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Pensioni di reversibilità, le modifiche in Manovra Finanziaria per finanziare la rottamazione quinquies richieste

di Marianna Quatraro pubblicato il
pensione di reversibilità 2026

Le modifiche alle pensioni di reversibilità introdotte dalla Manovra 2026, per finanziare la rottamazione Quinquies, suscitano critiche e allarmi su equità sociale, rischi sul sistema previdenziale e possibili alternative dibattute.

La discussione sulla Manovra Finanziaria 2026 ha acceso un vivace dibattito pubblico e politico su tante misure, ma ora i toni si alzano ancora di più dopo la richiesta di modificare, arrivata principalmente dalla Lega, i criteri delle pensioni di reversibilità al fine di finanziare il nuovo condono fiscale, la cosiddetta Rottamazione Quinquies. 

Questo intervento, presentato come necessario a causa delle esigenze di bilancio e del costante incremento della spesa previdenziale, rischia di mettere a dura prova il principio di solidarietà che tradizionalmente costituisce la base del sistema pensionistico italiano.

Effettivamente agire sui diritti acquisiti di vedove, vedovi e figli superstiti per rendere sostenibile una sanatoria fiscale, rischia di minare la credibilità e l’accettabilità sociale dell’insieme della riforma, oltre a proporre uno scambio eticamente discutibile tra le esigenze di copertura finanziaria e la tutela dei soggetti più fragili.

Il finanziamento della Rottamazione Quinquies: tagli alle pensioni di reversibilità e loro impatto sociale

Per finanziare l’allargamento della platea dei beneficiari della quinta rottamazione delle cartelle esattoriali, nella bozza della manovra si ipotizza un taglio selettivo alle pensioni di reversibilità, in particolare per le coppie unite civilmente. L’operazione dovrebbe garantire coperture immediate, richieste da parte di componenti della maggioranza, in vista di un’ulteriore estensione dell’ennesimo condono fiscale, nonostante l'evidente crescita della spesa pubblica.

  • Destinatari penalizzati: Vedove, vedovi e figli superstiti, una platea già colpita dall’aumento dell’età pensionabile e dall’erosione del potere d’acquisto degli assegni, sono nuovamente oggetto di revisione normativa. Il peso di coprire il “buco” creato per favorire chi ha pendenze con il fisco, viene scaricato su chi nella maggior parte dei casi si trova già in una condizione di fragilità economica e sociale.
  • Dubbio principio di equità: L’idea di sostenere una misura di “rottamazione fiscale” utilizzando i risparmi ottenuti dal ridimensionamento delle reversibilità introduce un principio che appare profondamente iniquo. Si chiedono risorse a chi ha contribuito regolarmente al sistema, per premiare i soggetti che hanno mancato alle proprie responsabilità contributive o fiscali.
  • Conseguenze sociali: Il potenziale impatto sociale del provvedimento è rilevante: una riduzione del sostegno economico a superstiti e famiglie monoreddito può accentuare fenomeni di povertà, esclusione sociale e disagio, con effetti a lungo termine su coesione e stabilità sociale..

Le modifiche normative alle pensioni di reversibilità: cosa cambia con la nuova Manovra

La nuova legge di bilancio prevede una serie di interventi mirati a rimodulare le condizioni di accesso e calcolo delle pensioni ai superstiti. Secondo quanto filtrato dalle bozze circolate in Parlamento:
  • Esclusione o riduzione per alcune categorie: Il provvedimento paventa la riduzione dell’assegno di reversibilità nei casi di coppie unite civilmente, portando a una possibile diseguaglianza rispetto ai coniugi sposati.
  • Ridefinizione dei requisiti: Si valuta un inasprimento dei criteri per la concessione del trattamento ai figli superstiti e alle categorie di familiari non coniugati, restringendo la platea degli aventi diritto.
  • Possibili soglie di reddito più restrittive: Le soglie reddituali che regolano la corresponsione integrale degli assegni potrebbero essere abbassate, di fatto riducendo l’importo in presenza di altri introiti a carico del beneficiario superstite.
  • Incremento degli obblighi dichiarativi: L’INPS potrebbe rafforzare i controlli sui redditi dei superstiti e sulla coesistenza di altre erogazioni previdenziali, prevedendo il ricalcolo e la restituzione degli importi in caso di dichiarazioni non accurate.

Criticità e reazioni alle modifiche: tra coperture discutibili e rischi per il sistema previdenziale

L’impostazione adottata dal Governo ha generato immediatamente una serie di polemiche da parte di esperti, associazioni e rappresentanze sociali. Criticità evidenziate riguardano sia il metodo sia il merito del provvedimento.
  • Coperture finanziarie discutibili: Le risorse che si intende recuperare dai tagli alle prestazioni ai superstiti appaiono insufficienti per finanziare integralmente la nuova rottamazione fiscale, rischiando di gravare in maniera strutturale sul welfare senza garanzie di risultato nei conti pubblici.
  • Precedenti negativi: Interventi analoghi negli anni passati hanno già dimostrato limiti evidenti: tentare di compensare i mancati incassi fiscal-tributari con tagli alle prestazioni previdenziali rischia di produrre contenziosi, disparità di trattamento e ricorsi giudiziari, minando fiducia nella normativa.
  • Prospettive demografiche preoccupanti: L’avanzare dell’età media e la progressiva riduzione della popolazione attiva stanno rendendo sempre più insostenibile il finanziamento delle pensioni attraverso misure temporanee e parziali.
  • Impatto su coesione sociale: La diretta conseguenza è l’erosione della fiducia nella capacità dello Stato di garantire le tutele minime a chi si trova in condizioni di debolezza, alimentando sentimenti di ingiustizia sociale e sfiducia verso le istituzioni.
Si rafforza così il rischio sistemico di indebolire l’intero impianto previdenziale pubblico, esponendolo a richieste di ulteriori riduzioni o privatizzazioni future. Il costo sociale, seppur meno visibile rispetto a una voce di bilancio, rischia di essere molto più pesante sul lungo periodo.

Le alternative possibili: dibattito politico e sindacale su giustizia ed equità fiscale

Le scelte compiute dalla maggioranza di governo sono tutt’altro che unanimi e stanno stimolando un intenso confronto tra diverse parti politiche e sociali. Numerosi osservatori, tra cui esponenti sindacali e diversi economisti, hanno messo in discussione l’opportunità di finanziare sanatorie fiscali penalizzando soggetti deboli. Vengono avanzate diverse proposte alternative:

  • Maggiore progressività fiscale: Inasprire la tassazione sui grandi patrimoni, sulle rendite finanziarie e sui fabbricati di lusso, evitando interventi su prestazioni di base come le reversibilità.
  • Rivisitazione dei regimi agevolati: Superamento degli sconti eccessivi su immobili affittati e su alcune categorie fiscali, per aumentare la base imponibile e reperire risorse senza colpire fasce svantaggiate.
  • Lotta all’evasione efficace: Gli sforzi per migliorare gli strumenti di contrasto dell’evasione e dell’elusione vengono ritenuti prioritari rispetto alla riduzione di diritti consolidati. Il valore delle pensioni ai superstiti, spesso unica fonte di sostentamento per intere famiglie, dovrebbe rimanere intoccabile a fronte di inefficacia dimostrata di misure condonistiche.
  • Confronto costruttivo: Si auspica una revisione sostanziale in sede di discussione parlamentare, in cui le voci delle rappresentanze dei pensionati e degli attori sociali siano realmente ascoltate nella ricerca di un equilibrio tra sostenibilità finanziaria e tutela dei diritti acquisiti.
Da più parti si mette in guardia dal rischio di varare misure simboliche sulla carta che, oltre a denotare debolezza di visione nel lungo termine, risultano dannose per i soggetti meno tutelati.

Considerazioni finali: prospettive future e il rischio di colpire i soggetti più deboli

L’intero iter della Manovra mette in luce alcune derive potenzialmente gravi. Il rischio di una progressiva erosione delle tutele minime offerte dallo Stato, a tutto vantaggio di interventi di sanatoria per chi non ha rispettato gli obblighi fiscali, può determinare un vero e proprio cortocircuito tra giustizia sociale e disciplina di finanza pubblica.

La questione delle pensioni di reversibilità, al centro delle modifiche discusse, va ben oltre il mero equilibrio finanziario dello Stato. Coinvolge valori di solidarietà, inclusione ed equilibrio generazionale che costituiscono il fondamento del patto sociale alla base della Repubblica. Indicare sistematicamente coloro che hanno pagato regolarmente tasse e contributi come riserva finanziaria per coprire le mancate entrate dovute a comportamenti elusivi è una scelta che rischia di mettere in discussione la tenuta stessa del sistema.



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