Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Nuovo studio INPS sulle pensioni in Italia, ecco chi favorisce paradossalmente il nostro sistema previdenziale

di Marianna Quatraro pubblicato il
studio inps pensioni

Quali sono i risultati del nuovo paradossale studio dellInps sulle pensioni in Italia: ecco chi viene avvantaggiato nel nostro sistema previdenziale

Cosa emerge paradossalmente dal nuovo studio Inps sulle pensioni in Italia? La questione previdenziale e sulle pensioni in Italia fa discutere ormai da tempo, tra età per l’uscita sempre più alta, nonostante le diverse forme di pensione anticipata in vigore ogni anno in via temporanea per sostenere specifiche categorie di soggetti, importi sempre troppo bassi che non permettono a tutti i pensionati di vivere in maniera dignitosa e quella necessità di separazione tra spesa prettamente pensionistica e spesa assistenziale paventata ormai da troppo. Ora sono stati resi noti i risultati di un nuovo studio Inps davvero paradossali.

  • Quali sono i risultati paradossali di un nuovo studio Inps sulle pensioni in Italia
  • Come funzionano i coefficienti di trasformazione per la pensione

Quali sono i risultati paradossali di un nuovo studio Inps sulle pensioni in Italia

Secondo quanto emerge da un recente studio condotto dell’Inps, il nostro sistema previdenziale avvantaggerebbe paradossalmente i più ricchi e abbienti, perchè vivono mediamente di più e perchè il coefficiente di trasformazione non considera l’aspettativa di vita essendo è indifferenziato, perchè tiene conto solo dell'età di pensionamento e non della speranza di vita delle persone, quindi non considera che la mortalità cambia a seconda di reddito, zona in cui si vive, e non solo.

Avendo, inoltre, i più ricchi la possibilità di vivere una qualità della vita migliore e curarsi meglio nei casi di bisogno, e considerando che i coefficienti di trasformazione variano a seconda dell’età di pensionamento, più tardi si va in pensione e maggiore risulta l’importo dell'assegno, mentre i meno abbienti hanno una aspettativa di vita inferiore alla media, con importi inferiori rispetto a quelli percepiti dai più ricchi, creando così una forte ineguaglianza tra i soggetti. 

Come funzionano i coefficienti di trasformazione per la pensione

I coefficienti di trasformazione sono valori percentuali fissati dalla legge, che cambiano e che, al momento della domanda del pensionato e in base ad età e contributi versati, permettono di calcolare l’importo annuo lordo della pensione finale.

I coefficienti di trasformazione di calcolo delle pensioni vengono rivisti ogni due anni ed è stato deciso un aumento per il biennio 2023-2024 per le pensioni calcolate con sistema contributivo. In particolare, i coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione di chi decide di andare in pensione nel 2023-2024 sono i seguenti:

  • 4,270% per chi va in pensione a 57 anni;
  • 4,378% per chi va in pensione a 58 anni;
  • 4,493% per chi va in pensione a 59 anni;
  • 4,615% per chi va in pensione a 60 anni;
  • 4,744% per chi va in pensione a 61 anni;
  • 4,882% per chi va in pensione a 62 anni;
  • 5,028% per chi va in pensione a 63 anni;
  • 5,184% per chi va in pensione a 64 anni;
  • 5,352% per chi va in pensione a 65 anni;
  • 5,531% per chi va in pensione a 66 anni;
  • 5,723% per chi va in pensione a 67 anni.
  • 5,931% per chi va in pensione a 68 anni;
  • 6,154% per chi va in pensione a 69 anni;
  • 6,395% per chi va in pensione a 70 anni;
  • 6,655% per chi va in pensione a 71 anni.
Cambiano e sono diversi ancora i coefficienti di trasformazione per il calcolo delle pensioni degli impiegati delle Forze dell’Ordine, che non vanno in pensione seguendo le norme della riforma Fornero, cioè a 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, ma vanno in pensione molto prima, da 60 anni ai 65 anni per la pensione di vecchiaia mentre possono andare in pensione anticipata o a 58 anni di età e 35 anni di contributi o con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.

Dovendo, però, calcolare la pensione finale con sistema contributivo, che è penalizzante, e considerando che meno anni di lavoro e uscite prima si traducono in un montante contributivo più basso, sono stati per loro aumentati i coefficienti di trasformazione, per assicurare importi di pensioni finali più alti.


 

Leggi anche