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Naspi, quando si riceve totalmente o parzialmente anche quando si lavora nel 2025

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Prestazioni di lavoro occasionali

Naspi 2025: quando riceverla interamente o parzialmente anche se si lavora. Requisiti previsti e casi compatibili con attività lavorativa

La Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego) è un sostegno economico per chi ha perso il lavoro. Tuttavia, molti beneficiari si chiedono se sia possibile continuare a percepire questo sussidio anche svolgendo alcune attività lavorative. La risposta è affermativa: in determinate situazioni, il percettore dell'indennità di disoccupazione può mantenere il diritto alla prestazione, sia in forma integrale che parziale, anche quando svolge specifiche attività lavorative.

Analizziamo nel dettaglio le diverse casistiche in cui è possibile cumulare la Naspi con i redditi da lavoro, esaminando quali comunicazioni sono necessarie all'INPS e quali limiti occorre rispettare per non perdere il sostegno economico.

Attività sportiva dilettantistica e Naspi, compatibilità totale

I compensi ricevuti nell'ambito dell'attività sportiva dilettantistica possono essere pienamente cumulati con l'indennità Naspi nel 2025. Questi pagamenti, erogati dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dall'UNIRE, dagli enti di promozione sportiva o da qualsiasi organismo con finalità sportive dilettantistiche riconosciuto da tali entità, costituiscono fiscalmente redditi diversi.

Un aspetto particolarmente vantaggioso per chi opera in questo settore è che il beneficiario della Naspi non è tenuto a comunicare all'INPS le attività sportive dilettantistiche svolte. Questo rappresenta una significativa semplificazione burocratica che agevola chi pratica sport a livello non professionistico.

Borse di studio e tirocini, quando il cumulo è possibile

Le borse di studio, gli stage e i tirocini professionali generano redditi che, dal punto di vista fiscale, sono assimilati a quelli derivanti da lavoro dipendente. Poiché non comportano l'esecuzione di un'attività lavorativa retribuita in senso stretto, è permesso il cumulo totale con l'indennità Naspi.

Diverso è il caso degli assegnisti e dottorandi di ricerca che percepiscono borse di studio e assegni di ricerca. In questa situazione, l'importo della Naspi subisce una riduzione se il compenso non supera la soglia annua di 8.000 euro.

È importante sottolineare che il beneficiario della prestazione è tenuto, a pena di decadenza, a informare l'INPS entro un mese dall'inizio dell'attività o dalla presentazione della domanda di Naspi, se l'attività fosse preesistente. Inoltre, deve dichiarare il reddito annuo correlato, anche se pari a zero.

Lavoro accessorio e Naspi nel 2025, limiti e condizioni

Nel caso di prestazioni di lavoro accessorio, esistono due scenari possibili per il 2025:

  • Se la retribuzione annuale percepita non supera i 3.000 euro, è possibile cumulare integralmente l'indennità Naspi
  • Se i compensi superano i 3.000 euro ma rimangono sotto i 7.000 euro annui, la Naspi subirà una riduzione pari all'80% del compenso
In entrambi i casi, il beneficiario dell'indennità è tenuto a comunicare all'INPS, entro un mese dall'inizio dell'attività di lavoro accessorio o, se questa era già in corso, dalla data di presentazione della domanda di Naspi, l'importo del compenso derivante da tale attività.

Il calcolo della riduzione viene effettuato considerando il periodo compreso tra l'inizio dell'attività e la fine del periodo di fruizione dell'indennità o, se precedente, la fine dell'anno.

Lavoro intermittente, come influisce sulla Naspi

Il lavoro intermittente (o lavoro a chiamata) presenta due diverse modalità di impatto sulla Naspi, a seconda che preveda o meno l'obbligo di risposta alla chiamata:

  • Senza obbligo di risposta: l'erogazione della Naspi viene sospesa esclusivamente per i giorni di effettiva prestazione lavorativa. Durante i periodi non lavorati tra una chiamata e l'altra, la Naspi può essere regolarmente percepita
  • Con indennità di disponibilità: la Naspi può essere corrisposta solo se il reddito percepito dal lavoratore è inferiore agli 8.000 euro
Il beneficiario che intende usufruire del cumulo tra il reddito da lavoro intermittente e la Naspi deve comunicare all'INPS, entro un mese dalla ripresa dell'attività lavorativa, il reddito annuo che prevede di ottenere.

Questa flessibilità rende il lavoro intermittente una delle forme più compatibili con la percezione della Naspi, specialmente per chi cerca un reinserimento graduale nel mercato del lavoro nel 2025.

Prestazioni di lavoro occasionali e compatibilità con la Naspi

Le prestazioni di lavoro occasionali rappresentano attività lavorative autonome che, nell'arco di un anno civile e considerando tutti gli utilizzatori, generano compensi complessivamente inferiori a 5.000 euro.

Un aspetto particolarmente vantaggioso è che i compensi ottenuti dal prestatore in questo contesto sono esenti da imposizione fiscale e non influenzano lo stato di disoccupazione. Di conseguenza, il beneficiario della Naspi non è obbligato a segnalare all'INPS il compenso derivante da tale attività.

Questa categoria di lavoro risulta quindi pienamente compatibile con la percezione dell'indennità di disoccupazione, offrendo una possibilità concreta di integrare il sostegno economico con piccole attività lavorative autonome nel corso del 2025.

Obblighi di comunicazione all'INPS: tempistiche e modalità

Per mantenere il diritto alla Naspi nel 2025 mentre si svolgono attività lavorative compatibili, è essenziale rispettare gli obblighi di comunicazione all'INPS:

  • Tempistica: in generale, le comunicazioni devono essere effettuate entro un mese dall'inizio dell'attività o dalla presentazione della domanda di Naspi
  • Modalità: le comunicazioni possono essere presentate online attraverso il portale dell'INPS, oppure tramite patronati e intermediari autorizzati
  • Contenuto: è necessario indicare la tipologia di attività, la data di inizio e il reddito annuo previsto
Il mancato rispetto di questi obblighi può comportare la decadenza dal diritto alla prestazione, con conseguente obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite. È quindi fondamentale prestare la massima attenzione a questi adempimenti.
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