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Quante tasse pagherò di più o meno dopo modifiche Irpef, detrazioni e nuovo taglio cuneo fiscale? Ecco la risposta

di Marianna Quatraro pubblicato il
tasse modifiche fiscali

E’ stata confermata l’Irpef a tre aliquote quest’anno 2025 ma sono cambiate le detrazioni ed è nuovo anche il taglio del cuneo fiscale: ecco le modifiche per i contribuenti

Quante tasse si pagano in più o in meno quest'anno con le ultime novità fiscali approvate per l'Irpef, le detrazioni e il taglio del cuneo fiscale? Sono cambiati quest'anno diversi criteri per il calcolo della tassazione sui contribuenti.

Se è vero che l'Irpef non è stata modificata, come era stato inizialmente annunciato, molto è invece cambiato sul fronte delle detrazioni, che incidono comunque su tasse da pagare e risparmi possibili per i contribuenti.

  • La tassazione Irpef a tre aliquote confermata nel 2025
  • Le detrazioni applicate nel 2025 tra nuovo taglio del cuneo fiscali e limiti rivisti 
  • Chi ci guadagna e chi ci perde con le novità

La tassazione Irpef a tre aliquote confermata nel 2025

Non cambia (per il momento) la tassazione Irpef sui redditi che resta confermata a tre aliquote in base ai diversi scaglioni di reddito:
  • fino a 28mila euro l’aliquota è del 23%; 
  • per i redditi tra 28.001 euro e fino a 50mila euro, l’aliquota sale al 35%;
  • per i redditi oltre i 50mila euro l'aliquota resta al 43%. 

Le detrazioni applicate nel 2025 tra nuovo taglio del cuneo fiscali e limiti rivisti 

Cambiano quest'anno le detrazioni per i lavoratori dipendenti (ma non solo).

Le modifiche, che incidono chiaramente sia sugli stipendi e sia sulle tasse da pagare, riguardano:

  • il nuovo taglio del cuneo fiscale, applicato non più sotto forma di sgravio contributivo al 7% per i redditi fino a 25mila euro e al 6% per i redditi tra 25mila e 35mila euro ma sotto forma di detrazioni fiscali;
  • le nuove soglie di detrazione previste per i redditi più alti.
Entrando più nel dettaglio, il nuovo taglio del cuneo fiscale 2025 prevede diverse detrazioni, valide per i redditi fino a 40mila euro, che partono dal 7,1% per stipendi fino a 8.500 euro; dal 5,3% per i redditi da 8.500 e fino a 15mila euro e dal 4,8% per stipendi superiori ai 15mila euro e fino a 20mila euro all’anno, per arrivare a detrazioni fisse dell'importo di mille euro per chi ha redditi superiori a 20mila euro ma entro i 32mila euro e riduzioni graduali della detrazione per chi ha redditi tra 32.001 euro e 40mila euro.

Per chi ha un reddito annuo superiore a 75mila euro ma entro i 100mila euro, le detrazioni annuali possono arrivare fino a 14mila euro, nel caso di un nucleo familiare composto da più persone, e fino a 7mila euro nel caso di un single.

Per chi ha redditi annui superiori ai 100mila euro, se rientra in un nucleo familiare con più di due figli a carico, le detrazioni arrivano fino ad un massimo di 8mila euro, che si riducono a 4mila euro in assenza di figli a carico.

Precisiamo che sono escluse da tali limiti le spese sanitarie, gli interessi su mutui ipotecari per la prima casa stipulati entro il 2024 e i premi di assicurazione per i contratti stipulati entro il 2024. 

Aumenta, invece, da 800 a 1.000 euro il limite massimo di spesa detraibile per la frequenza dei figli di scuole dell’infanzia, del primo ciclo d’istruzione e della scuola secondaria di secondo grado.

Chi ci guadagna e chi ci perde con le novità

Come ben evidente, la possibilità di usufruire di maggiori o minori detrazioni, che indicono sugli stipendi dei lavoratori, dipende in ogni caso sia dal reddito che dalla composizione del nucleo familiare in base a una serie di coefficienti.

A rimetterci sono certamente, però, coloro che percepiscono redditi più alti. Per esempio, un contribuente con un figlio a carico può portare in detrazione spese fino a 9.800 euro se dichiara tra i 75.000 e i 100mila euro. La cifra scende a 7mila euro se il contribuente non ha, però, figli a carico. 

Per i redditi più bassi, tra taglio del cuneo fiscale, aliquota Irpef ridotta al 23% e maggiori possibilità di usufruire di detrazioni fiscali, i vantaggi sono certamente maggiori.

Tuttavia, bisogna sempre considerare la propria condizione familiare che, come sopra spiegato, riveste un importante ruolo nel calcolo delle detrazioni possibili di cui usufruire.