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Nuovi dettagli su Lavazza e il caffč contaminato. Cerchiamo di fare chiarezza

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Le accuse, scarti di caffč

L’inchiesta condotta da Report ha puntato i riflettori su pratiche che sarebbero avvenute all’interno dello stabilimento Lavazza di Gattinara.

La trasmissione di inchiesta Report, andata in onda su Rai 3, ha sollevato dubbi sulle pratiche di produzione del caffè nello stabilimento Lavazza di Gattinara, ipotizzando il riutilizzo di scarti di caffè e possibili problemi di sicurezza alimentare. Le accuse, basate su testimonianze anonime e materiali audiovisivi, hanno scatenato un dibattito sulla trasparenza dei processi produttivi, e spinto azienda torinese a rispondere con fermezza per difendere la propria reputazione. Facciamo chiarezza su quanto emerso e su quali siano le reali implicazioni per i consumatori:

  • Le accuse, scarti di caffè recuperati e rimessi in produzione?
  • La replica di Lavazza, procedure sicure e nessun rischio per la qualità

Le accuse, scarti di caffè recuperati e rimessi in produzione?

L’inchiesta condotta da Report ha puntato i riflettori su pratiche che sarebbero avvenute all’interno dello stabilimento Lavazza di Gattinara, uno dei siti di produzione del gruppo. Secondo le rivelazioni di un dipendente anonimo, i residui di caffè provenienti da capsule difettose e da pacchetti scartati verrebbero riutilizzati invece di essere smaltiti, creando una miscela di diverse qualità di caffè, potenzialmente alterando il prodotto finale.

Secondo il testimone in passato gli scarti venivano destinati alla produzione di concimi naturali, mentre oggi, secondo la sua versione, sarebbero reintrodotti nel ciclo produttivo per essere nuovamente confezionati.

La replica di Lavazza, procedure sicure e nessun rischio per la qualità

A seguito della messa in onda del servizio, Lavazza ha risposto con una nota ufficiale, negando categoricamente che nel proprio stabilimento vengano adottate pratiche che possano compromettere la qualità del prodotto. L’azienda ha spiegato che il caffè contenuto in confezioni difettose (ad esempio, pacchetti con errori di etichettatura o grammatura sbagliata) può essere recuperato e riutilizzato, ma solo se mai esposto all’aria e ancora perfettamente sigillato.

Lavazza ha sottolineato che tutti i suoi stabilimenti sono soggetti a controlli interni e verifiche da parte di enti indipendenti, nel rispetto delle normative europee sulla sicurezza alimentare. L’azienda ha poi affermato che il riutilizzo di scarti all’interno di un ciclo produttivo controllato non è una violazione delle norme, bensì un processo conforme alle buone pratiche industriali, mirato a evitare sprechi e ridurre l’impatto ambientale.

A sostegno della propria difesa, Lavazza ha anche ricordato che il suo caffè è certificato secondo standard di qualità internazionali, e che l’intera filiera produttiva viene sottoposta a test chimici e microbiologici regolari per garantire un prodotto sicuro per il consumatore finale.

Molti consumatori si sono interrogati sulla trasparenza dell’industria del caffè, mentre associazioni dei consumatori hanno richiesto chiarimenti ufficiali e controlli supplementari per verificare l’eventuale presenza di anomalie nel processo produttivo di Lavazza.

D’altra parte, alcuni sindacati e rappresentanti dei lavoratori dello stabilimento di Gattinara hanno smentito le accuse, affermando di non aver mai riscontrato irregolarità nelle procedure adottate dall’azienda. Anche diversi esperti di sicurezza alimentare hanno sottolineato che il riutilizzo controllato di caffè in confezioni difettose non è un problema di sicurezza, a patto di rispettare standard igienico-sanitari rigorosi.

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