Cosa prevede la Rita nel 2024 e chi interessa: i requisiti, le regole e come fare domanda
La RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) rappresenta ancora nel 2025 un'importante opportunità per andare in pensione anticipata. Tra le diverse opzioni che consentono il prepensionamento, questa misura si distingue per caratteristiche specifiche, riservate a determinate categorie di lavoratori e soggetta a precise condizioni. E ci sono anche alcune novità introdotte proprio quest'anno.
Nel 2025 è possibile usufruire della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA), che permette di richiedere un anticipo dei versamenti effettuati nel proprio fondo di previdenza complementare fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia. La RITA consente di uscire dal mondo del lavoro a partire dai 62 anni, percependo un trattamento temporaneo fino ai 67 anni, età attualmente prevista per accedere alla pensione di vecchiaia (con almeno 20 anni di contributi).
Il vantaggio principale della RITA consiste nel fatto che l'assegno temporaneo erogato si calcola esclusivamente sui contributi versati dal lavoratore stesso alla previdenza complementare. Di conseguenza, non è prevista alcuna penalizzazione sulla pensione definitiva, poiché il trattamento pagato fino al pensionamento ordinario deriva dai versamenti integrativi effettivamente accumulati durante la vita lavorativa.
L'erogazione della RITA avviene attraverso il frazionamento del capitale accumulato nel fondo pensione per il periodo che intercorre dalla richiesta fino al conseguimento dell'età pensionabile. Le rate vengono generalmente erogate con cadenza trimestrale, ma la periodicità può variare in base al regolamento del fondo pensione.
Una novità significativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 riguarda la possibilità di utilizzare il valore delle rendite accumulate nei fondi pensioni e relativi rendimenti per raggiungere la soglia minima necessaria per accedere alla pensione anticipata contributiva. Questa integrazione tra primo e secondo pilastro previdenziale crea una sinergia interessante con lo strumento della RITA.
Dal 2025, i lavoratori soggetti al regime contributivo (cioè con contributi versati solo dopo il 1996) possono conteggiare anche il valore delle rendite della previdenza complementare per raggiungere il valore minimo necessario per la pensione anticipata a 64 anni, fissato a 3 volte l'assegno sociale (2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con almeno 2 figli).
Questa novità normativa valorizza ulteriormente l'adesione alla previdenza complementare, creando un sistema integrato che consente non solo di utilizzare direttamente il capitale accumulato tramite la RITA, ma anche di facilitare l'accesso ad altre forme di pensionamento anticipato grazie al valore delle rendite maturate.
Per poter beneficiare della RITA nel 2025, è necessario soddisfare determinati requisiti che variano in base alla situazione personale e lavorativa del richiedente. Esistono due diverse modalità di accesso:
Per chi è vicino alla pensione di vecchiaia, i requisiti sono:
Per ottenere la RITA nel 2025, è necessario presentare una domanda specifica compilando l'apposito modulo predisposto dal fondo pensione presso cui si trova il capitale accumulato. La richiesta deve essere corredata dalla documentazione necessaria a dimostrare il possesso dei requisiti.
Per attestare il requisito contributivo di almeno 20 anni nei regimi obbligatori, è sufficiente presentare l'estratto conto integrato consultabile online sul sito dell'INPS nella sezione "Fascicolo previdenziale del cittadino - Posizione assicurativa/Estratto Conto Integrato", oppure rilasciato dagli enti previdenziali di appartenenza.
Una volta presentata la domanda, i tempi di liquidazione della prestazione non sono standard ma variano in base alle procedure stabilite dal singolo fondo pensione. Ogni fondo definisce autonomamente il termine massimo entro il quale liquidare la prestazione dal momento del ricevimento della richiesta completa e corretta.
È possibile scegliere di destinare a RITA l'intero capitale accumulato (RITA totale) oppure solo una parte di esso (RITA parziale), mantenendo la flessibilità di gestire il proprio risparmio previdenziale secondo le proprie esigenze.
Un aspetto importante da considerare riguarda la tutela degli eredi in caso di decesso del beneficiario durante il periodo di erogazione della RITA. In questa eventualità:
Uno degli aspetti più vantaggiosi della RITA riguarda il trattamento fiscale agevolato, che rappresenta un incentivo significativo per chi considera questa opzione di prepensionamento nel 2025. La parte imponibile della RITA è infatti soggetta a:
Il contribuente ha comunque la facoltà di non avvalersi di questa tassazione sostitutiva, indicandolo espressamente nella dichiarazione dei redditi; in questo caso, la rendita anticipata sarà assoggettata alla tassazione ordinaria.
Un elemento importante da considerare è che durante l'erogazione della RITA, il capitale residuo destinato a questa prestazione continua a essere investito nel comparto scelto dall'aderente presso il fondo pensione. Questo significa che:
Nel panorama delle pensioni esistenti e tipologie aggiornate per il 2025, la RITA si distingue per alcune peculiarità che la rendono un'opzione interessante per determinate categorie di lavoratori. A differenza di altre misure come Quota 103, Opzione Donna o APE Sociale, la RITA: