Risulta errato almeno un assegno su due calcolato per i pensionati: cosa riportano i dati recenti e cosa fare per ottenere l'importo corretto
Secondo le ultime verifiche di fonti specialistiche, una persona su due riceve un assegno pensionistico con importi errati, spesso già ridotti dal progressivo impatto dell’inflazione. Vivere con una prestazione inferiore di 200-300 euro mensili non è raro: si tratta di casi segnalati costantemente dai patronati e da servizi di verifica come OKPensione.
Il fenomeno degli importi errati nasce dalla complessità della normativa previdenziale italiana e dalla molteplicità delle situazioni contributive individuali. Le verifiche del network legale Consulcesi & Partners, tramite il servizio 'OKPensione', evidenziano errori di calcolo nel 50% dei casi analizzati, con perdite fino a 200-300 euro al mese e arretrati mancanti anche per decine di migliaia di euro spesso legati a liquidazioni erronee di Tfr o Tfs.
Secondo l'attento lavoro degli esperti legali e previdenziali di Consulcesi & Partners, gli errori non sono casi isolati, ma riflettano una criticità sistemica legata sia alla gestione dei dati da parte degli enti sia a errori o sviste nei conteggi iniziali e derivano soprattutto da:
Le analisi condotte dagli esperti del settore mostrano che perdite mensili fra 200 e 300 euro sono assai frequenti e spesso sottostimate dai diretti interessati. Se si esamina il potenziale danno in prospettiva pluriennale, il quadro si amplifica:
Voce | Importo medio mensile perso | Arretrati recuperabili (5 anni) |
Minimo | 200 euro | 12.000 euro |
Massimo | 300 euro | 18.000 euro |
Spesso, la mancata percezione degli importi dovuti deriva sia da errori nei calcoli iniziali sia dalla mancata richiesta di somme aggiuntive, come integrazioni, maggiorazioni, assegni per il coniuge a carico o distinte voci di TFR/TFS liquidate erroneamente. Le regole sulla prescrizione prevedono che il pensionato possa recuperare fino a cinque anni di arretrati, dopo di che i crediti vanno persi. Tale aspetto introduce un ulteriore elemento di urgenza: solo un controllo tempestivo consente di salvaguardare i lori interessi economici.
L’erosione dovuta all’inflazione, inoltre, rappresenta una variabile che, sommata agli errori di calcolo, rischia di peggiorare ulteriormente il potere d’acquisto. Negli ultimi 14 anni, il valore reale degli assegni pensionistici ha subito una flessione del 21%, aggravando la situazione complessiva.
Per verificare la correttezza del proprio importo di pensione e ottenere eventualmente i soldi mancanti dal calcolo, primo passo consiste nella verifica attenta del proprio quadro contributivo. Strumenti online come lo stesso servizio OkPensione offrono un’analisi dettagliata dei movimenti contributivi e delle regole applicate al proprio caso e permettono di: