Via libera al nuovo decreto legislativo, destinato a recepire la direttiva europea 2025, che intende tutelare maggiormente i consumatori e rafforzare l’affidabilità del sistema creditizio nazionale, in risposta sia all’evoluzione delle esigenze economiche delle famiglie sia alla crescita dei rischi legati alle nuove tecnologie.
Le novità del decreto legislativo sul credito al consumo: recepimento della Direttiva europea 2025
L’adeguamento alla Direttiva (UE) 2023, da recepire entro il prossimo mese di novembre, implica anche l’ampliamento dell’ambito di applicazione della normativa, che coinvolge anche le forme di dilazione di pagamento come il modello Buy Now Pay Later, purché non rientranti in eccezioni di minore rischio e prevede:
- Razionalizzazione dell’informativa: I finanziatori saranno obbligati a fornire comunicazioni pubblicitarie e precontrattuali maggiormente chiare e trasparenti. Si introduce, inoltre, una netta esclusione dell’uso di dati personali ottenuti tramite social network nella valutazione della solvibilità.
- Intervento umano obbligatorio: Qualora la valutazione creditizia venga effettuata, anche solo in parte, tramite automazione o intelligenza artificiale, il consumatore avrà diritto a richiedere un riesame umano del procedimento.
- Estensione del controllo a nuovi soggetti: La disciplina inquadra obblighi regolamentari anche per fornitori di servizi di pagamento dilazionato, mediatori creditizi e attività di agenti, con nuovi requisiti di registrazione e vigilanza da parte dell'Oam, Organismo Agenti e Mediatori.
- Nuovi presidi sanzionatori: La normativa aggiorna e rafforza il sistema di sanzioni, intervenendo anche sull’attività di mediazione creditizia e sui relativi obblighi di segnalazione per eventuali violazioni.
Controlli più rigidi nella concessione dei prestiti: valutazione del merito creditizio e limiti all'automazione
Il nuovo decreto prestiti rafforza la valutazione del merito creditizio, rendendo più approfonditi i controlli sulle capacità di rimborso degli utenti. Questa revisione nasce dall’esigenza di contrastare sia il sovraindebitamento che il rischio di insolvenza.
Le misure previste sono:
- Analisi dettagliata dei redditi e delle uscite: Prestatori e intermediari finanziari devono esaminare in modo approfondito i flussi finanziari dell’utente, tenendo conto di redditi, impegni finanziari pregressi e della sostenibilità complessiva del nuovo debito.
- Divieto di utilizzo di dati social: Viene vietato l’uso di dati personali derivanti da social media nelle analisi di affidabilità creditizia, rafforzando così la tutela della privacy.
- Tutela contro l’automazione eccessiva: I consumatori potranno opporsi a decisioni prese esclusivamente tramite sistemi automatizzati e richiedere un controllo umano, assicurandosi che le specificità personali vengano tenute in considerazione.
Particolare attenzione è rivolta anche a prodotti come il
Buy Now Pay Later, che verranno inclusi in modo più stringente nella disciplina generale del credito al consumo, limitando le possibili elusioni delle tutele legali per i consumatori.
Il ruolo dei tutor contro il sovraindebitamento e i servizi di consulenza gratuiti
La riforma introduce una rete di tutor e servizi di consulenza gratuita rivolti ai cittadini in condizioni di difficoltà economica. Questa misura riflette la crescente consapevolezza che la prevenzione del sovraindebitamento richiede supporto attivo e non può limitarsi a divieti e regole formali. In questo caso, le modifiche includono:
- Consulenza preventiva e personalizzata: Prima della concessione di un finanziamento, i soggetti ritenuti a rischio potranno accedere a un percorso di valutazione e assistenza volto sia a chiarire le condizioni contrattuali sia a educare sulle conseguenze di un indebitamento non sostenibile.
- Tutor contro il sovraindebitamento: Figure specificamente formate offriranno accompagnamento nella gestione delle situazioni finanziarie complesse, mediano tra famiglie e creditori, e forniscono strategie concrete per la ristrutturazione dei debiti laddove necessario.
- Approccio proattivo: Oltre alla reazione in caso di difficoltà già presenti, il sistema promuove una politica preventiva permettendo l’accesso rapido a servizi informativi e di supporto per tutte le fasi del rapporto creditizio.
Prevenzione delle frodi e protezione dei dati personali
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha anche aggiornato le misure tecniche e procedurali, rendendole coerenti con gli ultimi sviluppi in materia di sicurezza e protezione dei dati, prevedendo:
- Rafforzamento del Sistema pubblico antifrode: Il nuovo sistema prevede l’implementazione di un servizio di call center e un’app dedicata alla segnalazione tempestiva di tentativi sospetti di richieste di credito indebito. Questi strumenti consentiranno ai cittadini di essere informati in tempo reale rispetto a eventuali tentativi di utilizzo fraudolento dei propri dati.
- Allineamento al GDPR: Le procedure di trattamento dei dati limitano al minimo indispensabile la raccolta di informazioni personali e riducendo contestualmente i costi per le richieste di verifica dell’identità.
- Analisi tecnologica delle frodi: Le disposizioni tengono conto delle nuove forme di frode favorite dagli strumenti digitali e prevedono misure specifiche per adeguare costantemente i sistemi di controllo e prevenzione alle minacce emergenti, anche attraverso campagne informative periodiche
Implicazioni per consumatori, banche e operatori finanziari: obblighi e opportunità
Le modifiche introdotte dal nuovo decreto hanno effetti su tutti gli attori coinvolti nella filiera del credito. I consumatori beneficiano di
garanzie rafforzate sotto il profilo della trasparenza, privacy e sostenibilità de
i finanziamenti, mentre banche, finanziarie e mediatori devono adeguarsi a una serie di nuovi obblighi procedurali e informativi.
Dunque, per riassumere:
- Per i consumatori: Maggiore consapevolezza delle condizioni offerte dai prestiti, accesso a servizi di consulenza specializzati e diritto all’intervento umano nelle valutazioni creditizie automatizzate.
- Per gli operatori: Necessità di adeguare modelli e sistemi di risk management, implementare strumenti digitali di verifica, rafforzare la formazione interna sulle nuove procedure di trasparenza e trattamento dati.
- Per la vigilanza: L’OAM svolge un’attività più incisiva nella registrazione, monitoraggio e sanzionamento di comportamenti non conformi alle nuove regole introdotte dal recepimento della direttiva.