L'emendamento del Governo alla Manovra Finanziaria 2026 introduce un maxi pacchetto da 3,5 miliardi con novità su ZES, Transizione 5.0, previdenza, fondi per imprese e territorii, tra rimodulazioni, criticità e reazioni politiche
Il dibattito parlamentare sulla nuova legge di Bilancio ha registrato un'importante accelerazione con l’arrivo oggi martedì 16 dicmebre 2025 di un maxi emendamento da 3,5 miliardi di euro presentato dal Governo. Questo intervento straordinario emerge dopo settimane di lavoro intenso tra le principali forze politiche e tecniche, in risposta alle numerose richieste provenienti dal mondo imprenditoriale e sociale. Al centro del provvedimento vi sono misure dirette a sostenere la ripresa economica, garantendo stanziamenti mirati per le imprese, il sistema pensionistico e le infrastrutture strategiche, il tutto in osservanza dei vincoli di saldi invariati richiesti dal Ministero dell’Economia.
L'intervento è stato comunicato formalmente dal ministro dell'Economia in Senato, sottolineando l’obiettivo di offrire risposte concrete a settori in sofferenza e di rilanciare alcune progettualità bloccate. Il maxi emendamento non costituisce un semplice aggiustamento, ma rappresenta una vera e propria riprogrammazione di risorse, indispensabile per risolvere questioni come la Zona Economica Speciale (ZES) unificata, le misure innovative per la Transizione 5.0 e il progressivo finanziamento del sistema previdenziale complementare. Il nuovo pacchetto interviene inoltre su criticità emerse dal confronto con enti locali e parti datoriali, contribuendo a rafforzare la partecipazione del Parlamento alla fase decisoria, così da assicurare trasparenza e una maggiore rappresentatività delle istanze territoriali.
Il nuovo pacchetto introduce un ampio ventaglio di misure finanziarie e normative, mirate a rafforzare la competitività nazionale e la resilienza del tessuto produttivo. Tra i punti previsti si evidenzia soprattutto l’istituzione della Zona Economica Speciale unica, volta ad accelerare la crescita delle regioni meridionali tramite incentivi fiscali e burocratici, agevolando così l’insediamento e l’ampliamento di attività industriali e logistiche.
Un altro asse strategico riguarda il programma per la Transizione 5.0, che propone strumenti innovativi per favorire la digitalizzazione, l’efficienza energetica e la sostenibilità delle aziende. Nel merito, il nuovo quadro normativo definisce un sistema di iperammortamentoi su investimenti tecnologici e un contributo diretto per far fronte all’aumento dei costi dei materiali. Tali misure sono state oggetto di richieste specifiche da parte delle associazioni di categoria, che hanno sottolineato la necessità di fornire liquidità immediata e una prospettiva di sviluppo a medio termine, a fronte dei ritardi nell’attuazione di alcuni progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Da segnalare anche il sostegno diretto alle amministrazioni locali: viene previsto l’accesso facilitato a fondi di perequazione e investimenti mirati sulla riqualificazione urbana. Diversi interventi si indirizzano poi al miglioramento delle politiche abitative, con nuove risorse per il cosiddetto Piano Casa, e all’ingresso di Roma Capitale in un quadro aggiornato dei fondi di solidarietà. In ottica di maggiore equità sociale ed economica, il provvedimento contempla misure sulla sicurezza sul lavoro e destina nuovi finanziamenti alla migrazione e all’asilo secondo le direttive del nuovo Patto europeo.
Il pacchetto si distingue infine per la rimodulazione degli stanziamenti precedenti, permettendo di fronteggiare urgenze senza incidere sui saldi di finanza pubblica e assicurando la coerenza con i vincoli europei e le raccomandazioni della Banca centrale.
L’iter del maxi emendamento è stato accompagnato da rilevanti rimodulazioni finanziarie e da un acceso confronto politico e istituzionale. Le criticità più evidenti riguardano la gestione delle risorse destinate al Ponte sullo Stretto di Messina e la definizione delle modalità di intervento sulle riserve auree della Banca d’Italia. La progettualità sull’opera infrastrutturale, infatti, subisce uno slittamento temporale nella distribuzione dei fondi, con la previsione di spostare le coperture sulla prossima annualità. Questa scelta, definita riprogrammazione, risponde alle osservazioni della Corte dei conti e tiene conto delle evoluzioni giudiziarie che hanno rallentato le procedure nel corso dell’ultimo anno.
Parallelamente, sull’annosa questione delle riserve auree – particolarmente sentita da alcuni gruppi parlamentari – il ministero dell’Economia ha negoziato una riformulazione del testo. Il principio secondo cui le riserve sono “appartengono al popolo italiano” è stato preservato pur garantendo che la gestione resti affidata a Bankitalia nel rispetto dell’indipendenza sancita dai Trattati europei. L’accordo raggiunto si inserisce in un quadro più ampio di relazioni con la Banca centrale europea, la cui critica sulle misure a carico degli istituti di credito italiani rimane accesa. Francoforte, pur riconoscendo la solidità patrimoniale delle banche italiane, ha espresso preoccupazione per l’impatto delle nuove norme sull’offerta di credito, la redditività e la liquidità degli operatori finanziari.
La serie di riprogrammazioni e definanziamenti ha inevitabilmente alimentato il dibattito tra maggioranza e opposizione. Diverse forze parlamentari hanno sottolineato come il nuovo quadro normativo rappresenti una revisione sostanziale della manovra, destinata a suscitare ampi spazi di confronto sia all’interno della Commissione Bilancio che in Aula. Da un lato, il Governo ha rivendicato la scelta di intervenire tramite legge di Bilancio per mantenere la centralità del Parlamento e la trasparenza amministrativa; dall’altro, le opposizioni hanno criticato sia lo slittamento del Ponte, sia la natura tardiva delle modifiche, ritenendo la manovra “da riscrivere” e giudicando le soluzioni adottate poco incisive per la crescita e la stabilità futura del Paese.
Altri nodi da sciogliere riguardano l’aggiornamento delle norme sugli enti locali, inclusa la perequazione per Roma, e la regolamentazione dei compensi dei professionisti che collaborano con la pubblica amministrazione. Infine, la complessità e la quantità di subemendamenti previsti testimoniano la necessità di un lavoro supplementare per rendere operative le misure più innovative e per attenuare eventuali contenziosi interpretativi, in coerenza con le direttive europee e le esigenze nazionali di controllo della spesa.
| Area di intervento | Stato delle risorse |
| Ponte sullo Stretto | Rimandato su annualità future |
| Riserve auree | Gestione mantenuta da Bankitalia con rispetto dei trattati |
| Banche italiane | Monitoraggio BCE, criticità su liquidità e credito |
Il Governo punta dunque a conciliare le esigenze di rigore finanziario con la necessità di sostenere settori chiave dell’economia, ma la complessità delle modifiche apre nuovi scenari di confronto sia tecnico che politico. Questo maxi emendamento si pone così al crocevia tra esigenze immediate e programmazioni di lungo periodo, riflettendo la sensibilità delle istituzioni verso una gestione dinamica e sorvegliata delle risorse pubbliche.