Nel 2025 oro e argento registrano rialzi inattesi, mentre l'Intelligenza Artificiale continua a crescere tra entusiasmi e rischi di bolla. Si analizzano impatti e nuove correlazioni tra asset, Borse globali e scenari futuri.
Il 2025 ha ridefinito l’equilibrio tra sicurezza e opportunità di investimento: i mercati hanno vissuto performance straordinarie, mentre la volatilità ha ricordato con forza quanto i rischi possano essere vicini. Oro e argento hanno vissuto una stagione senza precedenti, spinti da dinamiche geopolitiche, mosse delle banche centrali e una rinnovata attrazione speculativa. Parallelamente, la narrativa sull’Intelligenza Artificiale (IA) ha polarizzato opinioni e capitali, elevando i leader tecnologici a nuovi massimi ma alimentando anche riflessioni sul tema bolla. Guardando alle Borse mondiali, il mix fra metalli, IA, difesa e i movimenti di altri asset – come il rame e le criptovalute – ha generato ricadute eterogenee tra settori e Paesi. In questo scenario complesso, la questione di possibili bolle non resta confinata a una teoria, anzi
L’anno che si chiude ha visto oro e argento raggiungere livelli storici. Le quotazioni dell’oro hanno superato quota 4.500 dollari l’oncia, mentre l’argento ha oltrepassato i 72 dollari, con un incremento annuale superiore al 130%. Queste dinamiche sono state alimentate da diversi fattori interconnessi:
Secondo le analisi di esperti finanziari, una bolla si identifica quando l’aumento dei prezzi si discosta nettamente dai fondamentali. Nel caso dei metalli preziosi, la combinazione tra aspettative sull’economia globale e movimenti speculativi ha sostenuto un’ulteriore impennata dei prezzi. Didier Sornette, professore emerito del Politecnico di Zurigo, ha segnalato che sia l’oro sia l’argento mostrano segnali di esuberanza irrazionale: l’investimento massiccio in questi strumenti non è supportato soltanto da una reale necessità di protezione, ma anche da una crescente sfiducia nelle valute fiat come il dollaro.
Non tutti gli analisti sono concordi sull’inevitabilità di un tracollo: alcuni sottolineano la possibilità che queste bolle possano essere “cavalcate” ancora per un certo periodo, almeno finché le condizioni macroeconomiche resteranno favorevoli. Tuttavia, resta alto l’invito alla cautela: episodi storici dimostrano che movimenti così verticali finiscono spesso per ricomporsi bruscamente.
L’Intelligenza Artificiale ha catalizzato aspettative e capitali nel 2025, segnando una profonda trasversalità tra settori industriali e finanziari.
I dati di mercato mostrano che società leader come Nvidia hanno raggiunto nuovi traguardi, toccando una capitalizzazione di 5.000 miliardi di dollari e registrando incrementi azionari a doppia cifra. A questa dinamica si è affiancata una vera e propria corsa agli investimenti in data center, chip e infrastrutture AI, con aziende asiatiche e americane tra i principali protagonisti: SK Hynix oltre +200%, Samsung +100% e TSMC +33% nell’arco dell’anno.
Tuttavia, l’espansione dell’IA non è stata immune da segnali di instabilità. Volatilità in aumento, forti oscillazioni dei prezzi dei titoli e le valutazioni estremamente elevate di alcune società hanno destato preoccupazione su una possibile disconnessione tra aspettative e fondamentali economici. Analisti e autorità di vigilanza mettono in evidenza il rischio che, come accaduto per la bolla dotcom, l’attuale entusiasmo possa condurre a una brusca inversione di tendenza qualora i ricavi attesi o la profittabilità futura dovessero deludere.
Didier Sornette ha suggerito che la “bolla IA” potrebbe assumere anche una valenza positiva: l’accumulo di capitali e investimenti spesso porta allo sviluppo di infrastrutture e capacità tecnologiche destinate a durare ben oltre la fase euforica. Ciononostante, la natura del finanziamento – oggi più spesso a debito che tramite capitale proprio – rende l’attuale ciclo potenzialmente più rischioso rispetto al passato: eventuali fallimenti potrebbero avere ripercussioni sistemiche su creditori e paesi coinvolti.
L’attenzione resta quindi altissima su margini aziendali, tempi di monetizzazione e sostenibilità dei nuovi progetti di IA, elementi che saranno cruciali per la stabilità dei mercati nei prossimi mesi.
Il progresso di oro, argento e Intelligenza Artificiale ha avuto effetti dirompenti sulle Borse mondiali, evidenziando vincitori e vinti tra settori.
L’anno ha premiato soprattutto:
Le commodities industriali, come il rame, hanno beneficiato di interruzioni dell’offerta e delle nuove politiche tariffarie Usa. Il risultato è una differenziazione estrema delle performance tra settori, rappresentata efficacemente nella seguente tabella:
| Settore | Performance 2025 |
| Difesa (Rheinmetall, Leonardo) | da +93% a +154% |
| IA (Nvidia, SK Hynix, Samsung, TSMC) | +33%/+215% |
| Metalli preziosi/Produttori | Oro +65%, Argento +130%, Fresnillo +426% |
| Criptovalute | dal -8% al -14% |
| Consumi Usa | -22%/-52% |
L’impatto della volatilità e delle rotazioni tra asset ha creato nuove opportunità quanto nuove fragilità: la capacità di adattamento dei portafogli resta cruciale per la tenuta a breve e medio termine delle Borse globali.
L’anno ha segnato un evidente cambio di ritmo anche tra le asset class alternative. Le criptovalute hanno frenato dopo anni di espansione accelerata: il Bitcoin ha subito un calo dell’8% mentre Ethereum ha perso il 14%, e la capitalizzazione dell’intero comparto ha risentito sia delle prese di profitto che del ritorno della preferenza per asset giudicati più solidi.
Anche se non mancano investitori che mantengono una posizione sulle “crypto”, la domanda di metalli preziosi e di liquidità sembra aver prevalso nel clima di maggiore cautela maturato durante il 2025.
Il rame ha assunto una centralità inattesa, toccando nuovi record sopra i 12.000 dollari a tonnellata. La materia prima, spesso considerata un termometro dell’economia reale, si è distinta per:
L’eventuale scoppio di una bolla speculativa su metalli o IA potrebbe avere effetti complessi su più livelli. Storicamente, la rottura di simili eccessi sul mercato determina:
Il prossimo anno si apre con un paradosso: i risultati ottenuti nel 2025 accrescono i rischi di andare incontro a delicati aggiustamenti. Tre variabili appaiono essenziali per orientare le prospettive dei mercati nel 2026:
Gli analisti sottolineano la necessità di rafforzare la cultura finanziaria e di monitorare la tenuta sociale: secondo Sornette, l’eventuale crollo sistemico non sia tanto economico quanto politico e sociale, segnando la possibile ascesa dell’instabilità nel contesto globale del 2026.