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Nuove truffe con voci dei parenti ricreate da IA: come funzionano, riconoscerle e difendersi

di Chiara Compagnucci pubblicato il
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Dalle voci dei parenti clonate dall'IA nascono nuove truffe sofisticate: il fenomeno, le tecniche più diffuse, i rischi per le vittime e i metodi più efficaci per individuarle e proteggersi dalle frodi avanzate.

Nel corso degli ultimi anni, l'ingegnosità dei criminali informatici ha raggiunto nuovi livelli, utilizzando strumenti digitali avanzati e sfruttando l'intelligenza artificiale per perfezionare le proprie strategie. Una delle minacce più insidiose è rappresentata dalle truffe vocali, nelle quali i malintenzionati riescono a replicare fedelmente le voci di amici, parenti o figure autorevoli. Capacità sempre più elevate di imitazione rendono questi raggiri difficilissimi da identificare al primo ascolto, coinvolgendo soprattutto le categorie più vulnerabili come gli anziani. Non si tratta più solo di messaggi sospetti, ma di vere e proprie telefonate e persino video che riproducono sembianze e voce di persone reali, spingendo le vittime a compiere azioni impulsive e dannose

Cosa sono le truffe vocali con IA: meccanismi e pericoli

Le truffe vocali basate sull’intelligenza artificiale consistono in tentativi di frode che sfruttano tecnologie di clonazione vocale avanzata per riprodurre, in modo impressionante, la voce di persone note alle vittime. Il processo inizia spesso con l’acquisizione di un campione audio: bastano pochi secondi presi da un messaggio vocale, un video social o una chiamata per permettere ai software dedicati di ricreare ogni inflessione specifica. Gli strumenti oggi reperibili online sono spesso economici e accessibili a chiunque, non richiedono competenze tecniche approfondite e sono capaci di generare cloni vocali con una somiglianza anche superiore al 90%.

Al cuore di questi attacchi c'è la spinta a creare uno stato di emergenza emotiva, convincendo la vittima ad agire d’impulso: ad esempio, una telefonata in cui la voce apparentemente riconoscibile di un figlio o di un nipote racconta un grave incidente e chiede urgente denaro. I truffatori possono inoltre sfruttare altre forme di manipolazione, come lo spoofing del numero del chiamante, facendo così apparire il contatto come riconducibile a una fonte affidabile.

I rischi associati a queste truffe sono molteplici:

  • Frode finanziaria diretta: richieste di bonifici, pagamenti, cessioni di oro o gioielli.
  • Estorsione e ricatti: tramite il cosiddetto "rapimento virtuale" in cui si simula un sequestro di persona cara.
  • Furto d’identità: uso fraudolento dei dati ottenuti attraverso la voce clonata per accedere a conti bancari o servizi online.
  • Compromissione della sicurezza aziendale: truffe ai danni di imprenditori o dipendenti all’interno di grandi organizzazioni.
A livello internazionale si registrano: un costante aumento degli episodi segnalati, difficoltà di contrasto da parte delle forze dell’ordine e sfide normative nell'identificazione delle responsabilità. Oggi, sempre più cittadini comuni si trovano esposti a sofisticate forme di manipolazione senza precedenti nella storia della comunicazione digitale.

Le tecniche di clonazione vocale: chiamate mute, spoofing e deepfake

I cybercriminali impiegano diverse strategie per ottenere campioni vocali e ingannare le vittime. La tecnica delle chiamate mute risulta tra le più diffuse: ricevere una telefonata da un numero sconosciuto e sentirsi solo silenzio può sembrare un errore o un tentativo di telemarketing, ma in realtà bastano anche pochi secondi di risposta e frasi come "Pronto?" perché i truffatori ottengano ciò che serve per clonare la voce.

Altro strumento chiave è lo spoofing, vale a dire la falsificazione del numero di telefono del chiamante. In questo modo, sullo schermo dello smartphone appare un contatto affidabile, spesso quello di un familiare, di un collega o addirittura della banca o di istituzioni pubbliche. La vittima, in fiducia, tende a seguire le istruzioni impartite dalla voce clonata senza sospettare la truffa.

L’evoluzione delle tecniche ha portato anche ai deepfake vocali e video. Questi sistemi, sfruttando reti neurali e sofisticati algoritmi di apprendimento automatico, possono generare messaggi audio completamente sintetici oppure alterare video in tempo reale, imitando fedelmente la presenza e il linguaggio del corpo delle persone coinvolte. I deepfake sono impiegati per truffe che vanno dal "figlio in pericolo" alla richiesta urgente di denaro da parte di esponenti aziendali, come succede nei noti casi di ceo fraud.

A queste pratiche si aggiunge la tendenza dei cybercriminali a integrare informazioni personali raccolte dai social network, rendendo ancora più credibili le proprie richieste e adattando il messaggio alla situazione reale della vittima. Il pericolo si cela nella capacità di personalizzazione e nella qualità sempre maggiore del deep learning, che riduce drasticamente la possibilità di riconoscere immediatamente un tentativo fraudolento.

Chi sono le vittime: target, casi reali e impatto sociale

Le statistiche e i recenti casi di cronaca evidenziano che le truffe con voce clonata colpiscono una platea eterogenea, ma con predilezione per i soggetti più esposti. Gli anziani risultano tra i principali bersagli, anche a causa di possibili limiti uditivi, minore alfabetizzazione digitale e una naturale propensione a fidarsi delle voci familiari. È proprio il caso di Pietrasanta, dove una anziana ha evitato una truffa grazie alla sua attenzione, riconoscendo delle discrepanze durante una telefonata della "finta nipote" che chiedeva aiuto dopo un finto incidente.

Oltre agli over 60, sono coinvolti anche genitori, imprenditori e dirigenti aziendali. Numerosi sono gli episodi documentati in Italia e nel resto del mondo:

  • Rapimenti virtuali: in Canada oltre 1.000 casi segnalati in un anno con perdite medie da migliaia a decine di migliaia di euro.
  • Celebrità vittime di deepfake sentimentali e imprenditori ingannati da chiamate "ufficiali" di colleghi o funzionari statali.
  • Persone comuni che, colpite da urgenza e panico, trasferiscono somme di denaro o cedono dati riservati con conseguenze gravi per la propria sicurezza finanziaria e quella dei propri contatti.
L’impatto sociale va oltre il singolo episodio di frode. Si diffonde una senso di insicurezza digitale, si minano la fiducia nei canali di comunicazione tradizionali e la serenità delle famiglie. La facilità di reperimento di strumenti per la clonazione vocale e il numero crescente di vittime impongono una riflessione sulle necessità di protezione delle categorie più vulnerabili e di investimenti formativi nella sicurezza informatica.

Come riconoscere una truffa con voce clonata: segnali, casi e consigli pratici

L’individuazione tempestiva di una truffa vocale basata su IA richiede capacità di osservazione e prontezza emotiva. Tra i segnali più ricorrenti che possono destare sospetti si segnalano:

  • Sensazione di urgenza: richieste pressanti di denaro, soprattutto per emergenze simulate come incidenti o arresti improvvisi.
  • Toni emotivi eccessivi: la voce sembra afflitta, concitata, a volte incoerente con il carattere reale della persona che si presume stia parlando.
  • Frasi e inflessioni insolite: lievi alterazioni nell’intonazione o parole pronunciate in modo innaturale.
  • Richieste di informazioni sensibili: invio di password, PIN, dettagli bancari o dati personali.
  • Chiamate/messaggi da numeri sconosciuti o numeri noti ma in fasce orarie insolite.
  • Comunicazioni che "saltano le verifiche" abitudinarie: mancanza di saluti tipici, dettagli poco credibili, storie confuse.
Per illustrare la metodologia dei truffatori, si possono citare episodi noti: tentativi di estorcere denaro fingendo emergenze mediche o richieste di aiuto, ma anche "deepfake aziendali" dove dirigenti ricevono richieste ufficiali di bonifici da falsi colleghi o manager. In diversi casi, la truffa viene sventata quando la vittima fa verifiche più articolate, come la richiesta di un dettaglio personale noto solo a chi si sta effettivamente impersonando.

Consigli pratici per proteggersi comprendono:

  • Non fidarsi solo della voce: in caso di richieste insolite, meglio interrompere la comunicazione e verificare tramite un altro canale ufficiale.
  • Utilizzare una parola d’ordine di sicurezza concordata in famiglia per situazioni di emergenza.
  • Mai comunicare dati sensibili o effettuare trasferimenti su richiesta di telefonate improvvise, nemmeno a "voci note".
  • In presenza di dubbi, consultare le forze dell’ordine (Polizia Postale, 112) e segnalare episodi sospetti.
Una verifica incrociata tra più canali e la calma decisionale costituiscono la migliore barriera contro il rischio di truffe vocali.

Come difendersi: prevenzione, strumenti e buone pratiche contro le truffe AI

La crescente sofisticazione delle truffe vocali impone un approccio sistematico alla prevenzione. Oltre alle modalità di riconoscimento, la difesa passa attraverso semplici strategie individuali e strumenti di protezione, spesso combinati tra loro.

Le principali azioni raccomandate includono:

  • Limitare la diffusione online di contenuti vocali: evitare di pubblicare audio e video personali su canali pubblici, soprattutto se relativi a minori.
  • Attivare il blocco delle chiamate sconosciute: la maggior parte degli smartphone offre questa funzione, utile contro chiamate non richieste.
  • Lasciar parlare prima l’interlocutore: se si risponde a una chiamata sospetta, meglio non fornire subito dettagli vocali e attendere la prima mossa del chiamante.
  • Impostare profili social in modalità privata, condividendo le informazioni personali solo con contatti fidati.
  • Installare app di rilevamento e blocco truffe, selezionate tra le più affidabili (ad es. Truecaller, Hiya).
  • Fare uso di password manager e autenticazione a due fattori, per proteggere ulteriormente l’accesso ai servizi online collegati a dati personali.
  • Stabilire una parola di sicurezza in famiglia, come visto, che consente di confermare l’identità all’occorrenza.
La formazione continua rimane una delle armi più efficaci: rimanere aggiornati sulle tipologie di attacchi segnalate da Polizia Postale, CERTFin e altri enti di riferimento permette di affinare il proprio “fiuto digitale” e quello dei familiari, soprattutto in presenza di soggetti a rischio come anziani e minori.

Infine, in caso di sospetto tentativo di truffa, è buona prassi:

  • Conservare evidenze digitali e dettagli delle comunicazioni sospette.
  • Segnalare alle autorità competenti per contribuire al monitoraggio dei nuovi fenomeni.
  • Mantenere sempre la calma e procedere a una verifica puntuale dell’identità del mittente della chiamata.


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