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Manovra Finanziaria 2026: iter, voti e modifiche ancora possibili dopo maxi emendamento Governo

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa succede ora dopo l'emendamento presentato dal Governo? La Manovra Finanziaria 2026 attraversa una fase cruciale tra nuovi equilibri politici, e potenziali modifiche. Analisi di implicazioni su imprese, pensioni e territori, fra criticità e prospettive future.

Negli ultimi mesi l'arena politica italiana è stata attraversata da un intenso confronto intorno alla legge finanziaria per l’anno 2026, considerata il fulcro della strategia economica nazionale per il prossimo triennio. Il Governo, guidato dall’attuale esecutivo, ha intrapreso nelle ultime settimane un percorso di revisione e aggiornamento dell’impianto normativo e finanziario, con l’obiettivo di rafforzare la crescita e rispondere alle istanze di imprese, lavoratori e territori.

L’introduzione del maxi emendamento di ieri – frutto di interlocuzioni serrate tra le principali forze politiche e sociali – ha inteso rispondere alle necessità più urgenti originate dai rincari dei prezzi delle materie prime, dai cambiamenti nel mercato del lavoro e dalla transizione digitale ed energetica. L’obiettivo primario dell’intervento è quello di mantenere i “saldi invariati” secondo l’impegno del Ministero dell’Economia, senza aumentare il debito ma redistribuendo risorse interne in maniera più efficiente. 

Il maxi emendamento, ma non ha solo, ha portato ad ulteriori confronti e acceso nuovi dibattiti, La legge finanziaria resta dunque un testo dinamico, ancora oggetto di possibili aggiustamenti, a testimonianza dell’impatto sociale, economico e politico delle scelte in essa contenute. Alla luce dei rilievi emersi e del serrato confronto parlamentare, il percorso normativo mantiene aperte le porte a ulteriori evoluzioni nei prossimi giorni, con il primo voto in Senato previsto per il 23 Dicembre ricordando che la Manovra Finanziaria dovrà essere definitiva e ufficiale entro il 31 dicembre

Il maxi emendamento: principali misure, iter dell’approvazione e possibilità di ulteriori modifiche

L’emendamento straordinario presentato dal Governo rappresenta una vera riprogrammazione delle risorse pubbliche per l’anno 2026, introducendo interventi mirati in settori strategici, con una dotazione finanziaria di circa 3,5 miliardi di euro.

  • ZES unica: viene istituita la Zona Economica Speciale che prevede incentivi fiscali e semplificazioni amministrative per favorire l’attrattività industriale e logistica nelle regioni del Mezzogiorno, rafforzando il tessuto produttivo locale tramite crediti di imposta e procedure agevolate.
  • Transizione 5.0: il programma sostiene la digitalizzazione e la trasformazione energetica delle imprese. Le aziende, con particolare attenzione a quelle manifatturiere e tecnologiche, possono accedere a nuovi finanziamenti per interventi di efficienza e innovazione, con un sistema di iperammortamento esteso fino al 2028.
  • Sostegno all’innovazione: il maxi emendamento include un fondo di 1,3 miliardi, destinato a incrementare il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali e tecnologie abilitanti, per promuovere i processi produttivi orientati a una minore impronta ambientale.
  • Caro materiali: vengono stanziati rimborsi e contributi per compensare l’incremento dei costi delle materie prime, un’esigenza segnalata soprattutto dai settori delle costruzioni e della produzione industriale.
  • Previdenza complementare: una novità rilevante riguarda l’adesione automatica per alcune categorie del pubblico impiego (incluso un finanziamento annuale per le forze dell’ordine), e il rafforzamento del supporto previdenziale per i lavoratori del settore privato, in particolare con il trasferimento automatico del TFR ai fondi pensione su base silenzio-assenso per i neoassunti, salvo espressa rinuncia.
  • Fondi per la sicurezza: previsti 114 milioni di euro per la sicurezza ai Giochi Olimpici Milano-Cortina 2026 e investimenti per progetti culturali e infrastrutturali.
Un’altra questione di rilievo riguarda il finanziamento per il Ponte sullo Stretto di Messina, posticipato a seguito di osservazioni della Corte dei conti. Si tratta di una rimodulazione temporanea delle risorse, che non esclude la ripresa dell’opera nell’anno successivo, sottolineando la duttilità della manovra nel recepire evoluzioni provenienti da istituzioni di vigilanza e giurisprudenza.

Cosa succede ora, iter di approvazione e possibili modifiche 

L’iter di approvazione in Parlamento si è rivelato particolarmente complesso e lo è ancora tuttora:

  • I lavori parlamentari hanno subito ripetuti rallentamenti per il confronto serrato tra Governo e opposizione, che ha contestato sia il metodo che le tempistiche della presentazione delle modifiche.
  • Le commissioni hanno fissato scadenze strette per l’esame degli emendamenti, lasciando margini ridotti di negoziazione su subemendamenti e nuove proposte.
  • Il voto finale, previsto poco prima di Natale, sarà preceduto da ulteriori fasi di discussione; resta dunque aperta la possibilità di modifiche aggiuntive, con una fase emendativa che potrebbe prolungarsi fino alla definitiva conversione in legge.
Anche alcune questioni normative di natura tecnica, come l’adeguamento delle norme sugli enti locali, il fondo TFR e la revisione della disciplina su oro e riserve della Banca d’Italia, sono oggetto di trattativa in commissione.
Nel complesso, permane la possibilità che il testo della legge finanziaria sia ulteriormente modificato durante l’iter parlamentare, come dimostrato dall’alto numero di subemendamenti e dal vivace confronto tra maggioranza e opposizione.

Discussioni ancora forti nei prossimi giorni dopo le reazioni emerse sulle nuove regole su imprese, pensioni e territori

L’introduzione delle nuove disposizioni ha rapidamente generato reazioni sia all’interno delle istituzioni che tra gli stakeholder coinvolti. Le principali criticità emerse toccano i seguenti aspetti:

  • Imprese: molte associazioni imprenditoriali hanno apprezzato la proroga degli incentivi all’innovazione e l’istituzione della ZES unica, ma hanno espresso preoccupazione per la rimodulazione delle aliquote sugli investimenti “green”, ora meno incentivati. Le aziende sono chiamate ad affrontare un contesto competitivo più selettivo, senza le super aliquote che avevano caratterizzato i precedenti esercizi.
  • Pensioni: le modifiche ai requisiti per l’uscita anticipata – in particolare l’allungamento delle finestre di accesso e la restrizione dell’utilizzo del riscatto laurea breve – coinvolgono circa 5 milioni di lavoratori, suscitando il malcontento dei sindacati e delle associazioni di categoria. Queste misure sono state motivate dalla necessità di contenere la spesa previdenziale, garantendo la sostenibilità del sistema nel medio-lungo periodo.
  • Territori: se da una parte la ZES unica fa sperare in una maggiore ripartenza per le regioni del Sud, dall’altra il rinvio dei fondi per il Ponte sullo Stretto ha sollevato nuove tensioni politiche e istituzionali, rischiando di rallentare alcune aspettative di sviluppo infrastrutturale nel Meridione.
Le reazioni politiche spaziano dalle accuse dell’opposizione, che giudica la manovra poco incisiva su salari, inflazione e diseguaglianze, alle rivendicazioni della maggioranza che sottolinea la trasparenza e l’ampia partecipazione garantita dal percorso parlamentare. In tale quadro, il provvedimento si distingue per la tensione continua tra esigenze emergenti e sostenibilità dei conti pubblici, combinando rigore finanziario con supporto mirato ai settori chiave.