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Le falsità e bugie delle società petrolifere sui carburanti scoperte da una inchiesta di Der Spiegel

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Società petrolifere sui carburanti

Secondo l’indagine di Der Spiegel, alcune delle più influenti aziende petrolifere avrebbero orchestrato una vasta campagna di lobbying.

Le grandi compagnie petrolifere hanno promosso per anni i carburanti sintetici, detti e-fuel, come un'alternativa sostenibile ai combustibili fossili e una soluzione praticabile per ridurre le emissioni di CO2. Ma una inchiesta del settimanale tedesco Der Spiegel ha svelato una realtà ben diversa ed evidenziato come i principali gruppi energetici avrebbero portato avanti una campagna ingannevole per ritardare la transizione verso l'elettrico, sfruttando la narrazione sugli e-fuel per ottenere il favore della politica e rallentare l'adozione delle nuove tecnologie. Ecco i dettagli:

  • Una campagna di lobbying mascherata da innovazione green
  • La realtà economica degli e-fuel: una promessa irrealizzabile?

Una campagna di lobbying mascherata da innovazione green

Secondo l'indagine di Der Spiegel, alcune delle più influenti aziende petrolifere avrebbero orchestrato una vasta campagna di lobbying per convincere governi e istituzioni europee a includere gli e-fuel tra le soluzioni per la mobilità del futuro. Questo sforzo si è concentrato in particolare sulla Germania, con l'obiettivo di influenzare le decisioni del Partito Popolare Europeo e dei partiti conservatori tedeschi, in particolare la CDU.

Per rendere più efficace questa strategia, è stata fondata l'Alleanza E-Fuel, un'organizzazione che include marchi automobilistici, oltre alle principali compagnie petrolifere. La loro missione ufficiale era la promozione e la ricerca e lo sviluppo di carburanti sintetici come alternativa ai motori a combustione interna, ma secondo Der Spiegel, questa strategia avrebbero nascosto un obiettivo diverso: rallentare la crescita del mercato delle auto elettriche e mantenere più a lungo la dipendenza dai combustibili fossili.

L'operazione avrebbe incluso incontri privati con politici di spicco per ottenere una deroga per l'uso degli e-fuel nelle normative europee sulle emissioni. Il tutto per consentire di evitare il divieto assoluto della vendita di auto a combustione interna entro il 2035, come inizialmente previsto dall'Unione europea.

La realtà economica degli e-fuel, una promessa irrealizzabile?

Sebbene le aziende petrolifere abbiano dipinto gli e-fuel come una soluzione green e scalabile, per molti esperti del settore energetico la loro produzione su larga scala è impraticabile dal punto di vista economico e ambientale. Per ottenere un litro di carburante sintetico è necessario un processo dispendioso in termini di energia, che richiede ingenti quantità di elettricità rinnovabile per produrre idrogeno verde e catturare CO₂ dall'atmosfera.

Secondo Michael Sterner, uno dei pionieri nello studio dei carburanti sintetici, la produzione industriale degli e-fuel non riuscirà mai a essere economicamente competitiva rispetto all'elettrico. Sterner, inizialmente coinvolto nei progetti di ricerca sugli e-fuel, ha deciso di lasciare il settore proprio per la mancanza di reali prospettive di successo. Le aziende petrolifere, sostiene l'esperto, sono consapevoli che la produzione su larga scala di questi carburanti non sarà mai sostenibile, ma starebbero comunque spingendo questa narrativa per guadagnare tempo e ritardare la transizione verso la mobilità elettrica.

I dati emersi dall'inchiesta mostrano che anche se venissero realizzati enormi impianti per la produzione di e-fuel, il costo al litro rimarrebbe troppo alto per essere competitivo.

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