Cosa cambia per i lavoratori che usufruiscono dei permessi della Legge 104 dopo la recente sentenza della Corte di Cassazione: cosa prevede
Cosa cambia per chi chiede i permessi della Legge 104 dopo l’ultima sentenza della Corte di Cassazione? I dipendenti hanno diritto, ove ne ricorrano le condizioni, a fruire dei tre giorni di permesso, che possono essere utilizzati anche ad ore, nel limite massimo di 18 ore mensili.
I permessi retribuiti previsti dalla Legge 104 per chi assiste familiari con disabilità in situazione di gravità sono fondamentali per garantire un supporto adeguato ai propri cari e la Cassazione è recentemente intervenuta con alcuni chiarimenti in merito.
Secondo i giudici, anche le attività complementari legate all'acquisto di cibo e bevande, di medicinali o di prodotti per l'igiene e la cura della persona, o agli appuntamenti con il medico di famiglia e simili, rientrato nell’ambito di quelle necessarie per l’assistenza e la cura del familiare disabile.
Questa sentenza segue di qualche mese un altro pronunciamento sempre della Cassazione relativo all’obbligo per chi assiste un familiare disabile di essere fisicamente presenti durante tutto il periodo del permesso con la persona a cui si presta assistenza.
Secondo la sentenza del 7 ottobre 2024 n. 26417 della Corte di Cassazione, tale obbligo non sussiste.
Per i giudici, infatti, anche in questo caso, l’assistenza al parente disabile può comprendere attività non strettamente legate alla presenza fisica del lavoratore accanto al familiare, ma che sono necessarie per soddisfare le esigenze quotidiane del disabile, per esempio fare commissioni di carattere medico e logistico per il familiare.
Per la Cassazione, dunque, i lavoratori possono chiedere i permessi della Legge 104 per le reali necessità del familiare disabile, anche quando queste si svolgono fuori dalla sua abitazione.
La conseguenza diretta più importante della recente sentenza della Cassazione è l’illegittimità del licenziamento per motivi disciplinari nei casi di permessi della Legge 104 utilizzati per attività terze.
Considerando che spesso i giudici di competenza sono chiamati in causa dai datori di lavoro per verificare l'uso improprio delle agevolazioni e dei permessi previsti dalla Legge 104, la Cassazione si è espressa spiegando chiaramente che non si può licenziare il lavoratore cargiver che chiede tali permessi e fa acquisti nei negozi e compie una serie di attività complementari e accessorie all'accudimento del familiare disabile.