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Le mance della Manovra Finanziaria 2026: tante, troppe e inutili solo per pochi. A chi vanno quest'anno i favoritismi

di Marcello Tansini pubblicato il
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A chi sono destinate le 'mance' inserite nelle tabelle della Manovra Finanziaria 2026: i maggiori beneficiari e gli obiettivi di ognuna

Il dibattito sulla Manovra Finanziaria 2026 si accende nuovamente attorno alla ripartizione delle risorse pubbliche e alle numerose poste cosiddette 'mance'. Questo termine si riferisce a stanziamenti di importo limitato e destinazione specifica, spesso etichettati come attività discrezionali a vantaggio di pochi territori o comparti. L

'approvazione del bilancio di previsione 2026 da parte del Consiglio dei Ministri ha fissato una cornice di circa 18 miliardi di euro annui, distribuiti seguendo le priorità individuate dal Governo: welfare famigliare, lavoro, imprese, sanità e riequilibrio sociale. Tuttavia, non pochi osservatori sollevano interrogativi sulla reale efficacia di molti microfinanziamenti, soprattutto alla luce delle segnalazioni ANCI e delle tabelle che evidenziano sia nuovi finanziamenti che tagli, specialmente su infrastrutture fondamentali e servizi.

Le 'mance' vengono spesso percepite come strumenti clientelari o come tentativo di rispondere in modo atomizzato alle richieste dei parlamentari e delle autonomie locali. I micro-interventi definiti riguardano soprattutto:

  • trasferimenti a piccoli comuni per eventi o restauri specifici
  • fondi per manifestazioni culturali, sportive o religiose
  • contributi per manutenzioni stradali o arredi urbani nelle aree rurali
  • microfinanziamenti ad associazioni e istituzioni scolastiche.

Cosa sono le 'mance' nella Manovra 2026: definizione e contesto normativo

Nel linguaggio della finanza pubblica italiana, la parola 'mance' indica quegli stanziamenti, generalmente di piccola entità, inseriti nelle tabelle della Manovra e destinati a scopi molto specifici, spesso su pressione di singoli parlamentari o gruppi territoriali. La definizione, pur informale, è consolidata: le mance sono risorse non strutturali, allocate attraverso emendamenti, talvolta con criteri poco trasparenti.

A livello normativo, la presenza delle mance nella manovra è consentita dal principio di autonomia del Parlamento nell’indirizzo della spesa, ma regolamentata rigorosamente dall’articolo 81 della Costituzione. In particolare, ogni nuovo onere deve essere compensato da tagli o maggiori entrate equivalenti, garantendo l’equilibrio tra entrate e spese dello Stato. Nel testo del bilancio 2026 si assiste a una vera e propria corsa alle proposte di modifica: più di 5.700 emendamenti presentati, meno di 500 saranno selezionati come “segnalati” e passeranno al vaglio della commissione Bilancio.

Vanno inoltre evidenziati due elementi contestuali chiave:

  • Vincolo di destinazione: la maggior parte delle mance ha obblighi di spesa mirati al singolo progetto o territorio, riscattando, secondo i sostenitori, la possibilità di rispondere a esigenze locali rimaste inevase dai grandi capitoli di bilancio.
  • Assenza di visione strategica: i detrattori sottolineano che la frammentazione delle risorse porta a una dispersione poco efficace, mentre temi più ampi come la strategia nazionale sui servizi o le grandi infrastrutture rischiano di essere trascurati.
Le mance, in sintesi, sono il sintomo di una tensione costante tra esigenze locali e visione nazionale della finanza pubblica, con effetti che vanno valutati caso per caso.

I principali interventi: destinazione dei fondi tra Comuni, ministeri e aree tematiche

Nel bilancio 2026 emerge una distribuzione articolata dei fondi tra enti locali, dicasteri e diversi settori strategici. Il documento programmatico di bilancio e i relativi allegati dettagliati mostrano sia nuovi finanziamenti che definanziamenti distribuiti su base tematica e geografica. Si osserva una serie di assegnazioni:

  • Microfinanziamenti destinati ai Comuni per interventi edilizi, manutenzioni o celebrazioni specifiche
  • Risorse per aree urbane marginali e periferie di grandi città
  • Fondi per la sicurezza stradale e la manutenzione della viabilità rurale
  • Contributi a progetti su scuola, patrimonio culturale, sport e turismo.
La tabella seguente schematizza alcune delle principali voci evidenziate nelle tabelle del Ministero dell’Economia:
Settore/area Stanziamento (trend mj euro 2026) Note di rilievo
Ristrutturazioni edilizie (case di riposo, edifici storici) 50-90 Spesso rivolti a piccoli centri o edifici comunali
Periferie urbane di grandi città 30-40 Interventi nelle aree di Roma, Napoli, Milano, Torino e altri capoluoghi
Strade rurali e microviabilità 15-20 Piani di manutenzione e micro-progetti nelle aree interne
Scuola, cultura, turismo, sport 30+ Contributi ad associazioni, enti, manifestazioni e recupero monumenti

Da notare la presenza di tagli mirati a grandi infrastrutture (metropolitane, autostrade, ciclovie) a fronte di aumenti sul territorio per celebrazioni locali e micro-progetti.

Finanziamenti per periferie urbane: le nuove risorse nelle grandi città italiane

Le principali novità per le periferie urbane riguardano l'assegnazione di fondi aggiuntivi alle grandi città come Roma, Milano, Napoli, Torino, Catania, Venezia, Bari e Cagliari. Gli stanziamenti sono finalizzati a:

  • Migliorare la qualità della vita nelle aree marginali attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici
  • Supportare programmi sociali, progetti di inclusione e attività sportive
  • Incentivare attività commerciali di prossimità e iniziative contro il degrado
L'assegnazione delle risorse segue generalmente criteri di urgenza basati su dati socioeconomici (tasso di disagio abitativo, microcriminalità, carenza di servizi), ma rimane in capo agli enti locali definire le priorità puntuali. L’assenza di piani a lungo termine per le metropolitane, come si nota nella riduzione degli stanziamenti a Roma, Milano e Napoli, limita tuttavia la portata di una riqualificazione sistematica del tessuto urbano. I fondi rischiano così di agire come 'cerotti' temporanei e di privilegiare progetti visibili ma poco sistemici.

Manutenzione di strade rurali e microfinanziamenti locali

L'articolazione della spesa pubblica per la manutenzione delle strade rurali appare particolarmente dettagliata e frammentata. Gli interventi includono:

  • Microfinanziamenti destinati a Comuni minori per la riparazione di tratti stradali, ponti, segnaletica e piccole opere idrauliche
  • Interventi di messa in sicurezza del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico
  • Fondi per la realizzazione o il ripristino di vie secondarie a servizio di aree agricole e interne
La dotazione economica rimane in genere contenuta, ma la presenza di decine di interventi localizzati può generare una copertura relativamente ampia solo dal punto di vista geografico, non sempre accompagnata da efficacia e continuità manutentiva. 

Scuola, cultura, turismo e sport: chi riceve i fondi e quali sono le criticità

L’allocazione delle risorse su scuola, cultura, turismo e sport nella finanziaria 2026 mostra un doppio binario di interventi. Da un lato, i finanziamenti per la scuola statale appaiono ridimensionati rispetto alle necessità reali, anche in relazione alle richieste di stabilizzazione del personale e rinnovo dei contratti. Dall'altro, persistono microfinanziamenti per eventi, manifestazioni culturali e progetti specifici in campo turistico e sportivo:

  • Bandi per la valorizzazione del patrimonio, festival e rassegne
  • Sostegno a società sportive minori e associazioni culturali
  • Interventi a favore di monumenti e siti di rilievo locale
Le criticità emergono soprattutto dove il microfinanziamento si sostituisce alla programmazione strutturale: si segnalano tagli su edilizia scolastica e universitaria, mentre la spesa corrente per funzionamento degli istituti viene compressa. Restano invece finanziati singoli eventi o soggetti privati, con il rischio di accentuare il divario fra territori e fra scuola pubblica e privata.

Favoritismi e distribuzione delle risorse: chi sono i veri beneficiari delle 'mance'

Approfondendo l'origine e la distribuzione delle mance, emerge un panorama di favoritismi che premiano Comuni, ministeri e specifici soggetti spesso in base alla capacità di incidere nel processo emendativo. Più che una vera e propria logica di bisogno oggettivo, si rileva:

  • Una prevalenza di beneficiari nelle amministrazioni locali rappresentate da parlamentari influenti o parte della maggioranza di governo
  • Risorse che tendono a concentrarsi in regioni o città metropolitane politicamente strategiche
  • Fondi indirizzati a enti, associazioni, fondazioni e istituti culturali vicini a specifici referenti politici
L’esito di questa prassi è che i contributi si moltiplicano per celebrazioni, restauri specifici, micro-iniziative che, pur rispondendo a esigenze sentite dal territorio, rischiano di apparire poco trasparenti e scarsamente rendicontate. Esempi emblematici sono:
  • Rifinanziamenti per ricorrenze religiose e storiche (San Francesco d’Assisi, fondazioni culturali locali)
  • Micro-interventi a favore di scuole paritarie, che ricevono risorse anche a fronte di tagli strutturali alla scuola pubblica
  • Bandi straordinari per l’assunzione temporanea nei corpi di sicurezza o nella sanità solo in specifiche aree
La tabella seguente sintetizza la ripartizione delle mance secondo i dati più recenti:
Beneficiario Tipologia intervento
Comuni medio-piccoli Case di riposo, restauri, feste locali
Grandi città Fondi per progetti contro degrado e insicurezza
Ministeri Assunzioni mirate, fondi per celebrazioni storiche
Associazioni/fondazioni Sostegno a eventi culturali religiosi, monumenti