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Per chi non scatta nessuna rivalutazione delle pensioni nel 2025 in base a nuovo rapporto Inps di ottobre

di Marianna Quatraro pubblicato il
nessuna rivalutazione pensione

Quali sono i pensionati che non avranno alcun aumento delle pensioni a gennaio 2025 per effetto della rivalutazione

Chi non avrà alcuna rivalutazione della propria pensione nel 2025? Cambia ancora la rivalutazione pensionistica nel 2025 e non solo per il ritorno alla piena perequazione rispetto a quanto avvenuto in questi ultimi anni ma anche perché non tutti i trattamenti saranno ricalcolati. 

  • Per chi non saranno rivalutate le pensioni nel 2025
  • Pensioni degli italiani all'estero, le statistiche aggiornate

Per chi non saranno rivalutate le pensioni nel 2025

Secondo quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Inps pubblicato il 28 ottobre, sono oltre 310.000 le pensioni pagate all'estero nel 2023, per una spesa complessiva di 1,6 miliardi. 

La nuova Manovra Finanziaria 2025 ha, però, stabilito che i trattamenti dei pensionati residenti all'estero non saranno soggetti ad alcuna rivalutazione annua, ad eccezione degli assegni minimi. 

La rivalutazione sarà riconosciuta, dunque, solo ai pensionati e alle pensionate residenti all’estero che percepiscono un trattamento inferiore al minimo.

Lo stesso Inps fa una precisazione: se la pensione risulta superiore al trattamento minimo Inps e inferiore a tale limite aumentato della quota di rivalutazione automatica spettante in base alla normativa vigente, la rivalutazione scatta fino al raggiungimento di tale limite maggiorato.

Pensioni degli italiani all'estero, le statistiche aggiornate

Sono tantissimi i pensionati all’estero che ricevono i pagamenti dei propri assegni dall’Istituto di Previdenza. I trattamenti studiati comprendono sia le prestazioni in regime internazionale e sia quelle liquidate sulla base della sola contribuzione italiana.

Dai dati emerge l’aumento dei pagamenti delle pensioni in Europa (+4,3%), nei Paesi dell’America centrale, in Asia e in Africa (rispettivamente +38,9%, + 34,9% e +30,3%). Diminuiscono, invece, gli assegni pagati a chi risiede negli Stati Uniti, in Canada e nell’America del Sud, ma anche in Oceania.