Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Pensione si torna a rivalutazione piena degli importi nel 2025. Calcoli ed esempi varie fasce di importi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Pensione rivalutazione 2025

Come cambiano ancora le percentuali rivalutazione delle pensioni nel 2025 e per chi saranno più convenienti: i calcoli

Come sarà la rivalutazione delle pensioni nel 2025? Tra le diverse misure annunciate dal ministro dell’Economia Giorgetti nel corso dell’ultimo incontro con i sindacati per la definizione della prossima Manovra Finanziaria 2025 c’è anche un ritorno alla piena rivalutazione pensionistica.

Cambieranno, dunque, nuovamente le percentuali su cui calcolare gli adeguamenti dei trattamenti e, per moltissimi, in meglio. Vediamo allora di seguito nel dettaglio come e di quanto.

  • Quali sono attualmente e come cambiano nel 2025 le percentuali di rivalutazione delle pensioni in base alle fasce di reddito
  • Calcoli ed esempi della rivalutazione delle pensioni 2025 in base alle fasce di reddito 


Quali sono attualmente e come cambiano nel 2025 le percentuali di rivalutazione delle pensioni in base alle fasce di reddito

Le percentuali di rivalutazione delle pensioni vigenti da gennaio 2024 sono sei e sono in particolare le seguenti:
  • del 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.271,76 euro lordi mensili;
  • del 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.839,70 euro;
  • del 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.407,64 euro;
  • del 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.543,52 euro;
  • del 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, da 4.543,53 euro a 5.679,40 euro; 
  • del 22% sulle pensioni oltre 10 volte il minimo (sopra 5.679,40 euro mensili).
Sono state diverse le critiche al governo l’anno scorso per la decisione di rivedere le percentuali portandole a sei e riducendole all’aumentare del reddito percepito.

E’ stata considerata una mossa ingiusta tanto da aver portato a presentare ricorso alla Corte dei Conti che, a sua volta, ha spiegato che la penalizzazione delle pensioni più elevate lede tanto l'aspettativa economica quanto la dignità del lavoratore.

Secondo quanto spiegato dai giudici, un trattamento più alto è il meritato riconoscimento per un maggiore impegno durante la vita lavorativa, per cui in un’ottica di equità, non devono esserci penalizzazioni. Sulla questione si attende ora anche la pronuncia della Corte Costituzionale.

Ma nella prossima Manovra si tornerà (ormai quasi certamente dopo le recenti dichiarazioni del ministro Giorgetti) alla rivalutazione pensionistica piena.

Saranno, dunque, cancellati i tagli degli ultimi anni e gli importi dal primo gennaio 2025 saranno rivalutati all’inflazione al: 

  • 100% fino a 4 volte il minimo; 
  • 90% tra quattro e cinque volte;
  • 75% da sei volte il minimo in su.

Calcoli ed esempi della rivalutazione delle pensioni 2025 in base alle fasce di reddito 

Il calcolo della rivalutazione annua delle pensioni avviene non solo sulle percentuali stabilite dal governo in base alle diverse fasce di reddito ma anche su un determinato tasso rivalutativo collegato al valore dell'aumento dei prezzi al consumo registrato ogni anno dall'Istat.

In base al tasso stabilito, l’Inps provvede ad adeguare gli importi degli assegni alla differenza tra l'indice dei prezzi dell'anno precedente e quello attuale. 

Generalmente, all’inizio dell’anno, l'adeguamento si basa inizialmente su un indice provvisorio che poi nel corso dell’anno diventa definitivo, con il conseguente calcolo dei conguagli dovuti ai pensionati.

Secondo quanto annunciato, il tasso di rivalutazione per il 2025 dovrebbe essere dell’1,6%, decisamente più basso del 5,4% di questo 2024 e ancor di più dell’8,1% del 2023.

Si tratta, però, di anni particolari, in cui, a causa della pandemia da Covid prima e dei conflitti mondiali poi, l’inflazione è schizzata alle stelle, facendo aumentare nettamente anche i tassi rivalutativi. Con la riduzione dell’inflazione, calano anche i tassi.

Considerando, dunque, le nuove percentuali 2025 di rivalutazione pensionistica e il relativo tasso di interesse (ancora da confermare però), prendendo il caso di chi percepisce una pensione mensile di 1.600 euro lordi, calcolando la percentuale al 100% e un tasso all’1,6%, avrà un aumento di quasi 26 euro al mese.

Per chi percepisce una pensione di 2.200 euro, l’aumento sarà di 35 euro. Chi prende, invece, una pensione di 3.500 euro al mese lordi, avrà un aumento di 42 euro al mese, invece di 26 euro che avrebbe percepito se fossero state confermate per il 2025 le attuali percentuali.