La Cassazione (sent. 33015/2024) stabilisce che pranzi o pause caffè senza timbratura possono costituire frode. I dettagli su rischi, sanzioni e quando scatta il reato
La sentenza 33015/2024 della Corte di Cassazione ha stabilito un principio importante per tutti i lavoratori del settore pubblico: allontanarsi dal posto di lavoro per una pausa caffè o per consumare il pranzo a casa senza timbrare il badge costituisce truffa aggravata. Questo pronunciamento segna un cambio di direzione significativo rispetto al passato, quando la stessa Corte aveva mostrato maggiore tolleranza verso queste pratiche, considerandole comportamenti di lieve entità.
La Corte di Cassazione, con la sentenza 33015, ha confermato il reato di truffa aggravata, sebbene ormai prescritto, nei confronti del direttore di un mercato ortofrutticolo all'ingrosso. L'accusa mossa al funzionario era di aver ingannato la pubblica amministrazione sulla reale durata della sua prestazione lavorativa, non considerando le frequenti pause per recarsi al bar per un caffè e i rientri a casa per pranzare.
Il caso ha suscitato particolare attenzione anche per l'ulteriore accusa, rivolta allo stesso imputato, di essersi recato all'estero durante l'orario di servizio, aggravando ulteriormente la sua posizione.
La strategia difensiva aveva tentato di ridimensionare le accuse, sostenendo che:
La normativa italiana in materia di pause lavorative, come quelle per il caffè e il pranzo, prevede che i dipendenti pubblici utilizzino il proprio badge o cartellino marcatempo ogni volta che si allontanano dal posto di lavoro. Questo obbligo è stato istituito per garantire un corretto monitoraggio delle ore lavorative effettivamente svolte e per assicurare trasparenza nell'utilizzo delle risorse pubbliche.
La Corte di Cassazione ha stabilito che uscire senza effettuare la timbratura, anche per intervalli temporali relativamente brevi, può configurare il reato di falsa attestazione della presenza, con conseguenze potenzialmente molto gravi come:
È importante sottolineare che esistono alcune differenze nella regolamentazione delle pause tra il settore pubblico e quello privato. Nel settore pubblico, la normativa è generalmente più stringente e l'obbligo di timbratura per qualsiasi allontanamento è quasi sempre previsto.
Nel settore privato, invece, le regole possono variare in base ai contratti collettivi di riferimento e ai regolamenti aziendali interni. Alcune aziende private possono prevedere una maggiore flessibilità per le pause brevi, come quella del caffè, mentre mantengono l'obbligo di registrazione per assenze più lunghe come la pausa pranzo.
In ogni caso, è sempre consigliabile informarsi accuratamente sulle regole specifiche del proprio luogo di lavoro per evitare spiacevoli conseguenze. Le norme interne aziendali o dell'ente pubblico possono infatti prevedere disposizioni particolari che integrano quanto stabilito dalla normativa generale.
Alla luce della sentenza della Cassazione e del quadro normativo vigente, ecco alcuni suggerimenti utili per i lavoratori, specialmente quelli del settore pubblico: