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Le migliori università e atenei privati e statali italiane 2024 secondo il Censis. Le classifiche in base diversi criteri

di Chiara Compagnucci pubblicato il
I criteri considerati e altri dati

La classifica Censis 2024/2025 offre una panoramica dettagliata delle migliori università italiane e aiuta i neodiplomati a fare una scelta informata sul loro percorso.

Ogni anno, il Censis redige una classifica delle migliori università italiane, un punto di riferimento per migliaia di neodiplomati che durante l'estate devono decidere quale percorso universitario intraprendere. La classifica, che si affianca ad altri studi, valuta gli atenei in base a diverse categorie, suddivise per dimensioni e tipologie, offrendo così una panoramica completa e dettagliata delle performance degli istituti accademici. Non è stato di meno in questo 2024, di cui vogliamo esaminare:

  • Quali sono le università migliori secondo il Censis
  • I criteri considerati e altri dati interessanti

Quali sono le università migliori secondo il Censis

Ogni anno il Censis pubblica una classifica delle migliori università italiane, uno strumento essenziale per i neodiplomati che devono decidere quale ateneo frequentare. Ecco i risultati principali dell'edizione 2024-2025, suddivisi per categorie.

Quest'anno l'Università di Padova si è posizionata al primo posto tra i mega atenei, con un punteggio complessivo di 89,5. Seguono l'Università di Bologna con 87,5 punti e la Sapienza Università di Roma con 84,3 punti. Fuori dal podio, ma in quarta posizione, troviamo l'Università di Palermo che ha guadagnato tre posizioni rispetto all'anno precedente, raggiungendo 83,8 punti. L'Università Statale di Milano si colloca al quinto posto con 83,2 punti, seguita dall'Università di Pisa con 82,8 punti. L'Università di Torino, con 82,7 punti, sale di una posizione rispetto all'anno scorso, mentre l'Università di Firenze e l'Università di Napoli Federico II chiudono la classifica con rispettivamente 82,3 e 73,5 punti.

L'Università della Calabria si distingue quest'anno tra i grandi atenei statali, con un punteggio di 92,2, superando l'Università di Pavia che scende al secondo posto con 89,5 punti. L'Università di Perugia si posiziona terza con 87,7 punti, seguita dall'Università di Parma con 87,2 punti e dall'Università di Cagliari con 86,5 punti. L'Università di Salerno rimane salda in sesta posizione con 85,8 punti, mentre l'Università di Milano Bicocca e l'Università di Roma Tor Vergata si piazzano rispettivamente al settimo e ottavo posto con 85,7 e 84,5 punti. L'Università di Modena e Reggio Emilia è stabile in nona posizione con 83,5 punti, e l'Università di Genova entra nella top ten con 82,3 punti. Completano la classifica l'Università di Verona, l'Università di Messina, l'Università di Ferrara, l'Università di Roma Tre, l'Università della Campania e l'Università di Bari, con punteggi che vanno da 82,0 a 77,0 punti. Chiudono l'elenco l'Università di Chieti e Pescara con 76,8 punti e l'Università di Catania con 76,7 punti.

L'Università di Trento mantiene il primo posto tra i medi atenei statali con un punteggio di 94,5. Segue l'Università di Udine con 93,2 punti e l'Università di Sassari al terzo posto con 91,7 punti. L'Università Politecnica delle Marche si posiziona quarta con 91,0 punti, mentre l'Università di Siena è quinta con 90,5 punti. L'Università di Urbino guadagna tre posizioni, piazzandosi in nona posizione con 84,8 punti, seguita dall'Università del Salento con 84,7 punti. L'Università di Bergamo è undicesima con 83,8 punti, mentre l'Università del Piemonte Orientale e l'Università di Napoli Parthenope condividono la dodicesima posizione con 83,5 punti ciascuna. Le ultime posizioni sono occupate dall'Università dell'Insubria, dall'Università dell'Aquila, dall'Università di Foggia e dall'Università Magna Graecia di Catanzaro, con punteggi compresi tra 83,2 e 80,0 punti.

Tra i piccoli atenei statali, l'Università di Camerino mantiene il primo posto con un punteggio di 98,8. L'Università della Tuscia è seconda con 88,5 punti, seguita dall'Università di Macerata con 86,7 punti e dall'Università di Cassino con 86,0 punti. L'Università Mediterranea di Reggio Calabria si posiziona quinta con 83,3 punti, seguita dall'Università del Sannio con 82,7 punti. L'Università di Teramo è settima con 80,8 punti, mentre l'Università del Molise è ottava con 80,7 punti. Chiudono la classifica l'Università della Basilicata con 80,2 punti e l'Università di Napoli L'Orientale con 79,7 punti.

Il Politecnico di Milano è ancora una volta in cima alla classifica dei politecnici con un punteggio di 98,7. Segue il Politecnico di Torino con 92,0 punti e il Politecnico di Bari con 87,8 punti. Lo IUAV di Venezia chiude la classifica con 87,7 punti.

Tra i grandi atenei non statali, la Luiss Guido Carli conquista il primo posto con 96,0 punti, seguita dall'Università Bocconi con 92,0 punti e dall'Università Cattolica con 78,2 punti. La Lumsa è al primo posto tra i medi atenei non statali con 83,4 punti, seguita dallo IULM con 81,4 punti e dall'Università Suor Orsola Benincasa con 75,0 punti. La Libera Università di Bolzano mantiene la prima posizione tra i piccoli atenei non statali con 95,0 punti.

I criteri considerati e altri dati interessanti

Il Censis ha pubblicato la sua classifica annuale delle università italiane, basata su un'analisi del sistema universitario, sia statale che non statale, suddiviso in categorie omogenee per dimensioni. I criteri di valutazione sono

  • le strutture disponibili;
  • i servizi offerti;
  • il livello di internazionalizzazione;
  • la capacità di comunicazione digitale;
  • l'occupabilità dei laureati.
Secondo i dati rilevati dal Censis ad aprile 2024, l'anno accademico 2023-2024 ha visto un aumento delle iscrizioni femminili nelle discipline scientifiche. In particolare, il numero di neoiscritti maschi è diminuito dell'1,1%, mentre quello delle neoiscritte è cresciuto dello 0,5%.

L'incremento delle iscrizioni femminili non si è limitato ai corsi di laurea tradizionalmente a vocazione femminile, come educazione e formazione (+6,1%), ma si è esteso anche ai campi medico-sanitari e farmaceutici (+10,0%) e alle discipline STEM. Nel dettaglio, architettura e ingegneria civile hanno visto un aumento del 6,4% di nuove immatricolate, mentre gli uomini sono diminuiti dell'1,9%. Anche in ingegneria industriale e dell'informazione, le donne sono aumentate del 2,9%, a fronte di un calo dello 0,8% degli uomini. Nel settore informatico e delle tecnologie ICT, le iscrizioni femminili sono cresciute del 12,5%, contro un incremento dell'1,2% degli uomini.

Dopo l'aumento delle immatricolazioni registrato lo scorso anno (+3,3%), i dati provvisori per l'anno accademico 2023-2024 indicano un sostanziale assestamento, con una diminuzione dello 0,2%, equivalente a 579 neoiscritti in meno. La situazione varia significativamente a livello territoriale: gli atenei del Sud e delle isole registrano un aumento degli iscritti del 4,2%, seguiti dagli atenei del Nord-Est con un incremento dell'1,2%. Al contrario, gli atenei del Centro e del Nord-Ovest hanno registrato una diminuzione del 3,6% e del 2,5%, rispettivamente.