Come cambiano ancora le percentuali rivalutazione delle pensioni nel 2025 e per chi saranno più convenienti: i calcoli
Come sarà la rivalutazione delle pensioni nel 2025? Tra le diverse misure annunciate dal ministro dell’Economia Giorgetti nel corso dell’ultimo incontro con i sindacati per la definizione della prossima Manovra Finanziaria 2025 c’è anche un ritorno alla piena rivalutazione pensionistica.
Cambieranno, dunque, nuovamente le percentuali su cui calcolare gli adeguamenti dei trattamenti e, per moltissimi, in meglio. Vediamo allora di seguito nel dettaglio come e di quanto.
E’ stata considerata una mossa ingiusta tanto da aver portato a presentare ricorso alla Corte dei Conti che, a sua volta, ha spiegato che la penalizzazione delle pensioni più elevate lede tanto l'aspettativa economica quanto la dignità del lavoratore.
Secondo quanto spiegato dai giudici, un trattamento più alto è il meritato riconoscimento per un maggiore impegno durante la vita lavorativa, per cui in un’ottica di equità, non devono esserci penalizzazioni. Sulla questione si attende ora anche la pronuncia della Corte Costituzionale.
Ma nella prossima Manovra si tornerà (ormai quasi certamente dopo le recenti dichiarazioni del ministro Giorgetti) alla rivalutazione pensionistica piena.
Saranno, dunque, cancellati i tagli degli ultimi anni e gli importi dal primo gennaio 2025 saranno rivalutati all’inflazione al:
In base al tasso stabilito, l’Inps provvede ad adeguare gli importi degli assegni alla differenza tra l'indice dei prezzi dell'anno precedente e quello attuale.
Generalmente, all’inizio dell’anno, l'adeguamento si basa inizialmente su un indice provvisorio che poi nel corso dell’anno diventa definitivo, con il conseguente calcolo dei conguagli dovuti ai pensionati.
Secondo quanto annunciato, il tasso di rivalutazione per il 2025 dovrebbe essere dell’1,6%, decisamente più basso del 5,4% di questo 2024 e ancor di più dell’8,1% del 2023.
Si tratta, però, di anni particolari, in cui, a causa della pandemia da Covid prima e dei conflitti mondiali poi, l’inflazione è schizzata alle stelle, facendo aumentare nettamente anche i tassi rivalutativi. Con la riduzione dell’inflazione, calano anche i tassi.
Considerando, dunque, le nuove percentuali 2025 di rivalutazione pensionistica e il relativo tasso di interesse (ancora da confermare però), prendendo il caso di chi percepisce una pensione mensile di 1.600 euro lordi, calcolando la percentuale al 100% e un tasso all’1,6%, avrà un aumento di quasi 26 euro al mese.
Per chi percepisce una pensione di 2.200 euro, l’aumento sarà di 35 euro. Chi prende, invece, una pensione di 3.500 euro al mese lordi, avrà un aumento di 42 euro al mese, invece di 26 euro che avrebbe percepito se fossero state confermate per il 2025 le attuali percentuali.