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Partita Iva forfettaria al 5%, nuova normativa per il 2026: chi ne avrebbe diritto e funzionamento

di Marcello Tansini pubblicato il
Partita Iva 2026

La nuova flat tax forfettaria al 5% prevista per il 2026 rinnova il regime fiscale per professionisti e partite IVA: requisiti, vantaggi, criticità, novità per il rientro dei cervelli e confronto.

La discussione sulla tassazione agevolata per giovani lavoratori si intensifica nell'ambito della Legge di Bilancio 2026. La proposta della Lega punta a introdurre un regime fiscale fortemente vantaggioso, proponendo un'aliquota al 5% per alcune categorie di lavoratori, in particolare i giovani assunti a tempo indeterminato e alcune estensioni per chi rientra in Italia dall'estero dopo esperienze lavorative.

Questa misura si inserisce in un contesto più ampio di riforma fiscale, volto a rendere più attrattivo il mercato del lavoro nazionale e a contrastare la cosiddetta “fuga dei cervelli”. Alla luce delle attuali dinamiche economiche e sociali, la flat tax ridotta rappresenta una delle novità più discusse e attese del quadro normativo 2026.

Il regime forfettario al 5%: normativa e modifiche previste per il 2026

La normativa vigente prevede che chi apre una nuova partita IVA e rispetta i requisiti di legge possa aderire a un regime forfettario con imposta sostitutiva fissata al 15%, che si riduce al 5% per i primi cinque anni di attività. Questa agevolazione, secondo le statistiche del Ministero dell'Economia, ha coinvolto oltre 1,9 milioni di autonomi e microimprese nel 2024, rendendo il regime una delle scelte più adottate per l'avvio di nuove attività professionali e imprenditoriali.

Attualmente l'accesso è consentito a chi mantiene ricavi entro 85.000 euro, senza essere socio di società di persone, senza aderire ad altri regimi fiscali speciali e senza superare i 20.000 euro in corrispettivi a dipendenti o collaboratori, mantenendo residenza italiana o comunitaria con almeno il 75% di reddito prodotto in Italia. Nel 2025 sono già state introdotte revisioni, tra cui l'aumento a 35.000 euro della soglia di reddito da lavoro dipendente cumulabile e sconti sui contributi per giovani artigiani e commercianti.

Le modifiche in discussione per il 2026, promosse in particolare dalla Lega, si focalizzano su un ulteriore abbassamento dell'aliquota per categorie specifiche: giovani under 30 assunti a tempo indeterminato e, in alcuni casi, lavoratori fino a 36 anni che tornano dall'estero. Tra le proposte si valutano anche estensioni di soglie di reddito fino a 100.000 euro per i residenti esteri che rientrano, e periodi agevolati di massimo cinque anni. Oltre alla flat tax, il pacchetto prevede una decontribuzione totale per i datori di lavoro che assumono giovani, con esonero dai contributi previdenziali fino a tre anni. Il risultato è quello di allineare, almeno parzialmente, la fiscalità dei giovani dipendenti regolari a quella delle partite IVA in regime agevolato, minimizzando la pressione fiscale nel periodo più delicato di ingresso nel mondo del lavoro.

Requisiti di accesso al regime: chi ne avrà diritto secondo la manovra

I criteri di ammissibilità al nuovo regime fiscale agevolato, secondo la proposta in esame per la Manovra 2026, sono mirati a favorire la stabilità lavorativa e l'attrattività del mercato italiano. I principali requisiti individuati sono:

  • Età inferiore a 30 anni al momento dell'assunzione con contratto a tempo indeterminato.
  • Reddito annuo lordo massimo di 40.000 euro per i residenti in Italia.
  • Periodo massimo di godimento della flat tax fissato in cinque anni consecutivi, senza possibili rinnovi.
  • Per i cittadini italiani che rientrano dall'estero, l'età massima si estende a 36 anni, mentre la soglia di reddito può salire a 100.000 euro.
  • Esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali fino a tre anni per i datori di lavoro che effettuano nuove assunzioni regolari.
Sono esclusi dall'agevolazione i lavoratori con contratti a termine, chi supera le soglie di reddito indicate o ha già beneficiato in passato di regimi agevolati oltre il limite previsto. Il regime non si applica retroattivamente e privilegia le nuove assunzioni, come emergerebbe dal testo della proposta di legge. Ulteriori vincoli sono previsti in caso di mono committenza prolungata o rapporti di lavoro intercorsi precedentemente con lo stesso datore. L'estensione della misura al rientro dall'estero delle giovani professionalità mira a correggere gli squilibri generazionali della forza lavoro e ad attirare capitale umano qualificato, tema attualmente centrale nel dibattito pubblico.

Funzionamento pratico del regime forfettario al 5%: vantaggi e limiti

L'applicazione della flat tax al 5% offre una semplificazione consistente rispetto ai meccanismi di tassazione ordinaria. Dal punto di vista operativo, i soggetti beneficiari si vedranno applicare un'imposta sostitutiva sull'intero reddito, senza necessità di detrazione dei costi sostenuti per la produzione del reddito stesso. Il regime si configura così:

  • Semplificazione amministrativa: il contribuente potrà contare su adempimenti fiscali e contabili ridotti al minimo e sarà esente da IVA nella maggior parte dei casi.
  • Aliquota agevolata: il 5% di tassazione sul reddito imponibile rappresenta un risparmio significativo rispetto all'IRPEF ordinaria, soprattutto nelle fasce più giovani, soggette normalmente ad aliquote superiori dal 23%.
  • Decontribuzione: il lavoratore e il datore di lavoro saranno esentati dal versamento dei contributi previdenziali (INPS) per i primi tre anni di rapporto, aumentando il netto in busta paga e riducendo il costo del lavoro per l'impresa.
Tuttavia, esistono alcune restrizioni:
  • L'imposta sostitutiva non consente la compensazione con altre detrazioni fiscali, né il riporto di eventuali perdite fiscali.
  • Superata la soglia di reddito imponibile, il regime decade e si applica immediatamente la tassazione ordinaria, il che può determinare picchi fiscali indesiderati.
  • L'agevolazione è limitata nel tempo (massimo cinque anni), riducendo la visione di lungo termine per chi desidera investire stabilmente nella crescita professionale.
Per riassumere:

Elemento

Regime forfettario ordinario

Flat tax 5% Lega

Aliquota

15% (5% primi 5 anni neo-VAT)

5% (giovani under 30, massimo 5 anni)

Limite ricavi

85.000 euro

40.000 euro residenti Italia / 100.000 euro rientro cervelli

Decontribuzione

Sconto 35% INPS per alcune categorie

Esonero totale contributi 3 anni

Le novità per il rientro dei cervelli e la platea estesa di beneficiari

Uno degli aspetti distintivi della proposta è l'attenzione rivolta al tema del rientro dei cervelli. Per chi torna in Italia dopo esperienze all'estero, la partita Iva forfettaria del 5% potrebbe estendersi fino ai 36 anni e su soglie di reddito più elevate (fino a 100.000 euro). Questa leva fiscale, insieme a ulteriori incentivi come l'estensione dei benefici in caso di acquisto di casa al ritorno, intende contrastare l'emigrazione giovanile altamente qualificata e recuperare competenze strategiche per il sistema produttivo italiano.

Oltre ai giovani neoassunti, l'intervento punta a includere una platea più ampia grazie alla possibilità di accesso ai professionisti autonomi che decidono di costituire nuove partite IVA o di avviare un'attività imprenditoriale in Italia, anche se la fase attuativa prevede una definizione dettagliata delle categorie ammesse. Questa apertura rispecchia la volontà di rispondere alle trasformazioni del mercato del lavoro, capace di attrarre anche profili a medio-alta qualifica il cui reinserimento può rappresentare un vantaggio competitivo per il Paese.

Impatto economico: coperture finanziarie, sostenibilità e criticità del

Il principale nodo resta la copertura finanziaria, visto che la riduzione delle entrate fiscali e contributive su larga scala potrebbe determinare minori risorse per il sistema previdenziale e per la tenuta dei conti pubblici.

Il confronto parlamentare ruota intorno a diversi interrogativi:

  • L'entità delle risorse stanziate: si parla di un “tesoretto” da 2,1 miliardi per il capitolo occupazione, ma le stime sul reale impatto dipendono dal numero di giovani e imprese che aderiranno alla misura.
  • La sostenibilità previdenziale: l'esonero dai contributi per tre anni potrebbe creare un disavanzo nei conti INPS, rendendo necessario il ricorso a compensazioni o risorse aggiuntive su altri capitoli di bilancio.
  • La distribuzione degli effetti: il beneficio fiscale rischia di privilegiare una fascia ristretta di lavoratori (i neoassunti under 30) e potrebbe creare disparità generazionali o geografici, soprattutto nei territori a bassa occupazione giovanile.
  • I possibili abusi: il rischio che le aziende si orientino verso assunzioni di breve periodo o turnover rapido, sfruttando di volta in volta il periodo agevolato, viene considerato un punto critico da diversi osservatori.
Un altro tema aperto è quello già sollevato da organismi internazionali e da alcune associazioni di categoria: la riduzione delle imposte va accompagnata da strategie industriali, investimenti in formazione e innovazione per produrre effetti sull'occupazione stabile e sulla crescita economica.

La flat tax al 5% si inserisce in una cornice di revisione fiscale più ampia, al fianco di altre misure proposte nella Legge di Bilancio. Sul versante autonomi e professionisti, il regime forfettario resta confermato con soglia a 85.000 euro e aliquota al 15% per la maggioranza dei contribuenti, con alcune ipotesi di innalzamento fino a 90-100.000 euro allo studio.

Per i dipendenti e pensionati sono previste altre forme di alleggerimento fiscale, come l'ulteriore taglio del secondo scaglione IRPEF (dal 35% al 33% fino a 50.000 euro), la rottamazione di vecchi debiti fiscali e la proroga di bonus per lavori edilizi e fringe benefit. In questo quadro, la proposta della Lega si distingue per la sua portata selettiva, mentre altri partiti spingono su estensioni più generalizzate per la riduzione del cuneo fiscale e per la revisione delle aliquote IRPEF. L'attuazione delle singole misure resta comunque vincolata al rispetto degli equilibri di bilancio sanciti dalle regole europee e dalle linee guida del Documento Programmatico di Bilancio.