Cosa prevede la normativa in vigore sul cumulo tra detrazioni nel 730 2025 e fringe benefit come rimborso dal datore di lavoro per i mutui
L’acquisto di una prima casa può implicare diverse agevolazioni, che non riguardano unicamente il bonus prima casa, ma anche diversi altri benefici fiscali, come le detrazioni degli interessi passivi sui mutui o il riconoscimento di rimborsi da parte di datori di lavoro, nel limite massimo di due mila euro. Vediamo nel dettaglio come funzionano le detrazioni nel 730 e i fringe benefit per i mutui e se le due misure si possono cumulare.
Come precisato dall’Agenzia delle Entrate, le somme rimborsate dal datore di lavoro non sono detraibili in dichiarazione dei redditi.
Spetta solo al contribuente scegliere se seguire il percorso tradizionale della detrazione degli interessi passivi sui mutui nel 730 2025 o farli rimborsare dal datore di lavoro nei fringe benefit. Non si può usufruire di entrambe le agevolazioni.
Le leggi in vigore prevedono una detrazione del 19% sugli interessi del mutuo per l'acquisto della prima casa su un importo massimo di 4mila euro. Tali spese devono essere indicate nel quadro E al rigo E7.
Per usufruire delle agevolazioni per i mutui nel 730 2025, bisogna presentare i documenti riguardanti gli oneri sostenuti, il contratto di acquisto della casa da destinare ad abitazione principale, il contratto di mutuo da cui risulta che il finanziamento è stato erogato per l’acquisto della prima casa, la ricevuta rilasciata dalla banca sugli interessi passivi e la fattura del notaio.
Chi ha un mutuo in corso può non solo usufruire delle detrazioni in dichiarazione dei redditi ma anche dei benefit riconosciuti a livello aziendale, ma in questo caso a discrezione del datore di lavoro.
Rientra, infatti, tra i fringe benefit che si possono riconoscere ai dipendenti anche il rimborso da parte del datore di lavoro delle spese degli interessi sul mutuo per l’abitazione principale.
I fringe benefit non concorrono a formare il reddito dei lavoratori entro il limite complessivo di mille euro, che sale fino a 2mila euro per i dipendenti con figli fiscalmente a carico, e rientrano in tali soglie di esenzione quest’anno anche le somme erogate dal datore di lavoro come rimborso degli interessi sul mutuo della prima casa.
Precisiamo, però, che le spese rimborsabili esentasse riguardano solo immobili a uso abitativo posseduti dal dipendente, dal coniuge o dai familiari, che vi risiedano abitualmente.