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C'è ancora la Rita nel 2025 come forma di pensione anticipata? Sì, con alcune novità

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
pensione anticipata rita

Cosa prevede la Rita nel 2024 e chi interessa: i requisiti, le regole e come fare domanda

La RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) rappresenta ancora nel 2025 un'importante opportunità per andare in pensione anticipata. Tra le diverse opzioni che consentono il prepensionamento, questa misura si distingue per caratteristiche specifiche, riservate a determinate categorie di lavoratori e soggetta a precise condizioni. E ci sono anche alcune novità introdotte proprio quest'anno.

Le caratteristiche principali della RITA

Nel 2025 è possibile usufruire della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA), che permette di richiedere un anticipo dei versamenti effettuati nel proprio fondo di previdenza complementare fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia. La RITA consente di uscire dal mondo del lavoro a partire dai 62 anni, percependo un trattamento temporaneo fino ai 67 anni, età attualmente prevista per accedere alla pensione di vecchiaia (con almeno 20 anni di contributi).

Il vantaggio principale della RITA consiste nel fatto che l'assegno temporaneo erogato si calcola esclusivamente sui contributi versati dal lavoratore stesso alla previdenza complementare. Di conseguenza, non è prevista alcuna penalizzazione sulla pensione definitiva, poiché il trattamento pagato fino al pensionamento ordinario deriva dai versamenti integrativi effettivamente accumulati durante la vita lavorativa.

L'erogazione della RITA avviene attraverso il frazionamento del capitale accumulato nel fondo pensione per il periodo che intercorre dalla richiesta fino al conseguimento dell'età pensionabile. Le rate vengono generalmente erogate con cadenza trimestrale, ma la periodicità può variare in base al regolamento del fondo pensione.

Novità per la RITA nel 2025 e sinergie con la previdenza complementare

Una novità significativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 riguarda la possibilità di utilizzare il valore delle rendite accumulate nei fondi pensioni e relativi rendimenti per raggiungere la soglia minima necessaria per accedere alla pensione anticipata contributiva. Questa integrazione tra primo e secondo pilastro previdenziale crea una sinergia interessante con lo strumento della RITA.

Dal 2025, i lavoratori soggetti al regime contributivo (cioè con contributi versati solo dopo il 1996) possono conteggiare anche il valore delle rendite della previdenza complementare per raggiungere il valore minimo necessario per la pensione anticipata a 64 anni, fissato a 3 volte l'assegno sociale (2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con almeno 2 figli).

Questa novità normativa valorizza ulteriormente l'adesione alla previdenza complementare, creando un sistema integrato che consente non solo di utilizzare direttamente il capitale accumulato tramite la RITA, ma anche di facilitare l'accesso ad altre forme di pensionamento anticipato grazie al valore delle rendite maturate.

Chi può accedere alla RITA nel 2025 in due 2 diverse modalità

Per poter beneficiare della RITA nel 2025, è necessario soddisfare determinati requisiti che variano in base alla situazione personale e lavorativa del richiedente. Esistono due diverse modalità di accesso:

Prima modalità - Anticipo di 5 anni

Per chi è vicino alla pensione di vecchiaia, i requisiti sono:

  • Aver cessato l'attività lavorativa
  • Essere a non più di 5 anni dal raggiungimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia (quindi almeno 62 anni nel 2025)
  • Aver maturato almeno 20 anni di contribuzione nei regimi obbligatori di appartenenza
  • Aver accumulato almeno 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari

Seconda modalità - Anticipo di 10 anni

Per chi ha subito periodi prolungati di disoccupazione, i requisiti sono:
  • Aver cessato l'attività lavorativa
  • Essere in stato di inoccupazione da almeno 24 mesi
  • Trovarsi a non più di 10 anni dal raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia (quindi almeno 57 anni nel 2025)
  • Aver accumulato almeno 5 anni di partecipazione a forme di previdenza complementare
È importante sottolineare che la RITA non è accessibile a tutti i lavoratori, ma solo a coloro che hanno scelto di aderire alla previdenza complementare e hanno accumulato un capitale significativo nel proprio fondo pensione.

Come richiedere la RITA e tempi per averla

Per ottenere la RITA nel 2025, è necessario presentare una domanda specifica compilando l'apposito modulo predisposto dal fondo pensione presso cui si trova il capitale accumulato. La richiesta deve essere corredata dalla documentazione necessaria a dimostrare il possesso dei requisiti.

Per attestare il requisito contributivo di almeno 20 anni nei regimi obbligatori, è sufficiente presentare l'estratto conto integrato consultabile online sul sito dell'INPS nella sezione "Fascicolo previdenziale del cittadino - Posizione assicurativa/Estratto Conto Integrato", oppure rilasciato dagli enti previdenziali di appartenenza.

Una volta presentata la domanda, i tempi di liquidazione della prestazione non sono standard ma variano in base alle procedure stabilite dal singolo fondo pensione. Ogni fondo definisce autonomamente il termine massimo entro il quale liquidare la prestazione dal momento del ricevimento della richiesta completa e corretta.

È possibile scegliere di destinare a RITA l'intero capitale accumulato (RITA totale) oppure solo una parte di esso (RITA parziale), mantenendo la flessibilità di gestire il proprio risparmio previdenziale secondo le proprie esigenze.

Cosa succede in caso di decesso durante l'erogazione della RITA

Un aspetto importante da considerare riguarda la tutela degli eredi in caso di decesso del beneficiario durante il periodo di erogazione della RITA. In questa eventualità:

  • Il montante residuo ancora in fase di accumulo viene riscattato secondo le ordinarie modalità di riscatto per premorienza previste dallo statuto del fondo pensione
  • Gli eredi o i beneficiari designati hanno diritto a ricevere il capitale residuo non ancora erogato
  • Si applicano le regole fiscali previste per i riscatti per premorienza, generalmente più favorevoli rispetto alla tassazione ordinaria
Questa garanzia rappresenta un'ulteriore protezione per chi sceglie la RITA come strumento di anticipo pensionistico, assicurando che il capitale accumulato con anni di versamenti non vada perduto in caso di decesso prematuro.

Vantaggi fiscali della RITA nel 2025

Uno degli aspetti più vantaggiosi della RITA riguarda il trattamento fiscale agevolato, che rappresenta un incentivo significativo per chi considera questa opzione di prepensionamento nel 2025. La parte imponibile della RITA è infatti soggetta a:

  • Tassazione con aliquota del 15% a titolo di imposta
  • Riduzione dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo di partecipazione a forme pensionistiche complementari
  • Possibilità di raggiungere un'aliquota minima del 9% dopo 35 anni di partecipazione alla previdenza complementare
Questa tassazione risulta particolarmente conveniente se confrontata con l'aliquota ordinaria IRPEF che si applicherebbe normalmente ai redditi da lavoro o ad altre forme di trattamento pensionistico.

Il contribuente ha comunque la facoltà di non avvalersi di questa tassazione sostitutiva, indicandolo espressamente nella dichiarazione dei redditi; in questo caso, la rendita anticipata sarà assoggettata alla tassazione ordinaria.

Gestione finanziaria del capitale durante l'erogazione

Un elemento importante da considerare è che durante l'erogazione della RITA, il capitale residuo destinato a questa prestazione continua a essere investito nel comparto scelto dall'aderente presso il fondo pensione. Questo significa che:

  • L'importo delle rate future può subire variazioni in base all'andamento dei mercati finanziari
  • Il capitale continua potenzialmente a generare rendimenti fino all'esaurimento
  • È possibile modificare la linea di investimento secondo quanto previsto dal regolamento del fondo
La parte residua non liquidata dell'accantonamento rimane in gestione con distinta evidenza nel comparto stesso fino al suo esaurimento, seguendo la disciplina prevista dal regolamento del fondo.

La RITA nel contesto delle pensioni anticipate 2025

Nel panorama delle pensioni esistenti e tipologie aggiornate per il 2025, la RITA si distingue per alcune peculiarità che la rendono un'opzione interessante per determinate categorie di lavoratori. A differenza di altre misure come Quota 103, Opzione Donna o APE Sociale, la RITA:

  • Non grava sulle casse dell'INPS, essendo autofinanziata dai contributi versati alla previdenza complementare
  • Non prevede penalizzazioni sul trattamento pensionistico definitivo
  • Presenta maggiore flessibilità nella gestione del capitale e nell'eventuale revoca
  • Offre un trattamento fiscale particolarmente vantaggioso
Mentre le altre forme di pensionamento anticipato nel 2025 richiedono specifiche combinazioni di età e contributi (come i 62 anni di età e 41 di contributi per Quota 103), la RITA si basa principalmente sul capitale accumulato nel fondo pensione e sulla vicinanza all'età pensionabile.