Marcello Tansini pubblicato il
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L'argento appare oggi sempre più come il metallo cruciale per il futuro: non solo bene rifugio, ma anche risorsa chiave per industria e tecnologia. Dal suo ruolo nei mercati finanziari alle prospettive di prezzo per il 2026, il suo valore evolve con fattori economici, domanda, innovazione e scenari globali.

L’ascesa dell’argento negli ultimi anni lo ha reso argomento di grande attenzione tra investitori e analisti. Questo metallo prezioso, storicamente associato alla sicurezza e al valore intrinseco, ora sta vivendo una nuova stagione guidata anche dal suo crescente impiego industriale. L’innovazione tecnologica, insieme a tendenze macroeconomiche come la digitalizzazione, la decarbonizzazione e la transizione energetica, stanno spingendo la domanda. Nel 2026, la discussione sull’argento coinvolge non solo la sua funzione tradizionale di riserva nei periodi di incertezza, ma anche come asset di crescita legato a settori futuribili. I prossimi anni si preannunciano determinanti per chi valuta le strategie di allocazione patrimoniale, grazie ai mutati equilibri tra domanda, offerta e dinamiche finanziarie globali.

L’argento come bene rifugio e risorsa industriale: caratteristiche e ruoli nel mercato attuale

L’argento rappresenta una peculiare combinazione tra riserva di valore e materia prima industriale. Storicamente utilizzato come moneta di scambio, ha condiviso con l’oro il ruolo di bene rifugio, ovvero portosicuro durante turbolenze economiche e geopolitiche. Tuttavia, la sua forte vocazione industriale lo distingue rispetto ad altri metalli preziosi: la domanda di argento è infatti strettamente collegata alla salute dell’economia globale e ai progressi tecnologici.

Nei settori dell’elettronica, del fotovoltaico e nell’industria automobilistica, le proprietà conduttive e antibatteriche dell’argento sono irrinunciabili. Nel 2024, secondo dati del Silver Institute, la domanda industriale ha raggiunto il massimo storico di 680,5 milioni di once, guidata soprattutto dall’espansione delle energie rinnovabili: solo il comparto fotovoltaico ha assorbito quasi il 17% del fabbisogno globale. A questo si aggiungono l’uso nell’elettronica di consumo, nei pannelli solari, nei dispositivi medicali e nelle auto elettriche. La crescita tecnologica e le politiche di sostenibilità globale spingono l’utilizzo dell’argento ben oltre i tradizionali comparti di gioielleria e argenteria, dove comunque la ripresa è stata significativa nei mercati emergenti.

Sul versante finanziario, l’argento mantiene la sua attrattiva come asset anti-inflazione e strumento di diversificazione del portafoglio, considerato il differente comportamento rispetto alle azioni e alle obbligazioni durante fasi di stress sui mercati.
La volatilità dei prezzi rimane caratteristica intrinseca: l’argento sovrapeforma l’oro in fasi espansive, ma eccede anche nelle fasi di correzione, mostrando una sensibilità accentuata tanto ai movimenti dei tassi quanto alle incertezze geopolitiche.

Il rapporto oro/argento attuale, ancora elevato rispetto alle medie storiche, lascia spazio a una potenziale rivalutazione del metallo grigio nel breve-medio termine, soprattutto se l’interesse degli investitori tornasse a focalizzarsi sulle materie prime strategiche.

Come investire in argento: strumenti e strategie per il 2026

Le opportunità di accesso all’argento sono oggi estremamente diverse e permettono di rispondere sia a orizzonti d’investimento prudenti sia a strategie più dinamiche. Il primo bivio per chi si avvicina a questo metallo è tra l’investimento fisico (monete, lingotti) e quello finanziario (strumenti quotati, azioni e derivati). Ogni soluzione offre vantaggi e criticità nella gestione del rischio, della liquidità, dei costi e delle potenzialità di rendimento.

La scelta tra asset fisici e strumenti finanziari dipende da diversi fattori: propensione al rischio, aspettative sul mercato, durata dell’investimento e liquidità necessaria. Gli strumenti fisici attraggono chi desidera un bene tangibile da custodire e mantenere a lungo termine, anche in ottica di protezione patrimoniale. Viceversa, ETF (Exchange Traded Funds), azioni di società minerarie, futures e CFD (Contratti per Differenza) soddisfano esigenze di maggiore snellezza operativa, accessibilità e possibilità di operare anche su orizzonti temporali più brevi, con un’esposizione ai trend di prezzo.

I principali canali d’accesso per il 2026 includono:

  • Acquisto diretto di lingotti e monete da investimento, con particolare attenzione allo stoccaggio e alla sicurezza
  • ETF ed ETC fisici o sintetici, che replicano l’andamento del prezzo dell’argento senza l’onere della custodia privata
  • Azioni di società attive nell’estrazione, nella lavorazione e nella commercializzazione dell’argento
  • Strumenti derivati come futures e CFD, adatti a investitori esperti e con ampia tolleranza alla volatilità
Una selezione consapevole di questi strumenti, calibrata su obiettivi e rischi individuali, può amplificare la resilienza del portafoglio in scenari economici mutevoli.

Argento fisico: pro e contro di monete e lingotti

L’acquisto di argento in forma fisica si traduce in un possesso diretto del metallo. Questa soluzione si presta a chi vuole controllare e detenere un bene tangibile, sfruttando la tradizionale sicurezza associata ai metalli preziosi. Lingotti e monete possono essere acquisiti presso istituti bancari, operatori specializzati o retailer autorizzati.

I punti di forza principali includono:

  • Resistenza agli eventi finanziari sistemici
  • Valore intrinseco e riconoscibilità internazionale
  • Assenza di rischio controparte
Tuttavia, l’investimento diretto presenta anche alcune criticità da valutare attentamente:
  • Costi di acquisto superiori a strumenti finanziari equivalenti, spesso per via dello spread e dell’IVA sui prodotti non da investimento
  • Spese di custodia, assicurazione e logistica nel lungo periodo
  • Maggiore illiquidità rispetto alle soluzioni scambiabili in tempo reale sui mercati finanziari
  • Mancato accesso a redditi passivi, come dividendi e cedole
La chiave nella valutazione di monete e lingotti è comprendere la propria strategia patrimoniale, il livello di sicurezza desiderato e la disponibilità a gestire costi e vincoli legati alla custodia del metallo fisico.

Investimenti finanziari: ETF, azioni, futures e CFD sull’argento

Le soluzioni finanziarie hanno visto un notevole sviluppo negli ultimi anni, offrendo maggiore accessibilità e liquidità. Tra queste, i prodotti più diffusi sono:

  • ETF ed ETC sull’argento: replicano il prezzo del metallo attraverso asset fisici o strumenti derivati. Sono altamente liquidi, consentendo di vendere e acquistare quote in qualunque momento di apertura dei mercati.
  • Azioni di società minerarie: l’investimento diretto in titoli di aziende attive nell’estrazione o commercializzazione permette di beneficiare della crescita dei profitti aziendali oltre che del rialzo del prezzo del metallo.
  • Futures e CFD: strumenti derivati, adatti a investitori esperti e consapevoli dei rischi di leva, consentono di speculare sia al rialzo che al ribasso.
    Questi prodotti permettono di sfruttare movimenti di prezzo anche molto contenuti, moltiplicando i rendimenti – ma anche le possibili perdite.
In termini di accessibilità, costi e gestione della liquidità, l’investimento finanziario supera la maggior parte dei limiti tipici dell’argento fisico. Resta la necessità di una valutazione attenta dei rischi, dei costi di struttura (come commissioni, spread e tasse) e della complessità degli strumenti a leva, specie per le piattaforme che non operano da sostituto d’imposta in Italia. Un ulteriore elemento positivo riguarda la possibilità di frazionare l’investimento anche per piccoli capitali, grazie alle azioni frazionate dei principali ETF o alle piattaforme online certificate a livello europeo.

Domanda e offerta nel mercato dell’argento: analisi dei dati e trend 2024-2026

La dinamica tra domanda e offerta dell’argento si è intensificata a partire dal 2024, con dati del Silver Institute che fotografano uno scenario di squilibrio strutturale. Nel 2024 la domanda ha raggiunto oltre 1.160 milioni di once, a fronte di un’offerta globale di circa 1.015 milioni, producendo un deficit di quasi 149 milioni di once.
L’indagine evidenzia:

  • Domanda industriale sempre in crescita, con il solo settore fotovoltaico che continua ad aumentare l’utilizzo dell’argento nei nuovi impianti
  • Investimenti fisici in monete e lingotti in calo nel 2024, con un rimbalzo atteso nel 2025 e oltre
  • Domanda netta di ETF tornata positiva dopo il calo del 2023
  • Offerta mineraria e da riciclo in leggero aumento, ma ancora insufficiente a compensare la domanda
La tabella seguente sintetizza i principali dati riportati:
Anno Domanda totale (Moz) Offerta totale (Moz) Deficit (Moz)
2024 1.164,1 1.015,1 148,9
2025 (stima) 1.148,3 1.030,6 117,6

Sul fronte delle applicazioni, oltre al fotovoltaico (quasi 197 milioni di once nel 2024), crescono i consumi legati all’elettronica, alle batterie, alle auto elettriche e alla domanda per dispositivi smart. Questo mix suggerisce pressioni rialziste sui prezzi fino a quando non emergerà una nuova offerta mineraria o una sostituzione tecnologica.

La sotto-valutazione rispetto all’oro – con rapporti oro/argento attorno a 90 – lascia inoltre supporre uno spazio di recupero in caso di ritorno della fiducia degli investitori.

I fattori che guidano il prezzo dell’argento: inflazione, tassi d’interesse, tecnologia e geopolitica

I movimenti del prezzo dell’argento sono condizionati da molteplici aspetti:

  • Inflazione: la percezione di rischio inflazionistico spinge molti investitori sui metalli preziosi per difendere il potere d’acquisto
  • Tassi di interesse: eventuali tagli da parte delle principali banche centrali, come la Federal Reserve, rendono meno attraenti gli asset obbligazionari e favoriscono l’interesse verso l’argento
  • Innovazione tecnologica: domanda crescente dal settore fotovoltaico, elettronica e mobilità sostenibile
  • Geopolitica: periodi di tensione internazionale aumentano la preferenza per asset considerati difensivi
L’argento tende a essere ancora più sensibile dell’oro ai cambiamenti nella domanda industriale e ai cicli economici. Durante il 2025, ad esempio, il prezzo ha visto escursioni superiori al 130%, oscillando tra i 66 e i 70 dollari l’oncia. La combinazione di inflazione persistente, prospettive di taglio dei tassi negli USA e instabilità internazionale offre supporto strutturale alle quotazioni. Un ulteriore ulteriore elemento di attenzione viene dal forte ricorso ai derivati, che amplifica le variazioni di corto periodo.

Previsioni sul prezzo dell’argento: scenari e prospettive fino al 2026

Le previsioni per il 2026 riflettono uno scenario dove domanda e offerta restano in tensione. Le principali case di analisi internazionali, tra cui Citigroup e Bank of America, stimano un prezzo tra i 75 e gli 80 dollari l’oncia, con alcuni osservatori che ventilano la possibilità di un’accelerazione verso quota 100 dollari in presenza di nuovi shock o accelerazioni inflazionistiche.

Due le dinamiche che guidano l’outlook:

  • La persistenza del deficit fisico, alimentata da una richiesta industriale rilevante nei settori innovativi e da investimenti in asset tangibili
  • L’attesa di una politica monetaria meno restrittiva negli Stati Uniti, con tagli ai tassi previsti tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026
Gli operatori sottolineano che il rally dell’argento è stato, fino a oggi, meno esteso rispetto all’oro, lasciando margini di recupero se la domanda continua a superare l’offerta. Eventuali cambi di scenario macroeconomico, come una ripresa vigorosa dell’economia mondiale o un inatteso rallentamento della spinta tecnologica, potrebbero però moderare le aspettative. In sintesi, l’inclinazione del mercato resta positiva, ma sarà necessario monitorare con attenzione i principali driver macro e l’incidenza di investimenti speculativi.

Rischi e opportunità: volatilità, liquidità e diversificazione nel portafoglio

L’argento, come asset class, offre potenzialità di rendimento e rischio elevati. La volatilità superiore all’oro richiede una gestione oculata delle dimensioni investite – nella prassi, non oltre il 5% del portafoglio complessivo – per evitare eccessive esposizioni a oscillazioni improvvise. L’alto livello di liquidità, raggiunto tramite strumenti finanziari come ETF e azioni, contrasta parzialmente la minore facilità di smobilizzo dell’argento fisico.

La vera forza di questo metallo consiste nella sua capacità di diversificare il portafoglio, limitando la correlazione con i mercati azionari e obbligazionari e offrendo, nei periodi di crisi o inflazione, una difesa preziosa. Tuttavia, la natura speculativa di alcuni strumenti (futures, CFD) impone consapevolezza e una valutazione rigorosa della propria tolleranza al rischio.