L'acquisto di una casa a 1 euro comporta obblighi ben definiti che mirano a rinnovare e rivitalizzare le aree urbane bisognose di intervento.
Situati in posizioni centrali nei centri storici, spesso con terrazze panoramiche e affascinanti vedute, e a breve distanza dal mare, dai laghi e dai boschi, i ruderi immobiliari sono per alcuni proprietari un onere fiscale da eliminare, ma per altri un'opportunità per rivoluzionare il proprio stile di vita. Sono le cosiddette case a 1 euro, offerte attraverso iniziative promosse da alcuni comuni con l'obiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento dei borghi rurali.
Il prezzo così simbolico ha suscitato interesse tra coloro che cercano di cambiare la propria situazione abitativa o imprenditoriale. Dal 2019 a oggi, numerosi comuni in tutta Italia, al mare e in montagna, tra cui Sicilia, Basilicata, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Toscana, Marche, Molise, Liguria, Piemonte e persino i piccoli villaggi di montagna della Valle d'Aosta, hanno pubblicato bandi per l'acquisto di queste case a prezzo simbolico.
Queste offerte sono particolarmente attraenti per cittadini stranieri, soprattutto americani e inglesi, che mostrano un forte interesse per queste proprietà. Vediamo cosa c'è da sapere:
L'acquirente è tenuto a impegnarsi nella ristrutturazione dell'immobile e l'avvio del progetto entro un periodo di due mesi dall'acquisizione, collaborando con un architetto locale. Il restauro e le attività connesse devono essere completati entro un lasso di tempo prestabilito, generalmente compreso tra 2 e 3 anni, coinvolgendo preferibilmente fornitori di servizi locali.
Uno degli obiettivi è quello sostenere e valorizzare le competenze degli artigiani del luogo. I Comuni italiani che aderiscono a questo programma spesso richiedono il deposito di una cauzione di importo limitato, restituibile in caso di completamento dei lavori entro i tempi stabiliti.
Questa misura serve a garantire la serietà e l'impegno dell'acquirente nel portare a termine il progetto di recupero.
La selezione dei acquirenti avviene generalmente in base all'ordine cronologico di presentazione delle manifestazioni di interesse, ma in caso di multiple richieste entro i successivi 30 giorni, si procede alla formazione di una graduatoria, seguendo criteri di priorità specificati nel bando, inclusa la preferenza per l'utilizzo di manodopera locale. In caso di parità di punteggio, si ricorre al sorteggio.
Le case a 1 euro offerte da alcuni comuni nelle aree interne del Paese sono immobili privati abbandonati che vengono ceduti a un prezzo simbolico agli interessati a ristrutturarli e riportarli in uso. Queste proprietà possono essere acquistate sia da cittadini italiani che stranieri, nonché da coloro che intendono convertirle in attività commerciali come alberghi diffusi, B&B e altre strutture turistiche.
L'obiettivo è favorire l'insediamento di nuovi residenti o turisti per contrastare il declino demografico e il fenomeno dell'abbandono dei centri storici, che stanno perdendo la loro vitalità a causa della diminuzione della popolazione e dell'emigrazione giovanile verso le città o le zone costiere.
L'importo simbolico di 1 euro per l'acquisto di una casa richiede un ulteriore investimento sostanziale, come evidenziato da numerosi esempi pratici. In primo luogo, il Comune agisce come intermediario tra acquirente e venditore, ma l'acquirente assume l'impegno di ristrutturare la proprietà entro un periodo di tempo predeterminato, di solito tre anni.
Oltre ai costi di ristrutturazione, ci sono spese connesse al trasferimento di proprietà, comprese le spese notarili, fiscali, di voltura, di successione e sanatorie edilizie, che sono tutte a carico dell'acquirente.
L'acquirente deve rimborsare al venditore le spese sostenute durante il periodo di disponibilità del bene al Comune, che comprendono imposte e tasse locali e statali. È richiesta una polizza fideiussoria come garanzia per l'acquisto dell'immobile, di solito dell'ordine di 5.000 euro. Complessivamente, queste spese ammontano a non meno di 20.000 euro.