Il dibattito sulle pensioni in Italia prosegue all'indomani delle decisioni contenute nel disegno della Manovra Finanziaria 2026, dove la scelta di prorogare le principali misure di uscita anticipata, come Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, ha nuovamente prevalso su un intervento riformatore ampio e strutturale.
Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale: le conferme nella Manovra 2026
La Manovra 2026 introduce una nuova proroga delle principali formule di pensionamento anticipato che hanno caratterizzato le ultime stagioni previdenziali. La continuità rispetto al passato si manifesta attraverso la conferma di tre strumenti chiave:
- Quota 103: consente l'uscita dal lavoro con almeno 62 anni d’età e 41 anni di contributi, mantenendo il requisito della somma pari a 103 tra età e anzianità contributiva. L’assegno viene calcolato integralmente con il metodo contributivo e, fino all’età prevista per la vecchiaia (67 anni), non può superare quattro volte il minimo INPS.
- Opzione Donna: misura riservata alle lavoratrici che permette di andare in pensione con 35 anni di contributi e almeno 61 anni di età, con riduzioni di uno o due anni per chi ha figli, fino a un massimo di 59 anni. Occorre anche trovarsi in specifiche condizioni: invalidità civile pari o superiore al 74%, essere caregiver o aver subito licenziamento/crisi aziendale. Il trattamento previdenziale è determinato con il calcolo contributivo anche in questo caso, con possibili penalizzazioni sull’importo.
- Ape Sociale: strumento dedicato alle categorie particolarmente fragili, tra cui disoccupati di lunga durata, caregiver, invalidi civili e lavoratori addetti a mansioni gravose. Si accede a partire da 63 anni e 5 mesi di età, con un requisito contributivo minimo che varia da 30 a 36 anni (ridotto per le donne con figli), e la prestazione accompagna fino alla maturazione dell’età per la pensione di vecchiaia.
Nessuna novità è invece introdotta circa una revisione complessiva del sistema di "quote": Quota 41 (con 41 anni di contributi a prescindere dall’età) resta fuori dall’agenda e restano invariate le regole sull’effettivo calcolo e decorrenza delle prestazioni.
Pensione anticipata contributiva e ordinaria: requisiti aggiornati e alternative possibili
Restano confermate anche nel 2026 le principali modalità di uscita ordinaria e anticipata per chi matura i requisiti:
- Pensione anticipata ordinaria: accessibile senza vincolo di età ma solo al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini e 41 anni e 10 mesi per donne, con una finestra di tre mesi. Dal 2027, tuttavia, il requisito salirà rispettivamente a 43 anni e un mese e 42 anni e un mese, fatta salva la sterilizzazione selettiva sopra descritta.
- Pensione di vecchiaia ordinaria: accessibile a 67 anni di età e con almeno 20 ani di contributi
Una recente novità riguarda la possibilità di
utilizzare una parte del TFR per integrare l’assegno pensionistico, facilitando l’accesso alla pensione anticipata contributiva anche ai soggetti in possesso di carriere discontinue o importi inferiori alla soglia. Per tutte queste opzioni continuano a valere le regole sulle finestre temporali di decorrenza, che variano tra lavoratori del settore privato, pubblico e specifiche categorie.
Modalità |
Età minima |
Contributi minimi |
Soglia Importo min. |
Anticipata ordinaria (M) |
— |
42a 10m |
— |
Anticipata ordinaria (F) |
— |
41a 10m |
— |
Anticipata contributiva |
64 |
20 |
3x assegno sociale |
Blocco selettivo dell’aumento dell’età pensionabile: chi viene tutelato
Dal 1° gennaio 2027, le norme vigenti prevedono un aumento di tre mesi dei requisiti anagrafici e contributivi legati alla speranza di vita per la pensione di vecchiaia e anticipata. La Manovra 2026 interviene con una sterilizzazione parziale del meccanismo automatico, tutelando solo determinati profili:
- Lavoratori che hanno già compiuto 64 anni entro il 2027: per questa fascia, l’aumento dell’età pensionabile non si applicherà, permettendo loro di accedere ancora con i requisiti precedenti.
- Soggetti con carriere usuranti o che hanno iniziato a versare contributi in giovane età: il governo valuta ulteriori deroghe, in linea con la necessità di riconoscere percorsi lavorativi particolarmente gravosi o precoci.
Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria, il congelamento del requisito di tre mesi sarà limitato a chi, oltre ad avere i contributi richiesti (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne), abbia anche raggiunto almeno i 64 anni. Chi non è in possesso del requisito anagrafico dovrà attendere l’innalzamento a 43 anni e un mese (uomini) e 42 anni e un mese (donne) previsto dalle prossime tabelle demografiche.