Quali sono le modifiche che scattano per l’assegno unico quando un figlio compie 18 anni e diventa maggiorenne: i chiarimenti
Come cambia l'assegno unico quando un figlio diventa maggiorenne? L’assegno unico per i figli è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico che viene riconosciuto dall’Inps, su apposita domanda, per ogni figlio fino al compimento dei 21 anni, ma solo se sussistono determinate condizioni, altrimenti fino alla maggiore età.
Non esistono, invece, limiti di età per il pagamento della prestazione a famiglie con figli disabili. Vediamo in questo articolo come cambia in particolare l’assegno unico quando un figlio diventa maggiorenne e fino ai 21 anni.
Per usufruire della prestazione, il figlio maggiorenne deve, infatti:
Una volta inviata e approvata la nuova richiesta, nulla cambia per le modalità di riconoscimento della misura rispetto a quanto normalmente previsto.
In ogni caso, al compimento dei 21 anni, l’assegno unico viene interrotto, a meno che non siano presenti in famiglia figli con disabilità.
L'importo dell'assegno per i figli maggiorenni è generalmente inferiore a quello erogato per i minorenni.
Per esempio, se l'importo dell'assegno per chi rientra nella fascia più bassa Isee è di 199,4 euro per un figlio minorenne, per un figlio maggiorenne scende a 96,9 euro, sempre se appartiene alla fascia Isee più bassa fino a 17.090,61 euro.
Se, invece, si rientra nella fascia Isee più alta oltre i 45.574,96 euro, l'importo dell'assegno per figli minorenni è di 57 euro e si riduce a 28,5 euro per figli di età compresa tra 18 e 21 anni.
Il calcolo della cifra spettante dipende, però, sempre dal valore Isee del nucleo familiare, come accade per il pagamento del beneficio ai genitori di figli minorenni. Si tratta, quindi, di una somma variabile che non è uguale per tutti.
Bisogna pertanto avere sempre un Isee in corso di validità per permettere all’Inps di calcolare ed erogare il giusto importo di assegno unico anche nel caso di figli maggiorenni.