L’Assegno Unico e Universale, introdotto dalla Legge Delega 46/2021, è una misura di sostegno economico per le famiglie con figli a carico, istituita per semplificare e potenziare gli interventi del welfare italiano. Questo assegno si caratterizza per la sua universalità e unicità, garantendo un supporto economico base a tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro situazione economica.
L'assegno è "unico" perché sostituisce tutte le precedenti agevolazioni in vigore per le famiglie con figli, come gli assegni per il nucleo familiare, le detrazioni fiscali per figli a carico e il bonus bebè, ad eccezione, però, del bonus asilo nido.
L'assegno è "universale" perché è garantito a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) o con un ISEE superiore alla soglia di 45.574,96 euro. In tal caso, viene riconosciuto l'importo minimo previsto dalla normativa.
Il valore dell'assegno varia in funzione di diversi fattori, tra cui la condizione economica del nucleo familiare, l'età dei figli e la presenza di eventuali situazioni di disabilità. Questo approccio mira a garantire un sostegno maggiore alle famiglie che ne hanno più bisogno, promuovendo equità e inclusione sociale.
L'Assegno Unico per i figli è accessibile a lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati, viene erogato mensilmente dall'INPS direttamente sul conto corrente indicato al momento della domanda e per averlo bisogna presentarne relativa domanda.
L'Assegno Unico e Universale viene erogato mensilmente dall'INPS e l'importo varia in base all'ISEE del nucleo familiare, all'età dei figli e alla presenza di disabilità. Può essere richiesto anche senza ISEE, ma in tal caso si riceve solo l'importo minimo. In ogni caso, viene corrisposto direttamente sul conto corrente indicato nella domanda e può essere cumulato con altre misure di sostegno.
Per ottenere l'Assegno Unico e Universale, bisogna rispettare una serie di requisiti che riguardano la cittadinanza, la residenza, il soggiorno e la situazione fiscale del richiedente. In particolare, il richiedente deve essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell'Unione Europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.
Se il richiedente è cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione Europea, deve essere in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo oppure titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un'attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi. In alternativa, può essere titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore ai sei mesi.
Una condizione fondamentale è essere soggetti al pagamento dell'imposta sul reddito in Italia. Inoltre, il richiedente deve essere residente e domiciliato in Italia e deve aver risieduto in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, oppure essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato di durata almeno semestrale.
I figli beneficiari devono essere a carico del richiedente e possono essere sia minorenni sia maggiorenni fino ai 21 anni, ma solo a specifiche condizioni.
Infine, l'Assegno Unico si può richiedere anche prima della nascita del bambino, già dal settimo mese di gravidanza, e in caso di figli disabili a carico non vi sono limiti di età. In quest'ultimo caso, il contributo viene erogato senza interruzioni finché il figlio disabile resterà a carico del richiedente.
L'Assegno Unico è rivolto a diverse categorie di soggetti e copre una vasta platea di beneficiari, purché soddisfino i requisiti stabiliti. È destinato prima di tutto alle famiglie con figli minorenni a carico. Per i nuovi nati, il beneficio inizia dal settimo mese di gravidanza, garantendo un sostegno economico già durante l'attesa del bambino.
L'assegno è previsto anche per i figli maggiorenni fino ai 21 anni, a condizione che seguano un percorso di formazione scolastica o professionale, frequentino un corso di laurea, svolgano un tirocinio o un’attività lavorativa con un reddito complessivo annuo inferiore a 8.000 euro, siano registrati come disoccupati presso i servizi pubblici per l'impiego o svolgano il servizio civile universale. Un trattamento speciale è riservato ai figli con disabilità, per i quali non ci sono limiti di età per usufruire dell'assegno.
L'assegno interessa tutte le categorie di lavoratori, siano essi dipendenti privati e pubblici, autonomi, liberi professionisti o lavoratori agricoli. Inoltre, è rivolto ai disoccupati e pensionati, estendendo così la copertura a un'ampia gamma di situazioni lavorative. Questa estensione rende il sostegno economicamente accessibile a una maggioranza significativa della popolazione italiana.
Non solo i cittadini italiani possono beneficiare dell'assegno, ma anche i cittadini di Stati membri dell'Unione Europea e i loro familiari, i cittadini extracomunitari con un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o con permesso unico di lavoro che permette di svolgere attività lavorativa per più di sei mesi, e coloro che hanno un permesso di soggiorno per motivi di ricerca per lo stesso periodo.
Per ottenere l'assegno, è necessario che il richiedente sia residente e domiciliato in Italia, e che abbia risieduto in Italia per almeno due anni, anche non continuativi. In alternativa, è sufficiente avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato di almeno sei mesi.
Assegno Unico figli per i dipendenti privati e statali
L'Assegno Unico per i figli è accessibile sia ai dipendenti privati che ai dipendenti statali. Per i dipendenti privati, l'Assegno Unico sostituisce gli Assegni familiari (ANF) e le detrazioni fiscali per figli a carico fino a 21 anni e l'importo cambia in base al numero di figli, all'età dei figli e alla condizione economica della famiglia, determinata dall'ISEE.
Per i dipendenti statali, l'Assegno Unico segue gli stessi criteri e modalità di erogazione. Anche in questo caso, sostituisce le precedenti forme di sostegno economico, come gli assegni per il nucleo familiare e le detrazioni fiscali. Il passaggio a questa nuova misura permette una gestione più semplice e un'importante unificazione delle risorse, rendendo il sistema di supporto più efficiente.
La domanda per l'Assegno Unico deve essere presentata direttamente sul sito dell'Inps da uno dei due genitori, indipendentemente dal settore di appartenenza. È necessario indicare correttamente i dati del nucleo familiare e, se disponibile, allegare l'ISEE per ottenere un importo dell'assegno adeguato alla propria situazione economica. L'INPS provvede poi a versare mensilmente l'importo dovuto direttamente sul conto corrente indicato nella domanda.
In alternativa, i dipendenti pubblici e privati possono presentare la domanda per avere l'assegno unico per i figli rivolgendosi ai servizi di assistenza fiscale, come quelli offerti dai patronati.
Assegno Unico Figli riconosciuto a liberi professionisti e partite ive
L'Assegno Unico per i figli è uno strumento di sostegno economico rivolto anche ai liberi professionisti e ai titolari di partite IVA. Questo rappresenta una significativa novità nel panorama delle politiche familiari italiane, poiché estende i benefici anche a quelle categorie di lavoratori tradizionalmente meno tutelate da misure di welfare.
Anche tali categorie di persone possono presentare la domanda per ottenere l'Assegno Unico seguendo le stesse modalità previste per gli altri lavoratori, e cioè o direttamente online sul sito dell'Inps o rivolgendosi a Caf e Patronati, e ricevono l'importo spettante mensilmente dall'Istituto di Previdenza direttamente sul conto corrente bancario o postale indicato dal richiedente al momento della richiesta.
L'importo cambia anche per i liberi professioni in base al valore Isee del nucleo familiare, al numero di figli a carico, alla loro età e alla presenza di eventuali situazioni di disabilità. Precisiamo che non concorre alla formazione del reddito ai fini IRPEF, quindi non è soggetto a tassazione ed è pienamente disponibile per sostenere le spese legate alla cura e all'educazione dei figli.
Assegno Unici per i figli dato a incapienti, senza redditi
L'Assegno Unico per i figli è accessibile anche agli incapienti, cioè ai soggetti senza redditi o con redditi molto bassi che non pagano tasse sul reddito perchè rientrano nella cosiddetta no tax rea.
Tali soggetti possono presentare la domanda per l’Assegno Unico anche in assenza di un ISEE, ricevendo, però, il minimo previsto dalla normativa.
La modalità di presentazione della domanda è identica a quella prevista per le altre categorie di lavoratori, quindi o tramite sito web dell'INPS, o contattando il servizio di Contact Center dell'INPS, o rivolgendosi ai patronati. Una volta accettata la domanda, l'assegno viene erogato anche agli incapienti mensilmente e può essere versato su un conto corrente bancario o postale, un libretto postale o una carta prepagata dotata di IBAN.
L'Assegno Unico per i figli è previsto già dal settimo mese di gravidanza e, dopo la nascita del figlio, continua a essere erogato fino al compimento dei 18 anni. Successivamente, è esteso fino ai 21 anni, a patto che il figlio rispetti determinate condizioni, come la frequentazione di un corso di formazione scolastica o professionale, un corso di laurea, svolga un tirocinio o un'attività lavorativa con un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui, sia registrato come disoccupato presso i servizi pubblici per l'impiego o svolga il servizio civile universale.
Per i figli che presentano disabilità, l'assegno viene erogato senza limiti di età. In questo caso, il contributo economico contribuisce a coprire le spese per l'assistenza e le cure necessarie, garantendo un supporto continuativo e stabile alle famiglie. La decisione di mantenere l'assegno anche oltre i 21 anni riflette l'esigenza di fornire un sostegno adeguato alle famiglie che si occupano di persone con disabilità, considerando le complessità e i costi elevati associati a tali situazioni.
Per ottenere l'assegno durante la gravidanza, la domanda deve essere comunque presentata dopo la nascita del figlio e l'Inps provvede a erogare gli arretrati a partire dal settimo mese di gravidanza.
L'Assegno Unico per i figli può essere erogato anche ai figli maggiorenni fino al compimento dei 21 anni, purché siano rispettate determinate condizioni. In particolare, il figlio maggiorenne deve:
Questa misura consente alle famiglie di ottenere un sostegno economico anche durante il periodo di transizione in cui i figli stanno completando la loro formazione o avviandosi al mondo del lavoro. L'importo dell'assegno per i figli maggiorenni è generalmente inferiore a quello erogato per i minorenni, ma rappresenta comunque un aiuto significativo per le spese legate all'educazione e alla formazione dei giovani adulti.
Per i figli che superano i 21 anni, l'Assegno Unico viene interrotto, tranne nel caso in cui di figli con disabilità. In questo caso, infatti, l'assegno continua a essere erogato senza limiti di età. La domanda per l'Assegno Unico per i figli maggiorenni deve essere presentata dal genitore, indicando le informazioni relative al corso di studi o all'attività lavorativa del figlio, e le modalità di riconoscimento della misura non cambiano rispetto a quanto normalmente previsto.
L'Assegno Unico per i figli, come misura di sostegno economico per le famiglie, può essere cumulabile e compatibile con altre forme di assistenza e agevolazioni, come:
Per presentare la domanda per l'Assegno Unico, il richiedente deve seguire una procedura specifica esclusivamente online tramite il sito dell'INPS, ma è possibile anche chiedere l'assistenza di un patronato o del Contact Center dell'INPS. Di seguito vengono delineate le varie fasi per la presentazione della domanda, insieme ai documenti necessari e alle tempistiche da rispettare.
La domanda può essere presentata da uno dei genitori che esercitano la responsabilità genitoriale, dal tutore del minore o dal minore stesso se maggiorenne. Per i nuovi nati, la domanda deve essere presentata dopo la nascita, una volta ottenuto il codice fiscale del neonato. Il beneficio decorre comunque dal settimo mese di gravidanza, quindi la prima mensilità comprenderà anche gli arretrati dal settimo mese.
La procedura per la presentazione della domanda è la seguente:
La richiesta della misura deve essere accompagnata da specifica documentazione che comprende:
Una volta inviata la domanda, si può monitorarne lo stato di avanzamento accedendo alla propria area personale sul portale INPS. Qui si potranno visualizzare eventuali richieste di integrazione documentale o comunicazioni da parte dell'INPS riguardanti l'esito della domanda.
In alternativa, per chi non ha dimestichezza con i servizi online, è possibile presentare la domanda rivolgendosi a un patronato, che fornisce assistenza nella compilazione e nell'invio della documentazione necessaria, sempre presentando tutti i documenti richiesti.
Per quanto riguarda le tempistiche, sono le seguenti:
Precisiamo che è possibile modificare la domanda in qualsiasi momento se si verificano cambiamenti nelle condizioni del nucleo familiare. Ad esempio, in caso di nuova nascita, variazione del reddito, o cambiamento dello stato civile. Per fare ciò, bisogna accedere nuovamente al portale INPS e seguire la procedura per l'aggiornamento dei dati o, in alternativa, rivolgersi a un patronato che gestirà le modifiche necessarie.
E' possibile modificare la domanda per l'Assegno Unico in diverse circostanze, assicurandosi che le informazioni contenute siano sempre aggiornate e rispecchino la situazione attuale del nucleo familiare. Di seguito sono elencati i motivi principali per cui si può rifare la domanda per usufruire della misura:
La procedura per modificare la domanda è la seguente:
Precisiamo che aggiornare la domanda è essenziale per assicurarsi che l'assegno venga calcolato correttamente e che la famiglia riceva l'importo a cui ha diritto senza interruzioni o errori.
Non sempre è necessario presentare una nuova domanda per avere l'assegno unico per i figli. Viene, infatti, riconosciuto automaticamente a chi ha già presentato la domanda e usufruito della misura. Chi ha, per esempio, ricevuto per tutto il 2023 l'assegno unico, deve solo aggiornare l'Isee (o deve averlo fatto a gennaio, febbraio) per avere il giusto importo spettante in base al valore rivisto.
Dunque, anche se la domanda viene rinnovata automaticamente per chi già riceve l'assegno unico, il valore dell'ISEE deve essere aggiornato per riflettere eventuali cambiamenti nel reddito o nella composizione del nucleo familiare.
L'Assegno Unico per i figli varia in base a diversi fattori, tra cui la condizione economica del nucleo familiare determinata dall'ISEE, l'età dei figli e le eventuali situazioni di disabilità. La misura cerca di garantire un adeguato sostegno economico, modulando l'importo erogato a seconda delle necessità delle famiglie.
Anche l'importo dell'assegno unico viene rivalutato ogni anno e cambia anche la soglia minima e massima dell'Isee. In particolare, come riportato dalle tabelle aggiornate dell'Inps 2024, la cifra massima sale da 189,2 euro del 2023 a 199,4 euro per figlio nel 2024 per coloro che rientrano nella fascia Isee più bassa, compresa tra 0 e 17.090 euro.
L'importo minimo, invece, passa da 54 euro al mese del 2023 a 57 euro nel 2024 per ogni figlio per chi ha un Isee oltre i 45.575 euro. A tali importi si devono aggiungere eventuali maggiorazioni dovute, per esempio, per entrambe i genitori che lavorano o in presenza di figli disabili in famiglia e relativo grado di disabilità.
Il calcolo dell’importo dell'Assegno Unico e Universale per figli si basa su diverse variabili: il reddito familiare calcolato tramite l'ISEE, il numero di figli, l'età dei figli e la presenza di eventuali disabilità. Ecco alcuni esempi pratici per comprendere meglio come viene calcolato l'assegno.
Esempio 1: Una famiglia con un ISEE di 10.000 euro e due figli minorenni. In questo caso, per ciascun figlio fino ai 18 anni spetta l'importo massimo, pari a 199,4 euro al mese. Quindi, la famiglia riceverà 398,8 euro al mese (199,4euro x 2 figli).
Esempio 2: Una famiglia con un ISEE di 25.000 euro e un figlio minorenne. Per questa fascia di reddito, l'importo dell'assegno è di circa 159,5 euro al mese per ogni figlio minore.
Esempio 3: Una famiglia con un ISEE di 50.000 euro e due figli ha diritto ad avere l'importo minimo di 57 euro al mese, che per due figli dà un risultato complessivo di 114 euro.
Esempio 4: Una famiglia con un ISEE di 15.000 euro e tre figli, di cui uno con disabilità grave minorenne. Per i primi due figli, l’importo è di 199,4 euro ciascuno, per un totale di 398,8, mentre per il terzo figlio con disabilità grave, oltre ai 199,4 euro spettano anche 108,2 euro aggiuntivi. In totale, la famiglia riceve 706,4 euro al mese.
Tabelle importi e fasce ISEE, quali sono gli importi dell'assegno unico in base al ISEE?
Gli importi dell'Assegno Unico per i figli variano in base all'ISEE del nucleo familiare. Per agevolare la comprensione, ecco una tabella sintetica (rimandiamo anche alla tabella completa ufficiale INPS) si può trovare sul che riporta gli importi mensili in base alle diverse fasce ISEE per un figlio minore a carico:
Fascia ISEE | Importo mensile per figlio minore |
Fino a 15.000 euro | 175 euro |
Da 15.001 a 20.000 euro | 160 euro |
Da 20.001 a 25.000 euro | 135 euro |
Da 25.001 a 30.000 euro | 100 euro |
Da 30.001 a 35.000 euro | 85 euro |
Da 35.001 a 40.000 euro | 65 euro |
Oltre 40.000 euro o assenza di ISEE | 50 euro |
Questi importi rappresentano la base di calcolo per un figlio minore. Gli importi si riducono progressivamente all'aumentare dell'ISEE, al fine di garantire un sostegno maggiore alle famiglie con minori disponibilità economiche. Per i figli maggiorenni (tra i 18 e i 21 anni), gli importi sono generalmente più bassi. Ecco una tabella specifica per i figli maggiorenni:
Fascia ISEE | Importo mensile per figlio maggiorenne |
Fino a 15.000 euro | 85 euro |
Da 15.001 a 20.000 euro | 80 euro |
Da 20.001 a 25.000 euro | 70 euro |
Da 25.001 a 30.000 euro | 50 euro |
Da 30.001 a 35.000 euro | 40 euro |
Da 35.001 a 40.000 euro | 30 euro |
Oltre 40.000 euro o assenza di ISEE | 25 euro |
Vi sono anche maggiorazioni aggiuntive per specifiche situazioni, come per i figli con disabilità. Ad esempio, per un figlio con disabilità grave, l'importo può aumentare fino a 105 euro mensili in aggiunta all'importo base dell'assegno. Anche per le madri di età inferiore ai 21 anni è prevista una maggiorazione di 20 euro al mese per figlio, così come per i nuclei familiari con più di due figli, che ricevono un aumento di 50 euro per ogni figlio dal terzo in poi.
In alcuni casi, alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano si applica una maggiorazione di 30 euro al mese per ogni figlio minore, incentivando così l'occupazione di entrambi i genitori.
Se ho più figli, l'importo aumenta?
Sì, l'importo dell'Assegno Unico aumenta se in famiglia sono presenti più figli. La normativa prevede, infatti, delle maggiorazioni specifiche per ogni figlio successivo al secondo, con l'obiettivo di sostenere maggiormente i nuclei familiari numerosi.
Per ogni figlio successivo al secondo, l'importo dell'assegno viene incrementato di una determinata quota mensile che cambia sempre in base al valore Isee del nucleo familiare. Questo significa che, oltre all'importo base spettante per i primi due figli, la famiglia riceve un ulteriore incremento per ogni figlio aggiuntivo. Ad esempio, se una famiglia ha tre figli e un ISEE entro i 15.000 euro, oltre ai 199,4 euro mensili per ciascuno dei primi due figli, riceve 96,9 euro in più per il terzo figlio.
Questa maggiorazione rende l'Assegno Unico particolarmente vantaggioso per le famiglie numerose, poiché tiene conto delle maggiori esigenze economiche legate alla crescita e al mantenimento di più figli. È inoltre previsto un ulteriore bonus per i nuclei familiari con almeno quattro figli.
La legislazione prevede anche specifiche maggiorazioni per le famiglie che rientrano in ulteriori condizioni, come nel caso in cui entrambi i genitori lavorino. In questo caso, è prevista una maggiorazione di 34,1 euro al mese per ogni figlio minore.
Cosa succede se non faccio ISEE per Assegno Unico?
Se non si presenta l'ISEE per l'Assegno Unico, è comunque possibile accedere a questo beneficio, ma l'importo erogato è il minimo previsto dalla normativa. Questo significa che, indipendentemente dalla reale situazione economica del nucleo familiare, senza Isee si riceve il valore base dell'assegno corrispondente alla fascia più alta.
Per i figli minorenni, l'importo minimo è di 57 euro al mese per figlio. Pertanto, una famiglia che non presenta l'ISEE riceve questo importo fisso mensile per ciascun figlio, invece di un importo maggiore che magari spetterebbe aggiornando il valore dell'Indicatore.
Precisiamo che comunque la presentazione dell'ISEE può essere effettuata in qualsiasi momento, anche successivamente alla richiesta dell'Assegno Unico, compilando la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), con tutti i dati personali, reddituali e patrimoniali dei componenti del nucleo familiare.
L'Assegno Unico prevede specifiche maggiorazioni in caso di figli disabili, con l'obiettivo di offrire un sostegno economico adeguato alle famiglie che affrontano le maggiori spese e le difficoltà legate alla disabilità. Le maggiorazioni variano a seconda dell'età del figlio e del grado di disabilità.
Per i figli minorenni disabili, l'assegno prevede le seguenti maggiorazioni mensili:
Per i figli disabili di età superiore ai 21 anni, l'assegno per disabili è di 96,9 euro.
Ricordiamo che l'assegno unico per i figli disabili è erogato senza limiti di età, garantendo quindi un supporto continuativo per tutta la vita del disabile. Questo rappresenta un elemento di stabilità economica importante per le famiglie coinvolte.
Le maggiorazioni dell'Assegno Unico per i figli sono incrementi sull'importo base dell'assegno, destinati a famiglie che presentano particolari condizioni economiche o situazioni specifiche. Le principali maggiorazioni previste sono le seguenti:
Per ottenere le maggiorazioni, se vi si rientra, bisogna comunicarlo al momento della domanda iniziale riportando le diverse condizioni previste.
Se le condizioni del nucleo familiare cambiano in seguito alla presentazione della domanda, si possono sempre effettuare modifiche per aggiornare i dati e ottenere così le maggiorazioni previste.
Gli importi della maggiorazioni, calcoli ed esempi
Le maggiorazioni dell'Assegno Unico sono calcolate in aggiunta agli importi base, allo scopo di fornire un supporto economico supplementare alle famiglie che ne hanno diritto. Di seguito vengono illustrati gli importi delle principali maggiorazioni, accompagnati da esempi pratici per semplificare la comprensione.
Maggiorazione per numero di figli: Per ogni figlio successivo al secondo, è prevista una maggiorazione di 96,9 euro mensili. Ad esempio, una famiglia con tre figli e un ISEE fino a 17.000 euro circa riceve 199,4 euro per ciascuno dei primi due figli e 296,3 euro per il terzo figlio (199,4 euro + 96,9 euro), per un totale di 695,1 euro al mese.
Maggiorazione per madri giovani: Le madri di età inferiore a 21 anni ricevono 22,8 euro in più al mese per ciascun figlio. Se una giovane madre ha due figli e un ISEE fino a 15.000 euro, riceve, dunque, 199,4 euro per ciascun figlio più 22,8 euro di maggiorazione per ciascuno, per un totale di 421,6 euro al mese.
L'importo dell'Assegno Unico per i figli è erogato al netto e non è soggetto a tassazione. Questo significa che l'intera somma percepita dalle famiglie è esente da imposte e non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini IRPEF.
La normativa prevede espressamente che il beneficio non concorra alla formazione del reddito complessivo. Questo è specificato all'interno del Decreto Legislativo che istituisce l'assegno, il Decreto Legislativo 230/2002 e successive modifiche, che stabilisce le modalità di calcolo e di erogazione del beneficio.
La scelta di non sottoporre l'Assegno Unico a tassazione deriva dall'obiettivo di fornire un sostegno diretto e tangibile ai nuclei familiari con figli, assicurando che l'intera somma di denaro possa essere utilizzata per migliorare il benessere dei minori e supportare le spese quotidiane della famiglia. In questo modo, l'Assegno Unico raggiunge più efficacemente lo scopo di supporto alle famiglie rispetto a strumenti soggetti a tassazione.
L'importo dell'Assegno Unico per i figli può risultare più basso del previsto a causa di diversi fattori legati principalmente alla presentazione dell'ISEE, alla composizione del nucleo familiare e a eventuali errori nella domanda che sono i seguenti soprattutto:
Per evitare che l'importo dell'Assegno Unico risulti inferiore al previsto, è fondamentale, quindi, avere sempre un Isee in corso di validità che riporti l'effettiva situazione familiare del richiedente,
Alcune famiglie possono ottenere un importo più alto dell'Assegno Unico per i figli grazie a specifiche condizioni e maggiorazioni previste dalla normativa. E', infatti, possibile avere un assegno unico più alto se si ha un valore Isee molto basso. L'importo è, infatti, al massimo, pari a 199,4 euro, per chi ha un Isee nella fascia minima e diminuisce all'aumentare dello stesso Indicatore.
Aumenta l'importo anche per:
Per ognuna delle situazioni appena riportate, sono previsti ulteriori riconoscimenti che contribuiscono ad aumentare l'importo dell'assegno unico.
L'importo dell'Assegno Unico cambia annualmente sia in base all'aggiornamento dei dati ISEE e sia per la rivalutazione del beneficio.
L'aggiornamento dell'Isee deve, infatti, essere fatto ogni anno dalle famiglie che beneficiano della misura per evitare di avere l'importo minimo previsto ma quello giusto calcolato in base al valore specifico del proprio Indicatore. Se l'ISEE aggiornato risulta inferiore o superiore rispetto all'anno precedente, l'importo dell'assegno viene di conseguenza adeguato.
Per quanto riguarda la rivalutazione annuale, anche l'importo dell'assegno unico viene adeguato ai prezzi al consumo, misurato dall'Indice FoI (Indice dei Prezzi al Consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati) calcolato dall'ISTAT per mantenere il potere d'acquisto dell'assegno al passo con l'inflazione. Nell'anno successivo, in base alla variazione dell'indice, gli importi dell'assegno possono essere aumentati di una certa percentuale.
Il ricalcolo dell’assegno unico per figli da gennaio 2024 è stato effettuato, per esempio, sul tasso di rivalutazione del 5,4% portando l’importo massimo da 189,2 euro del 2023 a 199,4 euro per figlio quest’anno.
Le regole per il riconoscimento dell’Assegno Unico per i figli sono stabilite dalla normativa e garantiscono che i beneficiari ricevano l’importo spettante in modo regolare e puntuale. Il pagamento spettante viene erogato con cadenza mensile dall’INPS, mediante accredito sul conto corrente bancario o postale indicato dal richiedente nella domanda.
Il pagamento può avvenire anche su libretti postali e carte prepagate dotate di codice IBAN, e in questi casi è sempre fondamentale che il richiedente fornisca correttamente le coordinate bancarie per evitare ritardi o problemi nell'accredito; e tramite l bonifico domiciliato e, in questo caso, l'assegno viene inviato a uno sportello postale, dove può essere ritirato direttamente in contanti.
È importante che i beneficiari scelgano la modalità di pagamento più adatta alle loro esigenze e agli strumenti finanziari di cui dispongono. Durante la compilazione della domanda, è possibile indicare le preferenze e fornire le informazioni necessarie per l'accredito. In caso di variazioni nelle modalità di pagamento scelte, è possibile aggiornare i dati tramite il portale INPS o con l’assistenza di un patronato.
Per chi opta per il bonifico domiciliato, è fondamentale ritirare i fondi entro i termini indicati nella comunicazione di Poste Italiane, per evitare che il pagamento venga restituito all’INPS. In tali casi, sarà necessario contattare l’INPS per concordare una nuova modalità di pagamento.
Nel caso di genitori separati, l’assegno è generalmente ripartito in pari misura tra i genitori che esercitano la responsabilità genitoriale, a meno che non venga richiesto diversamente. In caso di accordo tra le parti o di affidamento esclusivo, l’assegno può, infatti, essere accreditato interamente a un solo genitore.
In caso di modifiche o aggiornamenti dell’ISEE, variazioni nella composizione del nucleo familiare o altre situazioni, l’importo dell’assegno viene ricalcolato e adeguato. Eventuali arretrati spettanti vengono corrisposti nel primo pagamento utile dopo l’aggiornamento delle informazioni.
L’Assegno Unico per i figli viene erogato mensilmente dall’INPS. Le date precise dei pagamenti possono variare leggermente da mese a mese, ma vengono comunicate in anticipo attraverso il portale dell’istituto e altri canali ufficiali.
Solitamente i pagamenti avvengono tra il 15 e il 21 del mese di competenza. Per garantire che l’importo dell’assegno sia calcolato correttamente, il valore dell’ISEE deve essere aggiornato ogni anno, dal primo gennaio e fino a fine febbraio, per permettere di adeguare l’importo dell’assegno a partire dal mese di marzo dell’anno seguente.
Gli arretrati dell'Assegno Unico per figli sono importi spettanti a chi ha diritto al beneficio ma non ha ricevuto i pagamenti per mesi precedenti alla presentazione della domanda o alti aggiornamenti. È possibile richiederli e ottenerli questi arretrati in determinate circostanze e secondo specifiche procedure.
In particolare, si ha diritto agli arretrati nei seguenti casi:
Per ricevere gli arretrati, è necessario presentare la domanda iniziale o aggiornare i dati entro le tempistiche previste. La presentazione va effettuata attraverso il portale INPS, utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS. È possibile ricevere assistenza dai patronati per la compilazione e l'invio della domanda. Una volta che la richiesta è stata accettata, l'INPS provvederà a calcolare e versare gli importi arretrati.
Gli arretrati vengono generalmente accreditati nel primo mese utile successivo all'accettazione della richiesta o alla presentazione dell'ISEE aggiornato. Ad esempio, se la domanda è accolta a giugno, gli arretrati per i mesi precedenti verranno versati insieme all'importo di luglio.
Quando i genitori sono regolarmente sposati, il pagamento dell'Assegno Unico per i figli può essere effettuato in modo congiunto o diviso a metà in base alle preferenze espresse al momento della domanda. L'importo può essere, infatti, suddiviso al 50% tra i due genitori, per cui metà viene accreditato su un conto corrente intestato a ciascun genitore, o può essere interamente versato su un unico conto corrente, intestato a uno solo dei genitori.
La scelta deve essere fatta al momento della presentazione della domanda o successivamente tramite una modifica. Il genitore che richiede l'intero importo deve specificare le coordinate bancarie per l'accredito e allegare l'accordo firmato dall'altro genitore.
Se la condizione familiare cambia, come nel caso di separazione o divorzio, la modalità di pagamento può essere aggiornata, sempre tramite sito Inps e comunicando le nuove informazioni e allegando la documentazione necessaria, come il verbale di separazione o l'atto di divorzio.
In caso di genitori divorziati o separati, l'assegno unico per i figli può essere gestito in base alle disposizioni relative alla custodia e agli accordi economici stabiliti tra le parti o da un tribunale. La normativa prevede due principali scenari: l'affidamento condiviso e l'affidamento esclusivo.
Se entrambi i genitori mantengono la responsabilità genitoriale e l'affidamento del figlio è condiviso, l'assegno unico viene ripartito al 50% tra i due genitori. In questo modo, ciascun genitore riceve metà dell'importo totale spettante per il figlio. Se uno dei genitori ha l'affidamento esclusivo del figlio, l'assegno unico viene versato interamente al genitore affidatario.
In caso di accordo tra i genitori separati, il contributo può essere ripartito in modo diverso da quello standard del 50% previsto per l'affidamento condiviso. Ad esempio, l'assegno può essere accreditato integralmente su un unico conto corrente bancario indicato da uno dei genitori, a condizione che vi sia un consenso scritto e firmato da entrambe le parti.
L'Assegno Unico per i figli è riconosciuto anche alle coppie conviventi, ovvero quelle coppie che vivono insieme senza essere legalmente sposate ma che condividono la responsabilità genitoriale dei figli. Questa misura inclusiva assicura che anche le famiglie non tradizionali possano beneficiare del sostegno economico previsto per i figli a carico.
Per la richiesta della misura, le coppie conviventi devono seguire le stesse procedure previste per le coppie sposate. Durante la presentazione della domanda online, i genitori conviventi devono indicare le proprie informazioni personali e quelle relative al nucleo familiare, compresa la residenza comune, scegliere la modalità di pagamento dell'assegno, se diviso tra entrambe i genitori o a favore solo di uno e inserire le proprie coordinate di conto corrente bancario o postale.
Anche in questo caso, eventuali modifiche delle informazioni personali o della composizione del nucleo familiare devono essere comunicate tempestivamente all'INPS per mantenere aggiornata la situazione e garantire che l'assegno venga erogato correttamente senza interruzioni o errori.
Per il 2024, l'Assegno Unico per i figli non prevede particolari novità nelle regole e nelle procedure da seguire per beneficiarne, ma cambiano gli importi per effetto della rivalutazione annua. Tale perequazione incide tanto sulla cifra da riconoscere alle famiglie in base alle loro condizioni quanto sulla determinazione delle fasce Isee.
Aumentano, infatti, gli importi, rivalutati per mantenere il potere d'acquisto delle famiglie, e le maggiorazioni previste, adeguandosi alla variazione dei prezzi al consumo e garantendo un supporto economico più adeguato alle necessità delle famiglie, ma vengono anche modificate le fasce Isee per rendere il sistema più equo e inclusivo.
Abbassare l'ISEE in modo legale può influire positivamente sull'importo dell'Assegno Unico per i figli, poiché un ISEE inferiore permette di accedere a importi maggiori. Esistono diverse strategie per ridurre legalmente l'ISEE senza compromettere l'integrità e l'accuratezza della dichiarazione e sono, per esempio:
L'Assegno Unico ha avuto un impatto significativo sulle famiglie italiane, rappresentando un importante strumento di sostegno economico per chi ha figli a carico, con diverse novità che hanno migliorato l'equità e l'accessibilità delle agevolazioni per le famiglie, con effetti positivi su vari fronti.
Il confronto tra l'attuale Assegno Unico e il sistema precedente di sostegno alle famiglie con figli evidenzia diverse differenze significative, che hanno portato a un miglioramento complessivo nella gestione degli aiuti economici per le famiglie italiane.
Frammentazione vs. Unicità: Prima dell'introduzione dell'Assegno Unico, le famiglie potevano accedere a una serie di benefici frammentati, tra cui assegni familiari, detrazioni fiscali per i figli a carico e vari bonus, come il bonus bebè e il bonus mamma. Questo sistema complesso richiedeva la presentazione di domande multiple e la gestione di diverse procedure burocratiche. L'Assegno Unico ha unificato questi strumenti in un unico supporto economico, semplificando notevolmente il processo di accesso per le famiglie.
Equità nell'accesso al beneficio: Nel sistema precedente, l'accesso a molti benefici era subordinato a specifiche condizioni lavorative o contributive. Ad esempio, gli assegni familiari erano riservati solo ai lavoratori dipendenti e assimilati, escludendo di fatto autonomi e disoccupati. L'Assegno Unico, invece, è accessibile a tutte le famiglie con figli a carico, indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori, rendendo il sostegno economico più equo e inclusivo.
Importi e calcolo: Il meccanismo di calcolo degli importi nel sistema precedente era spesso complesso e dipendeva da molteplici variabili, come il numero di figli e il reddito. Con l'Assegno Unico, l'importo viene determinato principalmente in base all'ISEE, con una scala graduata che riduce progressivamente l'importo al crescere del reddito. Questo approccio trasparente aiuta le famiglie a comprendere facilmente quanto spetta loro.
Sostegno alla natalità: Il governo ha concepito l'Assegno Unico anche come strumento per incentivare la natalità, offrendo importi più generosi alle famiglie con più figli, a quelle in cui entrambi i genitori lavorano e alle giovani madri. Questi incentivi specifici non erano così chiaramente delineati nel sistema precedente.
Semplificazione burocratica: L'introduzione dell'Assegno Unico ha ridotto significativamente l'onere burocratico per le famiglie. Invece di dover presentare e gestire più domande per diversi benefici, le famiglie ora devono compilare una sola domanda sul portale INPS, beneficiando di una gestione centralizzata e digitalizzata dei dati.
Gli studi e le statistiche condotti sull'impatto dell'Assegno Unico per i figli evidenziano effetti positivi significativi sulle famiglie italiane, sia in termini di sostegno economico sia di benessere generale. Diverse istituzioni e organismi di ricerca hanno monitorato e analizzato l'introduzione e l'applicazione di questa misura di welfare, offrendo un quadro comprensivo dei benefici apportati.
Aumento del reddito disponibile: Le analisi condotte dall'ISTAT e da altri enti di ricerca economica hanno rilevato che l'Assegno Unico ha comportato un incremento del reddito disponibile per molte famiglie, in particolare quelle con ISEE più basso. Questo aumento ha permesso di migliorare le condizioni di vita dei nuclei familiari, offrendo maggiore stabilità economica e capacità di spesa.
Diminuzione della povertà infantile: Uno degli obiettivi principali dell'Assegno Unico è stato la riduzione della povertà infantile. Secondo un rapporto dell'INPS, l'introduzione dell'assegno ha contribuito a diminuire il numero di bambini che vivevano in condizioni di povertà relativa e assoluta, grazie al sostegno economico diretto alle famiglie con figli.
Sostegno alla natalità: Diversi studi hanno indicato che l'Assegno Unico ha avuto un impatto positivo sulle decisioni delle famiglie riguardo alla natalità. In particolare, le maggiorazioni per le famiglie numerose e per i giovani genitori hanno incentivato la scelta di avere più figli. Le proiezioni demografiche mostrano un'interruzione del trend negativo della natalità in Italia, correlata anche a questa misura di sostegno.
Semplificazione e accessibilità: La semplificazione introdotta con l'Assegno Unico ha fatto registrare un miglioramento dell'accessibilità ai benefici, permettendo di ridurre l'onere burocratico per le famiglie e migliorare l’efficacia della distribuzione dei fondi.