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Oro e argento a rischio bolla più che Intelligenza artificiale? E conseguenze e ricadute su Borse e mercati finanziari

di Marcello Tansini pubblicato il
bolle speculative

Nel 2025 oro e argento registrano rialzi inattesi, mentre l'Intelligenza Artificiale continua a crescere tra entusiasmi e rischi di bolla. Si analizzano impatti e nuove correlazioni tra asset, Borse globali e scenari futuri.

Il 2025 ha ridefinito l’equilibrio tra sicurezza e opportunità di investimento: i mercati hanno vissuto performance straordinarie, mentre la volatilità ha ricordato con forza quanto i rischi possano essere vicini. Oro e argento hanno vissuto una stagione senza precedenti, spinti da dinamiche geopolitiche, mosse delle banche centrali e una rinnovata attrazione speculativa. Parallelamente, la narrativa sull’Intelligenza Artificiale (IA) ha polarizzato opinioni e capitali, elevando i leader tecnologici a nuovi massimi ma alimentando anche riflessioni sul tema bolla. Guardando alle Borse mondiali, il mix fra metalli, IA, difesa e i movimenti di altri asset – come il rame e le criptovalute – ha generato ricadute eterogenee tra settori e Paesi. In questo scenario complesso, la questione di possibili bolle non resta confinata a una teoria, anzi

Oro e argento: rialzi record e segnali di bolla speculativa

L’anno che si chiude ha visto oro e argento raggiungere livelli storici. Le quotazioni dell’oro hanno superato quota 4.500 dollari l’oncia, mentre l’argento ha oltrepassato i 72 dollari, con un incremento annuale superiore al 130%. Queste dinamiche sono state alimentate da diversi fattori interconnessi:

  • Crescente incertezza geopolitica e tensioni tra Russia, Ucraina e Occidente, che hanno spinto la domanda di beni rifugio.
  • Politiche monetarie accomodanti e aspettative di riduzione dei tassi d’interesse, con le banche centrali che hanno acquistato metalli preziosi per proteggere le riserve.
  • Debolezza del dollaro sui mercati globali, che ha favorito il trasferimento di capitali verso strumenti più “tangibili”.
Le performance borsistiche di aziende legate ai metalli preziosi hanno rispecchiato l’entusiasmo degli investitori: Fresnillo, importante produttore di argento, ha registrato un rialzo di oltre il 400% nell’ultimo anno. La “frenesia” su oro e argento è stata interpretata da diversi analisti come un segnale d’allarme: la crescita esponenziale rispetto ai valori storici può suggerire la formazione di una bolla speculativa.

Secondo le analisi di esperti finanziari, una bolla si identifica quando l’aumento dei prezzi si discosta nettamente dai fondamentali. Nel caso dei metalli preziosi, la combinazione tra aspettative sull’economia globale e movimenti speculativi ha sostenuto un’ulteriore impennata dei prezzi. Didier Sornette, professore emerito del Politecnico di Zurigo, ha segnalato che sia l’oro sia l’argento mostrano segnali di esuberanza irrazionale: l’investimento massiccio in questi strumenti non è supportato soltanto da una reale necessità di protezione, ma anche da una crescente sfiducia nelle valute fiat come il dollaro.

Non tutti gli analisti sono concordi sull’inevitabilità di un tracollo: alcuni sottolineano la possibilità che queste bolle possano essere “cavalcate” ancora per un certo periodo, almeno finché le condizioni macroeconomiche resteranno favorevoli. Tuttavia, resta alto l’invito alla cautela: episodi storici dimostrano che movimenti così verticali finiscono spesso per ricomporsi bruscamente.

La crescita dell’Intelligenza Artificiale tra hype, investimenti e rischio bolla

L’Intelligenza Artificiale ha catalizzato aspettative e capitali nel 2025, segnando una profonda trasversalità tra settori industriali e finanziari.

I dati di mercato mostrano che società leader come Nvidia hanno raggiunto nuovi traguardi, toccando una capitalizzazione di 5.000 miliardi di dollari e registrando incrementi azionari a doppia cifra. A questa dinamica si è affiancata una vera e propria corsa agli investimenti in data center, chip e infrastrutture AI, con aziende asiatiche e americane tra i principali protagonisti: SK Hynix oltre +200%, Samsung +100% e TSMC +33% nell’arco dell’anno.

Tuttavia, l’espansione dell’IA non è stata immune da segnali di instabilità. Volatilità in aumento, forti oscillazioni dei prezzi dei titoli e le valutazioni estremamente elevate di alcune società hanno destato preoccupazione su una possibile disconnessione tra aspettative e fondamentali economici. Analisti e autorità di vigilanza mettono in evidenza il rischio che, come accaduto per la bolla dotcom, l’attuale entusiasmo possa condurre a una brusca inversione di tendenza qualora i ricavi attesi o la profittabilità futura dovessero deludere.

Didier Sornette ha suggerito che la “bolla IA” potrebbe assumere anche una valenza positiva: l’accumulo di capitali e investimenti spesso porta allo sviluppo di infrastrutture e capacità tecnologiche destinate a durare ben oltre la fase euforica. Ciononostante, la natura del finanziamento – oggi più spesso a debito che tramite capitale proprio – rende l’attuale ciclo potenzialmente più rischioso rispetto al passato: eventuali fallimenti potrebbero avere ripercussioni sistemiche su creditori e paesi coinvolti.

L’attenzione resta quindi altissima su margini aziendali, tempi di monetizzazione e sostenibilità dei nuovi progetti di IA, elementi che saranno cruciali per la stabilità dei mercati nei prossimi mesi.

Effetti e ricadute sulle Borse mondiali: cosa e accaduto quest'anno nel 2025

Il progresso di oro, argento e Intelligenza Artificiale ha avuto effetti dirompenti sulle Borse mondiali, evidenziando vincitori e vinti tra settori.

L’anno ha premiato soprattutto:

  • Comparti difesa, con performance stellari dei contractor europei – Rheinmetall ha registrato +150%, Leonardo circa +93%.
  • Industria e infrastrutture, trainate dalla domanda “reale”, dal reshoring industriale e dalla spinta dei nuovi investimenti pubblici.
  • Settore tecnologico legato all’IA: protagonisti chiave non solo negli Stati Uniti ma anche in Asia, a dimostrazione della centralità globale della tematica.
Parallelamente, comparti ciclici e legati ai consumi hanno sofferto, in particolare in America, complice l’effetto dei dazi e le rotazioni settoriali spinte dalla ricerca della difensività.

Le commodities industriali, come il rame, hanno beneficiato di interruzioni dell’offerta e delle nuove politiche tariffarie Usa. Il risultato è una differenziazione estrema delle performance tra settori, rappresentata efficacemente nella seguente tabella:

Settore Performance 2025
Difesa (Rheinmetall, Leonardo) da +93% a +154%
IA (Nvidia, SK Hynix, Samsung, TSMC) +33%/+215%
Metalli preziosi/Produttori Oro +65%, Argento +130%, Fresnillo +426%
Criptovalute dal -8% al -14%
Consumi Usa -22%/-52%

L’impatto della volatilità e delle rotazioni tra asset ha creato nuove opportunità quanto nuove fragilità: la capacità di adattamento dei portafogli resta cruciale per la tenuta a breve e medio termine delle Borse globali.

L’anno ha segnato un evidente cambio di ritmo anche tra le asset class alternative. Le criptovalute hanno frenato dopo anni di espansione accelerata: il Bitcoin ha subito un calo dell’8% mentre Ethereum ha perso il 14%, e la capitalizzazione dell’intero comparto ha risentito sia delle prese di profitto che del ritorno della preferenza per asset giudicati più solidi.

Anche se non mancano investitori che mantengono una posizione sulle “crypto”, la domanda di metalli preziosi e di liquidità sembra aver prevalso nel clima di maggiore cautela maturato durante il 2025.

Il rame ha assunto una centralità inattesa, toccando nuovi record sopra i 12.000 dollari a tonnellata. La materia prima, spesso considerata un termometro dell’economia reale, si è distinta per:

  • Squeeze sull’offerta per interruzioni estrattive e colli di bottiglia nella supply chain
  • Politiche commerciali aggressive, specialmente dagli Stati Uniti, che hanno influenzato flussi e quotazioni tramite nuovi dazi
  • Domanda di struttura, legata ai piani di investimento per la transizione energetica e l’aggiornamento delle reti elettriche
Nel 2025, la correlazione positiva fra andamento dei metalli e alcune blue chip industriali è cresciuta, mentre la decorrelazione rispetto alle cripto ha mostrato come una parte dei capitali abbia preferito “beni rifugio” e settori con maggiori ritorni cash flow. Le rotazioni di portafoglio hanno premiato gli asset in grado di garantire resilienza rispetto allo scenario di incertezza globale.

E cosa potrebbe succede nel 2026....impatto su investitori, mercati e società

L’eventuale scoppio di una bolla speculativa su metalli o IA potrebbe avere effetti complessi su più livelli. Storicamente, la rottura di simili eccessi sul mercato determina:

  • Contraccolpi su portafogli e fiducia degli investitori: brusche correzioni del valore degli asset impattano la propensione al rischio, con ripercussioni sull’allocazione dei capitali anche nel lungo termine.
  • Effetti a cascata sulle economie reali: se il finanziamento di infrastrutture IA in debito dovesse fallire, sarebbero coinvolti direttamente anche istituti di credito, finanziatori e, in alcuni casi, le finanze pubbliche.
  • Divaricazione nella distribuzione della ricchezza: la tendenza all’ascesa delle quotazioni azionarie in un universo finanziario manipolato dalle banche centrali accresce la distanza tra chi può permettersi di investire e chi resta ai margini.
Secondo l’interpretazione di Didier Sornette, non tutte le bolle sfociano in crisi devastanti: la particolare azione delle banche centrali nell’ultimo quindicennio ha impedito crolli superiori al 25%, mutando il comportamento dei mercati rispetto ai decenni passati. Tuttavia, il rischio sistemico non si annulla; anzi, può riprodursi sotto altre forme, fino a riverberarsi sul tessuto sociale con disuguaglianze crescenti e potenziali tensioni socio-politiche.
Le implicazioni vanno ben oltre la mera dimensione finanziaria e richiedono una sorveglianza costante e una più rigorosa educazione finanziaria, soprattutto tra piccoli risparmiatori.

Le variabili chiave e scenari futuri per mercati, metalli e IA

Il prossimo anno si apre con un paradosso: i risultati ottenuti nel 2025 accrescono i rischi di andare incontro a delicati aggiustamenti. Tre variabili appaiono essenziali per orientare le prospettive dei mercati nel 2026:

  • Evoluzione della politica monetaria: eventuali tagli dei tassi, già scontati dai mercati, potrebbero sostenere ancora l’appeal dei metalli; ma una sorpresa nelle decisioni delle banche centrali sarebbe in grado di invertire rapidamente il trend.
  • Politiche commerciali e nuove tariffe: i dazi e il rimodellamento delle catene di fornitura favoriscono i cicli dei metalli industriali come il rame e innescano casino di vincitori e vinti tra settori e aree geografiche.
  • Valutazioni e aspettative sull’Intelligenza Artificiale: la questione non è se la centralità dell’IA resisterà, ma a quale prezzo e con quali livelli di volatilità. Un solo passo falso su margini o ritorni potrebbe rapidamente spostare l’umore degli operatori.
Gli osservatori di mercato concordano che le bolle speculative relative ai metalli e alla tecnologia non sono destinate a scoppiare necessariamente nell’immediato. La gestione del rischio da parte degli operatori e delle banche centrali e l’adattamento agli shock geopolitici o normativi saranno determinanti.
Spicca inoltre il tema della sostenibilità e della diversificazione dei portafogli: la maggioranza dei piccoli investitori, secondo nuovi studi, continua a essere esposta a perdite per eccessiva concentrazione o tentativi di “battere il mercato” tramite singole scommesse.

Gli analisti sottolineano la necessità di rafforzare la cultura finanziaria e di monitorare la tenuta sociale: secondo Sornette, l’eventuale crollo sistemico non sia tanto economico quanto politico e sociale, segnando la possibile ascesa dell’instabilità nel contesto globale del 2026.



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