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Ora legale 2025, come cambia lo stipendio e la busta paga al passaggio

di Marianna Quatraro pubblicato il
Passaggio ora legale impatto stipendio

Con l'arrivo dell'ora legale 2025, i lavoratori italiani si preparano a un piccolo cambiamento nei loro turni di lavoro: i potenziali risvolti economici

Il passaggio all'ora legale rappresenta un momento critico per molti settori lavorativi, in particolare per quelli con turni notturni, generando dubbi su come può influire sul calcolo dello stipendio e della busta paga di molti lavoratori. 

Il passaggio all'ora legale 2025, quando e come avverrà

Il cambio all'ora legale quest'anno, avverrà nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo. Alle ore 2:00, le lancette degli orologi saranno spostate un’ora avanti, portando immediatamente l’orario alle 3:00. Questo cambiamento segna il tradizionale adeguamento stagionale che consente di sfruttare le ore di luce serale nei mesi primaverili ed estivi.
Per molti lavoratori, soprattutto chi è impiegato in turni notturni, il passaggio implica l’adeguamento delle ore lavorative. Gli orari di inizio e fine turno che coincidono con il momento del cambio richiedono l’applicazione di specifiche regole contrattuali per tutelare la retribuzione. Inoltre, settori economici con attività notturne, come ospitalità e sanità, devono gestire in modo preciso gli impatti organizzativi del cambio orario.
 

Gli effetti dell'ora legale sulla retribuzione dei lavoratori

Per i lavoratori dipendenti, il cambio dell'ora solitamente non influisce sulla retribuzione, poiché si basa sugli orari di inizio e fine turno. Anche con la riduzione dell'ora notturna, non ci sono penalizzazioni. 

Gli effetti dell’ora legale sulla retribuzione dei lavoratori dipendono principalmente dalle caratteristiche del turno lavorativo e dalle normative contenute nei contratti collettivi di riferimento. Per i lavoratori notturni, ad esempio, il passaggio all’ora legale implica la riduzione di un’ora effettiva di lavoro, ma senza influire negativamente sullo stipendio. Ciò significa che, anche se il turno risulta accorciato, la retribuzione rimane invariata.
Un caso tipico è rappresentato da un turno che va dalle 1:00 alle 6:00. Con il cambio d’ora, alle 2:00 si passa direttamente alle 3:00, riducendo il tempo effettivo di lavoro a 4 ore. Tuttavia, in base ai contratti collettivi nazionali, il lavoratore riceve il pagamento completo per le 5 ore previste, senza decurtazioni, né obbligo di recuperare l’ora mancante.

Per i turni che iniziano durante il cambio orario, come quello dalle 2:30 alle 7:30, la gestione può essere più complessa. La fascia oraria tra le 2:00 e le 3:00 diventa inesistente e, di fatto, il turno si accorcia di un’ora. Le aziende, in questo caso, possono compensare l’ora mancante con permessi retribuiti o ferie, purché previsto dal CCNL applicabile.


 

Gestione dell'ora mancante, CCNL e implicazioni economiche

La gestione dell’ora mancante durante il passaggio all’ora legale è regolata principalmente dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), che garantiscono ai lavoratori la piena retribuzione anche in caso di riduzione dell'orario effettivo. Nei turni notturni, in particolare, l'ora persa non viene considerata come assenza né richiede il recupero tramite straordinari o ferie.
Il Decreto Legislativo 66/2003 rafforza queste tutele, stabilendo che la variazione oraria non deve influire negativamente sulle condizioni contrattuali dei lavoratori. Pertanto, l’ora mancata è retribuita interamente sia nei settori commerciali sia in quelli produttivi, tutelando il reddito complessivo.
Alcune aziende possono adottare politiche interne per gestire turni che iniziano o terminano durante il cambio d'ora. Possibili soluzioni includono:

  • Compensazione con permessi retribuiti, se previsti dal contratto applicabile;
  • Ricorso a ferie o riposi programmati, concordati col lavoratore;
Queste soluzioni variano in base all'accordo collettivo di riferimento e agli specifici settori economici, come quello sanitario o manifatturiero, che spesso applicano normative più dettagliate.
 

Benefici economici e produttività, l'impatto dell'ora legale

L’adozione dell’ora legale comporta benefici economici significativi in molti settori, favorendo una maggiore produttività grazie all’estensione della luce naturale nelle ore serali. Questo incremento di luce riduce il consumo energetico, con un impatto positivo sui costi per illuminazione e riscaldamento in ambienti lavorativi e domestici.
Nel settore commerciale, l’ora legale consente ai negozi e ai centri commerciali di prolungare le ore di apertura senza incrementare i costi operativi, grazie alla maggiore presenza di clientela durante le ore serali. Ristoranti, bar e attività legate alla ristorazione beneficiano di un aumento di consumi, sfruttando la possibilità di posizionare tavoli all’aperto. Anche gli eventi all’aperto, come concerti o manifestazioni sportive, registrano un incremento di partecipazione, generando opportunità economiche per le industrie correlate.
In settori produttivi e agricoli, l’ottimizzazione delle ore di luce incide direttamente sulla pianificazione dei turni, migliorando l'efficienza operativa. L’ora legale stimola anche l’attività fisica e ricreativa in spazi aperti, favorendo la domanda di servizi nei settori sportivi e turistici. Inoltre, l’impatto psicologico positivo su lavoratori e consumatori si traduce in una motivazione più elevata e in un incremento della produttività complessiva.

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